1866 QUATTRO BATTAGLIE PER IL VENETO

1866 QUATTRO BATTAGLIE PER IL VENETO
Il volume e acquistabile presso tutte le librerie, oppure si può chiedere alla Casa Editrice (ordini@nuovacultura.it) o all'Istituto del nastro Azzurro (segreteriagenerale@istitutonastroazzurro.org)

1866 Il Combattimento di Londrone

ORDINE MILITARE D'ITALIA

ORDINE MILITARE D'ITALIA
CAVALIERE DI GRAN CROCE

Collana Storia in Laboratorio

Il piano editoriale per il 1917 è pubblicato con post in data 12 novembre 2016

Per i volumi pubblicati accedere al catalogo della Società Editrice Nuova Cultura con il seguente percorso:
www.nuovacultura.it/catalogo/collanescientifiche/storiainlaboratorio

.La collana Storia in Laboratorio 31 dicembre 2014

.La collana Storia in Laboratorio 31 dicembre 2014
Collana Storia in Laboratorio . Scorrendo il blog si trovano le indicazioni riportate sulla quarta di copertina di ogni volume. Ulteriori informazioni e notizie possono essere chieste a: ricerca23@libero.it

Testo Progetto Storia In Laboratorio

Il testo completo del Progetto Storia in Laboratorio è riportato su questo blog alla data del 10 gennaio 2009.

Si può utilizzare anche la funzione "cerca" digitando Progetto Storia in Laboratorio.

Traduzione

Il presente blog è scritto in Italiano, lingua base. Chi desiderasse tradurre in un altra lingua, può avvalersi della opportunità della funzione di "Traduzione", che è riporta nella pagina in fondo al presente blog.

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La Collana Storia in Laboratorio al 31 dicembre 2011

La Collana Storia in Laboratorio al 31 dicembre 2011
Direttore della Collana: Massimo Coltrinari. (massimo.coltrinari@libero.it)
I testi di "Storia in Laboratorio"
sono riportati
sul sito www.nuovacultura.it
all'indirizzo entra/pubblica con noi/collane scientifiche/collanastoriainlaboratorio/pagine 1 e 2

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martedì 31 dicembre 2019

Il caso Vecchiarelli-. la Resa della 11a Armata 1


LA CRISI ARMISTIZIALE DEL 1943
Grecia Continentale



La Grecia continentale era presidiata dalla 11a Armata al comando del generale Carlo Vecchiarelli. In seguito ad accordi intercorsi tra il Comando Supremo italiano e l’Alto Comando tedesco si era nella tarda primavera del 1943 trasformata in un armata italo-tedesca e sotto la data del 28 luglio 1943 era passata alle dipendenze operative del comando tedesco del Gruppo Armate Est, al comando del generale Alexander Lohr con sede a Salonicco. Una situazione alquanto difficile in quanto i Comandi ed i reparti erano praticamente misti con quelli tedeschi.

mercoledì 25 dicembre 2019

Il caso Rosi. Il problema della mancata Norimberga italiana




LA CRISI ARMISTIZIALE DEL 1943
Jugoslavia meridionale e Albania





Con la cattura del Comando gruppo Armate Est si ha la conferma che il Comando Supremo nell’abbandonare Roma, si guardò bene dal dare istruzioni o offrire risposte perfino a quel gruppo di Armate che aveva costituito appunto per averlo alle dipendenze dirette. Caviglia aveva espresso un severo giudizio su Rosi, ma la generale non accadde nulla, al contrario di molti suoi comandanti dipendenti da lui che nel dopo guerra subirono processi e provvedimenti disciplinari.

Il caso Gambara ed il caso Rosi nella loro dinamica sollevano una questione che sarà necessario riprendere in esame: perchè in Italia non ci fu un progresso al vertice politico-militare che portò alla guerra ed alla conduzione della guerra stessa fino ad arrivare alla crisi armistiziale.

