I SETTE FRATELLI GOVONI
I sette fratelli GOVONI (Dino, Marino, Emo, Giuseppe, Augusto, Primo e Ida) furono soppressi dai partigiani della Brigata “Paolo” ad Argelao, nel ferrarese, ove facevano i contadini. Era l’11 maggio 1945 e, quindi, la guerra era già finita. Solo uno dei fratelli aveva militato nei reparti combattenti della Repubblica Sociale (capo d’imputazione che, per la “giustizia rossa”, comportava la pena di morte). Ciononostante vennero trucidati tutti e sette, compresa Ida, ventenne, madre di una bambina di pochi mesi.
I corpi furono rinvenuti nel febbraio 1951 in una fossa comune: spogliati, seviziati e strangolati.
Ne seguì un processo, ma, prima della sentenza all’ergastolo, gli assassini, tutti individuati, fuggirono – con l’ovvio e indispensabile aiuto del PCI – oltrecortina, facendo perdere le loro tracce.
I SETTE FRATELLI CERVI
I sette fratelli CERVI (Ovidio, Gelindo, Aldo, Antenore, Fernando, Agostino ed Ettore) stavano tentando di costituire una banda comunista autonoma, entrando così in dissidio con la dirigenza locale del partito. Isolati e denunziati la sera del 23 novembre 1943 all’Ufficio Politico della Questura di Reggio Emilia da un infiltrato comunista nelle file del Partito Fascista Repubblicano (PRF), il Capitano della Milizia Riccardo COCCONI, i sette fratelli vennero arrestati dai fascisti il 25 novembre e fucilati per rappresaglia all’alba del 28 dicembre successivo, dopo una serie micidiale di attentati gappisti culminati, la sera precedente, con l’assassinio di Davide ONFIANI, Segretario comunale di Bagnolo in Piano.
Tutti gli attentati erano stati messi a segno ben sapendo che i Cervi erano gli unici detenuti politici nelle carceri di Reggio.
Dopo l’impresa Riccardo COCCONI si darà alla macchia, assumerà un incarico di comando nelle formazioni garibaldine e riapparirà come viceprefetto di Reggio Emilia, di nomina ciellenistica, subito dopo il 25 aprile 1945.
Bertelli-Bigazzi “PCI – La storia dimenticata” , pag. 258