Gen Mario Robotti |
martedì 12 novembre 2019
Il Caso Gambara. I tanti perchè di una assurdità
LA CRISI ARMISTIZIALE DEL 1943
Occorre riflettere e fare delle
considerazioni su tutta questa vicenda.
Scrive Filippo Stefani:
“La missione affidata al generale Gambara fu quanto di più illogico,
insensato e scorretto si potesse fare in quei giorni e neppure oggi, …..si
riesce a trovare non diciamo una giustificazione ma una motivazione od una
scusa che la renda comprensibile.
Perché
affidare al generale Gambara anziché al gen. Robotti o la generale Gariboldi,
che erano comandanti di armata, il comando di un raggruppamento di nove
divisioni?
Ancorché
l’annunzio dell’armistizio fosse stato dato il 12 settembre anziché il giorno
8, come fu possibile assicurare al generale Gambara che vi sarebbe stato il
tempo necessario per attuare il nuovo schieramento ed il nuovo ordinamento
tattico, ben conoscendo la dislocazione frazionatissima e la mancanza di
mobilità delle grandi unità?
Perché
si volle confermare alle 20 del giorno 8 sia pure in termini possibilisti, un
ordine la cui attuazione avrebbe probabilmente richiesto più dei 10 giorni
preventivati dal generale Gambara
Perché
il generale Robotti ed il generale Gariboldi lasciarono libero il generale
Gambara di qualsiasi decisione non ignorando che il mattino del 9 non vi
sarebbero stati né il tempo né il modo per sganciare e concentrare le gradi
unità designate e che un così vasto cambiamento di dipendenze in quella
situazione già tanto difficile e complesso, non avrebbe che aumentato la
confusione delle idee e l’incertezza delle azioni?”[1]
Oltre a questi perché, è già stato
segnalato che lo Stato Maggiore, nelle persone di Roatta e di Ambrosio, era
evidente che il piano era inattuabile, dato l’annuncio dell’armistizio
imminente.
[1] Filippo Stefani., Storia della Dottrina e degli Ordinamenti dell'Esercito Italiano,Roma, Ministero della Difesa, Stato Maggiore dell'Esercito, Ufficio Storico pag. 924
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