Nel gennaio 1018 guerra durante si insediò a Roma una Commissione che giudicò il comportamento di Cadorna e dei suoi comandanti, commissione che terminò i suoi lavori nel 1920 con una relazione dettagliata. Caporetto aveva avuto delle spiegazioni. Perchè di tutta la second guerra mondiale non si ebbe una Commissione di inchiesta, ma solo processi e provvedimenti disciplinari per comandanti in sottordine che non avevano alcuna possibilità di prendere decisioni supreme?. 

venerdì 20 dicembre 2019

Il caso Rosi. Un giudizio critico


LA CRISI ARMISTIZIALE DEL 1943
 Jugoslavia Meridionale ed Albania

Gen. Ezio Rosi



La Caduta del Gruppo Armate Est si consuma dall’8 all’11 settembre.  Come quello della 2° Armata e dell’ 8° Armata, anche questo Comando, alle dirette dipendenze del Comando Supremo si sgretola in poche ore. Il comportamento del gen. Rosi, che tentò  di blandire i tedeschi,  è stato stigmatizzato dal Maresciallo Caviglia, che scrive nel suo Diario
“Il solo che meriti veramente una condanna sotto qualsiasi governo è il generale Rosi che ha consegnate tutte le divisioni ai tedeschi, perché le disarmassero e le portassero in Germania prigioniere. Egli comandava un Gruppo di Armate ….. e aveva preteso quel comando sostituendosi con abile intrigo al generale Geloso al quale il comando spettava. Rosi è un burocrate, Geloso è altra tempra di soldato e di generale. Rosi ha tirato al boccone grosso. Era Sottocapo di Stato Maggiore dell’Esercito, posto che occupava senza le qualità necessarie. Si è promosso comandante di gruppo di Armate comando non necessario. Ora avrà il fatto suo. Io l’avrei sottoposto ad un tribunale di guerra. Questo pensai il 10 settembre quando telegrafò a Roma, al Comando Supremo. Un generale tedesco gli aveva domandato che gli consegnasse le sue divisioni. Rosi aveva venticinque divisioni, se non erro, e l’altro sei. Al suo telegramma del 10 settembre fu risposto che il Comando Supremo non si trovava a Roma. Così mi disse il generale Sogno.” [1]



[1] Citato in Zangrandi R., cit., pag. 577

domenica 15 dicembre 2019

Il caso Rosi. La caduta del Comando Gruppo Armate Est


LA CRISI ARMISTIZIALE DEL 1943
 Jugoslavia Meridionale ed Albania


Alla mattina del 9 settembre il generale Rosi riprese le trattative con i tedeschi, sottolineando che non poteva dare risposta prima del 13 in quando attendeva istruzioni da Roma; non poteva peraltro accettare di collaborare con le forze germaniche e vietò iniziative di comandanti subordinati senza un suo specifico e noto ordine. Intanto doveva proseguire i movimenti di truppe italiane verso i punti di radunata.

 Alle 22 del 10 settembre il generale Rosi ricevette dai tedeschi un ultimatum con il quale gli si imponeva la firma immediata dell’ordine di disarmo con in cambio la promessa del rimpatrio via mare delle truppe italiane. Rosi cercò di prendere ancora tempo ma la mattina dell’11 settembre i tedeschi circondarono con carri armati ed autoblindo la sede del comando del Gruppo Armate Est Tirana, irruppero nei locali, puntarono le armi contro il gen. Rosi e lo catturarono con tutti gli ufficiali del comando.  

lunedì 9 dicembre 2019

Il caso Rosi. Il Gruppo di Armate Est


LA CRISI ARMISTIZIALE DEL 1943
Jugoslavia meridionale ed Albania



Il Comando Gruppo Armate Est, sede a Tirana,  dipendeva direttamente dal Comando Supremo, era retto dal generale Ezio Rosi, ed aveva alle dipendenze la 9a Armata, di stanza in Albania, il VI Corpo d’Armata nella Erzegovina e nella Dalmazia meridionale ed il XIV Corpo d’Armata in Montenegro ed il Comando delle Forze Armate dell’Egeo. Uno degli errori che si commise nell’estate fu quello di permettere a forze germaniche di occupare tutti gli aeroporti esistenti nella giurisdizione del gruppo di Armate e di controllare il porto di Durazzo, ponendo così di fatto sotto controllo tedesco tutta la rete stradale che ed il maggior porto dell’Albania.
All’annuncio dell’armistizio, il gen. Rosi, che non aveva avuto il promemoria n. 2 del Comando Supremo e quindi era all’oscuro di ogni trattativa armistiziale, cercò di prendere tempo di fronte alla richiesta tedesca che chiedeva il disarmo di tutte le unità italiane, rinviando la trattativa all’indomani 9 settembre. Intanto emanava ordini che tendevano alla riduzione dei presidi ed alla concentrazione delle forze nelle località maggiori, evitando conflitti con le forze germaniche; ordinava il presidio e la tenuta dei principali porti albanesi, Valona, Durazzo e Cattaro; la partenza delle navi e dei velivoli per l’Italia o l loro distruzione in caso cadessero in mano straniere.

giovedì 5 dicembre 2019

QUADERNI DEL NASTRO AZZURRO N. 1 DEL 2019 SOMMARIO E NOTA REDAZIONALE



SOMMARIO
Anno LXXX, Supplemento XI, 2019, n. 1,
11° della Rivista “Quaderni”
indirizzo:centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org

Editoriale del Presidente.  Carlo Maria Magnani:    ………………………………………………… ….Pag.5
In vista della Giornata del decorato. Torino 5-6 aprile 2019……………………………………………………Pag.5

IL MONDO DA CUI VENIAMO: LA MEMORIA
          
APPROFONDIMENTI

Alessia Biasolo, La causa dello sfacelo secondo Mussolini………………………………………………..…..Pag. 11
Massimo Coltrinari, La battaglia di Caporetto e la promessa del Re. La questione agraria
            Una storia italiana…………………………………………………………………………..…………....  Pag.15

DIBATTI
Marco Gioacchini, Considerazioni sul contributo degli I.M.I. all’industria tedesca:1943-1945 ………....  Pag.23
Giovanni Cecini, Il militare Alberto Sordi di celluloide. ”La Grande Guerra e “Tutti a casa”…………….  Pag.49

ARCHIVIO
Massimo Baldoni, Manfredo Fanti, dalla congiura conto il Duca a fondatore del Regio Esercito Italiano.. Pag.61

MUSEI, ARCHIVI E BIBLIOTECHE

Chiara Mastrantonio, Il sacrario delle Fosse Ardeatine. Una lettera interessante.………………………....  Pag.73

PosteditorialeAntonio Daniele, Il …………………………………..…………………………………………….Pag. 91

IL MONDO IN CUI VIVIAMO: LA REALTA’ DI OGGI


GEOPOLITICA DELLE PROSSIME SFIDE
Antonio Trogu, Civil-military cooperation: Definition. Purpose ad Situation…………………………………….……Pag. 95

SCENARI, REGIONI, QUADRANTI
Federico Salvati, Chi ha paura dell’orso Russo? (parte I)………………………...................................………………Pag. 103


Segnalazioni Librarie. ……………………………..…………………………………….……………...………...   Pag.111

Autori. Hanno collaborato a questo numero.…………....…………………………………………………………..Pag.112
Articoli di Prossima Pubblicazione…………………..……………………………………………….…………… Pag.112

                                              CESVAM NOTIZIE
Centro Studi sul Valore Militare……………………………………………..…………………………..………………….Pag. 113
                                               
I “Quaderni on Line”, Supplemento on Line, Anno 6°, VIII, 2018, Settembre 2018, n. 33……………………… Pag.117
I “Quaderni on Line”, Supplemento on Line, Anno 6°, IX, 2018,  Ottobre 2019, n. 34…………………….………..Pag.118
I “Quaderni on Line”, Supplemento on Line, Anno 6°, X, 2018, Novembre 2019, n. 35………………………….. Pag.121

“Quaderni” on line sono su: www.valoremilitare.blogspot.com

PER FINIRE
Massimo Coltrinari,  Il Valore Militare attraverso le Cartoline Militari ed oltre…... 

Nota redazionale

L’inizio di ogni anno è sempre utile per tracciare un programma preventivo di quanto si vuole fare in merito alle attività editoriali del CESVAM. Iniziamo con la Rivista, questa rivista, QUADERNI del Nastro Azzurro che sta attraversando un momento di crescita tanto interessante quanto difficile. Si è adottata per lei una linea editoriale basata sui contributi dei frequentatori del Master di 1° Liv. in Storia Militare Contemporanea 1796 -1960. Il Master ha preso avvio in questi mesi e promette bene, ma ancora i frequentatori sono nella impossibilità di collaborare con la rivista. Si pensa che lo saranno al memento della richiesta della Tesi, che presumibilmente avverrà dopo l’estate prossima in quanto la sessione autunnale di discussione sarà a novembre. Per quella data forse avremo i primi contributi. Quindi fino al n. 4 del 2019 è difficilmente prevedibile contributi dei frequentatori. Quindi la line editoriale sarà quella fin qui adottata, volta a focalizzare alcuni aspetti del Valore Militare come fattore immateriale di ogni strategia. Nel frattempo è in pieno approntamento il n. 3 del 2019 che sarà dedicato completamente alla presentazione delle attività del CESVAM, che attualmente attivano quindici comparti.
Altra indicazione che si vuole fare è la partecipazione del CESVAM a due principali attività che la Presidenza del Nastro Azzurro ha in animo di attuare: La Giornata del Decorato a Torino il prossimo 5 aprile e il 6° Incontro “Avversari ieri, amici oggi” che si terrà in Italia nel mese di giugno. Il CESVAM vi parteciperà, a concorso delle attività con un convegno, come prassi, per la Giornata del decorato, che sarà la continuazione come tema scientifico di quello della Giornata del Decorato 2018, ovvero sarà dedicato allo studio del valore militare e la crisi armistiziale del settembre 1943. Per l’incontro con gli amici della Croce Nera d’Austria è in programma una conferenza dedicata all’opera di ricostruzione del Regio Esercito all’indomani della fine della grande guerra per il ripristino degli argini dei fiumi e delle strade e dei ponti, sia ordinari che ferroviari per riportare alla regolarità la viabilità sconvolta dalle operazioni di guerra.
Sotto il profilo della pubblicazione di volumi, in questa primavera dovrebbero vedere la luce il volume dedicato al 1866, dal titolo “Quattro Battaglie per il Veneto”, dedicato alla Storia del Risorgimento, il primo volume dedicato alle operazioni sul litorale laziale, ovvero allo sbarco di Anzio, e ai volumi dedicati alle leggi raziali del 1938, oltre al completamento del Dizionario minimo della Grande Guerra.
Una prospettiva, quella descritta, estremamente impegnativa, che vede il CESVAM impegnato in tutte le sue risorse. E’ un aspetto, questo, di interpretazione operativa dell’Istituto del Nastro Azzurro come ente morale, ovvero come quel soggetto che si adopera per diffondere nella società i valori raccolti nello Statuto. Rimane sullo sfondo l’altro aspetto, quello associativo-combattentistico, che viene lasciato completamente in mano alle attività delle altre componenti dell’Istituto, prime fra tutte le Federazioni Regionali.

sabato 23 novembre 2019

Il Caso Gambara. Le conseguenze


LA CRISI ARMISTIZIALE DEL 1943

 Gen. Italo Gariboldi
Non è questa la sede per approfondire ulteriormente il perché i vertici dell’Esercito presero questa iniziativa. Il caso Gambara è emblematico e, a prescindere dalle risposte, a messo le premesse e le conseguenze del crollo delle nostre forze armate nell’area delle due Armate, ovvero nell’Italia orientale ma soprattutto in Jugoslavia. La realtà che si determinò per i soldati fu tragica.
.
”Le popolazioni o perché filo-tedesche  o perché da anni impegnate nella guerra partigiana, si misero anch’esse a dare la caccia ai soldati italiani, sbandati e lasciati al loro destino dai Comandi centrali. Spesso i nostri soldati si trovarono tra due fuochi, il tedesco ed il partigiano; a volte si trovarono contro, uniti, tedeschi e partigiani di certe bande d ispirazione nazista come quelle degli ustascia di Ante Pavelic; qualche volta poterono fare causa comune con bande partigiane antitedesche; ma, non di rado, accadde perfino che, per antichi rancori o motivi di diffidenza, anche queste li respinsero. Una miriade di episodi diversi, contrastanti, impossibili a ricostruire, costituì lo strascico, spesso lungo, sempre sanguinoso, della imprevidenza con cui gli alti Comandi avevano lasciato che l’armistizio sorprendesse le truppe italiane disseminate in quelle zone”[1]


[1] Ruggero Zangrandi, 25 luglio - 8 settembre 1943, Milano Feltrinelli, 1964 pag. 568

domenica 17 novembre 2019

Il caso Gambara. Un colpo da Maestri


LA CRISI ARMISTIZIALE DEL 1943

Gen. Mario Roatta



Le risposte all'interrogativo del perchè si volle costituire una Armata proprio l'8 settembre nell'Italia orientale devono essere basata sul fatto che lo Stato Maggiore Esercito, con l’avallo del Comando Supremo, ovvero dei generali Roatta ed Ambrosio, nella sostanza “avevano spedito il gen. Gambara alle 18 dell’8 settembre a destituire i Comandanti della 2a e della 8a Armata per costituire una nuova Armata , che a quel punto era impossibile formare (e dovevano saperlo anche se davvero avessero creduto  che mancavano quattro giorni e non mezz’ora all’armistizio) portano essi la responsabilità di aver contemporaneamente messo fuori combattimento i Comandi della 2° e della 8° Armata e stornato il comandante più combattivo e già d’accordo con i partigiani della possibilità di raggiungere la sede del Comando dell’ XI Corpo d’Armata, a Lubiana, che disponeva di tre divisioni efficienti e dislocate in buona posizione (Lubiana, Novo Mesto e Karlovac) con uno schieramento che sembrava ideale per proteggere Gorizia, Trieste, Fiume e tutta la Venezia Giulia. Riuscirono con il colpo solo a paralizzare due Armate che, forti di quattordici divisioni avrebbero potuto dare del filo da torcere ai tedeschi dal Trentino all’Istria, dalla Slovenia alla Dalmazia. Kesserling e Rommelnon sarebbero stati capaci di far meglio.”[1]
  


[1] Zangramdi, R., 1943: 25 luglio – 8 settembre, Milano, Feltrinelli, 1964, pag. 567 e segg.

martedì 12 novembre 2019

Il Caso Gambara. I tanti perchè di una assurdità

LA CRISI ARMISTIZIALE DEL 1943

Gen Mario Robotti

Occorre riflettere e fare delle considerazioni su tutta questa vicenda.

Scrive Filippo Stefani:
La missione affidata al generale Gambara fu quanto di più illogico, insensato e scorretto si potesse fare in quei giorni e neppure oggi, …..si riesce a trovare non diciamo una giustificazione ma una motivazione od una scusa che la renda comprensibile.

Perché affidare al generale Gambara anziché al gen. Robotti o la generale Gariboldi, che erano comandanti di armata, il comando di un raggruppamento di nove divisioni?
Ancorché l’annunzio dell’armistizio fosse stato dato il 12 settembre anziché il giorno 8, come fu possibile assicurare al generale Gambara che vi sarebbe stato il tempo necessario per attuare il nuovo schieramento ed il nuovo ordinamento tattico, ben conoscendo la dislocazione frazionatissima e la mancanza di mobilità delle grandi unità?

Perché si volle confermare alle 20 del giorno 8 sia pure in termini possibilisti, un ordine la cui attuazione avrebbe probabilmente richiesto più dei 10 giorni preventivati dal generale Gambara
Perché il generale Robotti ed il generale Gariboldi lasciarono libero il generale Gambara di qualsiasi decisione non ignorando che il mattino del 9 non vi sarebbero stati né il tempo né il modo per sganciare e concentrare le gradi unità designate e che un così vasto cambiamento di dipendenze in quella situazione già tanto difficile e complesso, non avrebbe che aumentato la confusione delle idee e l’incertezza delle azioni?”[1]

Oltre a questi perché, è già stato segnalato che lo Stato Maggiore, nelle persone di Roatta e di Ambrosio, era evidente che il piano era inattuabile, dato l’annuncio dell’armistizio imminente.


[1] Filippo Stefani., Storia della Dottrina e degli Ordinamenti dell'Esercito Italiano,Roma, Ministero della Difesa, Stato Maggiore dell'Esercito, Ufficio Storico pag. 924

martedì 5 novembre 2019

Il Caso Gambara. Un viaggio nella tempesta

LA CRISI ARMISTIZIALE DEL 1943
Gen. Gastone Gambara
Gambara, la sera dell'8 settembre ricevuto il piano e gli ordini,  si mise subito in viaggio e giunto a Foligno apprese la notizia dell’armistizio. Si mise in contatto con lo Stato Maggiore e chiese se il piano consegnatogli doveva essere ancora attuato: la risposta fu che si, si doveva attuare nel limite del possibile. Giunto a Padova prese contatto con il Generale Gariboldi, a cui comunicò i contenuti di detto piano (Gariboldi doveva cedere due divisioni) e poi proseguì per Susak, e conferì con il gen. Robotti, alle 12 del 9 settembre. A quell’ora i tedeschi avevano già occupato Trieste e Lubiana, i comandi della Sforzesca e della Lombardia erano stati catturati. E vi era la presunzione che su tutto il territorio dell’Armata la situazione non era più quella del giorno precedente. Come se non fosse accaduto nulla, il gen. Robotti, che già doveva essere sulle difensive in quanto un piano di tale portata era stato elaborato senza la sua partecipazione la cui attuazione affidata ad un suo sottoposto, dispose che il gen. Gambara dalle ore 15 del 9 settembre assumesse il comando del raggruppamento di divisioni; inoltre dispose per fornire il personale per detto comando e diede altre disposizioni logistiche per il suo funzionamento. Poi dispose di trasferire il suo comando prima a Lussimpiccolo, poi a Zara e di conservare alle sue dirette dipendenze il solo XIII Corpo d’Armata; quindi vennero emanate le disposizioni, a firma sempre del gen. Robotti, le disposizioni della Memoria 44, raccomandando di non “ricorre a mezzi estremi” nella loro attuazione.

martedì 29 ottobre 2019

Il Caso Gambara. Un pericolo potenziale

LA CRISI ARMISTIZIALE DEL 1943





 La notizia che un corpo d’armata tedesco era stato concentrato nella conca di Kaglenfurt, lo Sato Maggiore dell’Esercito convocò a Roma un sottoposto di Robotti, il gen. Gambara. Per fronteggiare questa esigenza era stato elaborato un piano basato sulla concentrazione del maggior numero di forze possibili per concentrarle tra l’Isonzo ed il Piave a ridosso del vecchio confine, mantenendo come avamposto la Slovenia fino al Ruppa ed il territorio fiumano. Il piano prevedeva la costituzione di un raggruppamento di ben nove divisioni e di supporti. Le divisioni erano: Sforzesca, Cacciatori delle Alpi, Isonzo, Murge, Macerata, Lombardia, Julia, Messina. 1a Celere; di queste, due erano della 8a Armata le altre sette della 2a Armata. Senza che i rispettivi comandi di Armata ne sapessero nulla, il piano fu non solo approvato dal gen. Roatta, ma anche dal gen. Ambrosio, capo delle forze armate italiane, che era ben al corrente di quanto si andava maturando in termini di armistizio. Il piano fu consegnato alle ore 19 dell’8 settembre 1943 al gen. Gambara, il quale osservò che per la sua attuazione sarebbero stati necessari almeno 10 giorni; la risposta di Roatta e dei suoi ufficiali fu che “avrebbe avuto tutto il tempo necessario” alla attuazione. [1] 45 minuti dopo Badoglio, tramite la radio, annunciava l’armistizio.


[1] Questo stava a significare o che il gen. Roatta mentiva, oppure che era all’oscuro di quanto andava maturando, oppure erano state fatte delle considerazioni che al momento è difficile ipotizzare. In ogni caso erano disposizioni, veramente illogiche.


lunedì 21 ottobre 2019

Il Caso Gambara.


LA CRISI ARMISTIZIALE DEL 1943
La giurisdizione della 2a Armata

La Jugoslavia era occupata in parte dalla 2a Armata italiana, al comando del generale Mario Robotti, che presidiava la Slovenia, una parte della Croazia, il territorio fiumano, la Dalmazia. Fino al 25 luglio aveva avuto giurisdizione anche sulla Erzegovina e sulla Dalmazia meridionale, che erano state passate alla giurisdizione del Comando gruppo Armate Est, che aveva sede a Tirana, ed aveva sede a Susak, località vicinissima a Fiume. La 2a Armata dipendeva direttamente dall0 Stato Maggiore dell’Esercito, che, come noto, era retto dal gen. Mario Roatta, che già aveva comandato la 2a Armata. Questa dipendenza diretta fu una delle cause del destino triste di questa armata che fu praticamente annienta nei primissimi giorni susseguenti all’armistizio. Al momento di ricevere la Memoria 44, il gen. Robotti predispose un piano che raggruppava le sue forze per fronteggiare la minaccia eventuale tedesca o ogni altra possibile evenienza, che non era quella di presidiare il territorio con un frazionamento di truppe eccessivo. Questo piano fu approvato da Roma. 

mercoledì 16 ottobre 2019

QUADERNI DEL NASTRO AZZURRO n. 4 del 2019 Copertine


ANNO LXXX, Supplemento IX, 2018, n. 4
In Copertina
Medaglia della Vittoria coniata e firmata da Luciano Zaniella
prodotta in tiratura limitata
67 mm di diametro e pesa 140 grammi
Disponibile in bronzo similoro
E' possibile richiederla alla Presidenza dell'Istituto del Nastro Azzurro
(segreteriagenerale@istitutonastroazzurro.org)

mercoledì 9 ottobre 2019

QUADERNI DEL NASTRO AZZURRO Sommario e Nota Redazionale

 SOMMARIO
 Anno LXXIX, Supplemento IX, 2018, n. 4, 10° della Rivista “Quaderni”  www.istitutodelnastroazzurro.it indirizzo:centrostudicesvam@istitutonastroaz zurro.org 

Editoriale del Presidente.  Carlo Maria Magnani: 


IL MONDO DA CUI VENIAMO: LA MEMORIA           

APPROFONDIMENTI 

AA.VV, La Battaglia di Vittorio Veneto. Ricostruzione ed Analisi.
Luigi Marsibilio, La Battaglia di Vittorio Veneto 
Osvaldo Biribicchi, Comando Supremo Regio Esercito. Le truppe italiane negli altri campi della Grande Guerra 
Massimo Coltrinari, Un elenco Glorioso. Le Armate Italiane a Vittorio Veneto nella versione del Comando Supremo.
 Alessia Biasiolo, L’Impero italiano in epoca fascista 

DIBATTITI 
Giovan Battista Birotti, Soldati e contadini. L’Esercito giapponese nel periodo Meiji (1868-1912)

ARCHIVIO 
Redazionale, Chiara Mastroantonio, Lo Statuto della Legione AzzurraPag.00 

MUSEI,ARCHIVI E BIBLIOTECHE 

Alessio Pecce, Giulio Moresi, aspirante ufficiale, bersagliere, caduto il 17 agosto  1917 sull’Hermada, sul Carso. Il Ricordo  

Posteditoriale: Antonio Daniele, Il Calendario azzurro per il 2019

IL MONDO IN CUI VIVIAMO: LA REALTA’ DI OGGI 

UNA FINESTRA SUL MONDO Sandra Milani, L’uso delle sostanze stupefacenti come strategia nella guerra e nel terrorismo islamico

GEOPOLITICA DELLE PROSSIME SFIDE Luca Bordini, Riflessioni sulla comunicazione digitale delle Forze Armate 

Autori. Hanno collaborato a questo numero.
Articoli di Prossima Pubblicazione
Segnalazioni Librarie. 

CESVAM NOTIZIE Centro Studi sul Valore Militare 

I “Quaderni on Line”, Supplemento on Line, Anno 5°, V, 2018,  Maggio 2018, n. 30 
I “Quaderni on Line”, Supplemento on Line, Anno 5°, VI, 2018  Giugno 2018, n.31.
I “Quaderni on Line”, Supplemento on Line, Anno 5°, VII, 2018, Luglio 2018, n. 32

“Quaderni” on line sono su: www.valoremilitare.blogspot.com 

PER FINIRE Massimo Coltrinari,  Il Valore Militare attraverso le Cartoline Militari ed oltre 

Nota redazionale: Il seguito di riflessioni in questo fine anno non può portare che ad aggiustamenti sulla attività del CESVAM. Si dovrà porre maggiore attenzione alle attività esterne del CESVAM stesso e porre delle pregiudiziali di collaborazione che siano allineate al livello di ambizione del CESVAM. Il dibattito che necessariamente deve esistere all’interno deve passare attraverso una distinzione. L’Istituto del Nastro Azzurro ha due componenti che lo distinguono dalle altre Associazioni 
Combattentistiche.  La prima. È quella dell’associazionismo combattentistico” in cui è necessario porre alla base la componente militare, quella di chi ha mostrato il proprio valore militare e gli è stato riconosciuto, quella associativa e in parte reducistica. Tutti elementi che fanno capo, almeno per i militari, alla legge dei Principi del 1977 che deve animare ogni militare della Repubblica se si vuole definire tale. In pratica è una funzione verso l’interno dell’Istituto, nelle sue componenti ed articolazioni.  La seconda. Quella di Ente Morale, che deve ispirare l’azione dell’Istituto del Nastro Azzurro al pari dei suoi similari (Istituto della Previdenza Sociale, Istituto per la Storia del Risorgimento, Croce Rossa, ecc.) in cui la componente militare è sempre presente, in cui emerge quella di chi ha mostrato il proprio valore militare, ma non gli è stato riconosciuto ufficialmente con le previste decorazioni e modalità, in cui emergono in oltre misura la disponibilità, l’altruismo, il senso di appartenenza, le tradizione militari dei Corpi e delle Unità, il senso del servizio, e soprattutto la volontà di portare i principi statutari anche verso l’esterno, verso le componenti della società civile, le nuove e le vecchie generazioni, nelle forme più efficaci. In pratica è una funzione verso l’esterno dell’Istituto.  Fra le due componenti vi deve essere sinergia, armonia, collaborazione. Occorre in tutti i modi che non emergano contrasti, invidie, contrapposizioni, prese di posizioni imposte, intolleranza. Qualora queste emergessero sarebbe un gravissimo errore quello di affrontarle di petto, con ”fieri ed animati accenti”; più opportuno ed intelligente sarebbe la soluzione che adotti pazienza, silenzio, comprensione e soprattutto mettere spazio e tempo per spegnere ogni fuoco o fuocarello. A questo proposito viene in aiuto Italo Calvino, il quale scrive in “Le città invisibili” 

L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se n’è uno, è quelle che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne: il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione ed apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e che cosa, in merito all’inferno, non è l’inferno, e farlo durare, e dargli spazio.” 


mercoledì 25 settembre 2019

Riflessioni sulla Grande Guerra Indice Volume II La vittoria ed i suoi artefici



Volume III - I generali Italiani della Grande Guerra
Parte Terza – La Vittoria ed i suoi artefici

Capitolo 1 –
1.1. La “debellatio” austro-ungarica
1.2. Si decompone l’impero Austro-Ungarico
1.3. La Germania invitta chiede l’armistizio
1.4. L vittoria italiana è inaccettabile per l’Intesa
1.5. Diaz continuatore dell’azione di Cadorna 

Capitolo 2.  I Generali della Grande Guerra Incarichi e Comandi
2.3 Capitolo 2a
2.1 Casa Reale
2.2 Comando Supremo. Riparti ed Uffici
2.3 Capitolo 2b
2.3 Livello Armata
2.3.1. 1a Armata
2.3.2. 2a Armata
2.3.3. 3a Armata
2.3.4. 4a Armata
2.3.5. 5a Armata
2.3.6. 6a Armata
2.3.7. Comando truppe Altipiani
2.3.8. 7a Armata
2.3.9. 8a Armata
2.3.10. 9a Armata
2.3.11. 10a Armata
2.3.12. 12a Armata
2.3.13. Zona Carnia
2.3.14. Zona di Gorizia
2.3.15. Zona avanzata Frontiera Nord
2.3.16. Comando superiore forze italiane nei Balcani, poi
            Comando truppe Albania
2.3 Capitolo 2c
2.4. Livello Corpo d’Armata
2.4.1. I Corpo d’Armata
2.4.2. II Corpo d’Armata
2.4.3. III Corpo d’Armata
2.4.4. IV Corpo d’Armata
2.4.5. V Corpo d’Armata
2.4.6. VI Corpo d’Armata
2.4.7. VII Corpo d’Armata
2.4.8. VIII Corpo d’Armata
2.4.9. IX Corpo d’Armata
2.4.10. X Corpo d’Armata
2.4.11. XI Corpo d’Armata
2.4.12. XII Corpo d’Armata
2.4.13. XIII Corpo d’Armata
2.4.14. XIV Corpo d’Armata
2.4.15. XV Corpo d’Armata
2.4.16. XVI Corpo d’Armata
2.4.17. XVII Corpo d’Armata
2.4.18. XVIII Corpo d’Armata
2.4.19. XIX Corpo d’Armata
2.4.20. XX Corpo d’Armata
2.4.21. XXI Corpo d’Armata
2.4.22. XXII Corpo d’Armata
2.4.23. XXIII Corpo d’Armata
2.4.24. XXIV Corpo d’Armata
2.4.25. XXV Corpo d’Armata
2.4.26. XXVI Corpo d’Armata
2.4.27. XXVII Corpo d’Armata
2.4.28. XXVIII Corpo d’Armata
2.4.29. XXIX Corpo d’Armata
2.4.30. XXX Corpo d’Armata
2.3 Capitolo 2d
2.5. Corpi Speciali e Corpi di Spedizione
2.5.1. Corpo d’ Armata Speciale
2.5.2. Corpo d’ Armata d’assalto
2.5.3. Comando Corpo di Cavalleria
2.5.4. Corpo d’ occupazione di Fiume
2.5.5. Corpo Czeco slovacco in Italia
2.5.6. Corpo di spedizione d’oltremare’ Armata
2.5.7. Corpo di spedizione italiano per la Siria e la Palestina
2.5.8. Regie truppe italiane in Estremo Oriente
2.5.9.Corpo di spedizione italiana in Murmania Armata

Capitolo 3 Ordinamento delle Forze
3.1 Regio Esercito .
      . Al 24 maggio 1915 .
      . Al 4 novembre 1918.
3.2 Regia Marina
      . Al 24 maggio 1915 .
      . Al 4 novembre 1918.

Conclusione.
Postfazione. .

Abbreviazioni.

Bibliografia
Indice dei nomi propri
Indice dei nomi geografici
Indice de dei Corpi, Unità e Reparti militari

Indice delle Illustrazioni

I Libri del Nastro Azzurro