giovedì 21 dicembre 2023
martedì 19 dicembre 2023
Materiali per la Storia dell'Istituto del nastro Azzurro
Istituto del Nastro Azzurro,. Sono riportate le date di fondazione delle sezioni su tutto il territorio nazionale nel primo anno di fondazione, il 1923. Sono 49 Sezioni comprese quelle di Pola di Fiume, in Istria quando questa regione era annessa al regno d'Italia
10/02/1923 Fiume
16/02/1923 Udine
17/02/1923 Taranto
05/04/1923 Ancona
05/04/1923 Catania
13/04/1923 Firenze
15/04/1923 Genova
22/04/1923 Napoli
05/05/1923 Milano
26/05/1923 Palermo
28/05/1923 Venezia
02/06/1923 Roma
15/06/1923 Torino
16/06/1923 Livorno
22/06/1923 Reggio Calabria
22/06/1923 Reggio Emilia
28/06/1923 Mantova
28/06/1923 Mantova
30/06/1923 Potenza
01/07/1923 Foggia
02/07/1923 Macerata
02/07/1923 Macerata
07/07/1923 Parma
08/07/1923 Messina
16/07/1923 Lucca
19/07/1923 Perugia
22/07/1923 Campobasso
27/07/1923 Trieste
16/08/1923 Trapani
26/08/1923 Pola
09/09/1923 Lecce
09/09/1923 Siena
16/09/1923 Arezzo
30/09/1923 Siracura
08/10/1923 Modena
09/10/1923 Cosenza
13/10/1923 Cremona
13/10/1923 Massa
20/10/1923 Bergamo
21/10/1923 Rovigo
21/10/1923 Sassari
23/10/1923 Piacenza
24/10/1923 Treviso
25/10/1923 Aquila
25/10/1923 Benevento
28/10/1923 Porto Maurizio
31/10/1923 Padova
18/11/1923 Como
09/12/1923 Salerno
16/12/1923 Brescia
18/12/1923 Trento
sabato 9 dicembre 2023
Volume LIbano La prima esperienza fuori area
Massimo Coltrinari, Antonio Trogu,
Libano, la prima esperienza fuori area. Riflessioni nel 40° anniversario, Roma.
Roma Viterbo, Collana I Libri del Nastro Azzurro, 110 pagine, 10 euro
Presentazione
Negli anni
ottanta le Forze Armate Italiane, in generale, avevano orizzonti definiti dal
ruolo che la Nato aveva assegnato all’Italia nel cosiddetto fianco sud;
l’Esercito Italiano, in particolare, era concentrato sul cosiddetto confine
orientale, tutto orientato a difesa di quella che poi divenne l’iconica “soglia
di Gorizia”.
La
situazione internazionale, nel confronto est-ovest, aveva una sua centralità nel
trentennale, allora, conflitto israelo-palestinese, un conflitto che agli inizi
degli anni ottanta era sconfinato anche nel Libano, un paese che negli anni
settanta era un paese stabile, sicuro e con una vivibilità accettabile.
La
situazione precipitò in modo preoccupante e nel giro di qualche mese maturò per
Le Forze Armate italiane la doppia esigenza di essere chiamate a svolgere
operazioni, in aree di crisi, di interposizione al fine di ristabilire situazioni
fortemente deterioriate. Iniziava quella grande stagione che al tempo ebbe,
nella pubblica opinione, la dizione di “Missione di Pace”.
Si
passava, per l’Esercito, da una funzione prettamente di guarnigione e presidio,
ad una funzione di proiezione fuori dal territorio nazionale in operazioni
diverse da quelle della guerra. Tutto era da inventare, in quanto dalla fine
della seconda guerra mondiale, nessun soldato italiano era uscito dal territorio
nazionale.
Fu
un momento importante che questo volume vuole focalizzare, nel 40° anniversario
nelle sue variegate articolazioni, che cambiò il volto e dell’Esercito e delle
Forze Armate italiane proponendo anche una riflessione su questo aspetto
veramente importante della nostra storia recente.
Gen. Carlo Maria Magnani
Presidente Nazionale dell’Istituto del Nastro Azzurro
Fra Combattenti decorati al Valor Militare
La presente pubblicazione, nel
quarantesimo anniversario della Missione “Italcon”, vuole ricordare e rendere
omaggio a tutti i partecipanti in quella che é stata la prima esperienza fuori
area delle Forze Armate Italiane, in uno scenario geopolitico nuovo, con
l’impiego di forze armate che ancora si basavano sulla leva generalizzata.
Come noto la Missione “Italcon” (o
"Contingente italiano in Libano") è stata un'operazione
di peacekeeping condotta dalle forze armate italiane nella
terra dei Cedri nell'ambito della MFL, sigla che sta per Forza Multinazionale
in Libano, a cui partecipavano anche la Francia, gli Stati Uniti d’America
e, in misura minore, la Gran Bretagna.
Sì svolse dal 1982 al 1984,
in due fasi, denominate "Libano 1" e “Libano 2" e, occorre
sempre ribadirlo era la prima volta dopo la fine della seconda
guerra mondiale che elementi delle nostre Forze Armate di terra, di mare,
di cielo, era chiamato ad operare in missione fuori dai confini italiani, con
il compito di svolgere azione di interposizione tra le parti in conflitto
primariamente di difendere la popolazione civile. Non era la prima volta, come
il volume ampiamente mostra che le nostre Forze Armate erano chiamate a
svolgere questi compiti. In epoca contemporanea, già il Regno di Sardegna aveva
chiamato le sue unità a compiti diversi da quelli istituzionali, soprattutto la
Marina, che svolse numerosi missioni anche a protezione degli interessi dei
sudditi sabaudi, sia a protezione dei propri emigranti soprattutto nel nuovo
continente. All’indomani della Unità d’Italia sia fino allo scoppio della Prima
Guerra Mondiale, che all’indomani della Vittoria, le “missioni di pace” furono
variegate e numerose, continuando a svolgersi fino allo scoppio della II Guerra
Mondiale. Il secondo dopoguerra vede un arco di circa 30 anni in cui la nostra
politica di difesa vede le Forze Armate rimanere entro i confini nazionali, per
arrivare al Libano nel 1982, con cui si apre la grande stagione delle nostre
missioni fori area.
Come gli autori indicano
nella loro Nota, il volume ha due versanti: quello dottrinale e quello
rievocativo, dando al lettore un quadro ampio sia della materia che si sta
trattando sia del come le nostre forze armate interpretarono e realizzarono la
loro partecipazione.
Su questo versante, il
contingente italiano era composto da militari di leva, la cui preparazione alla
parte operativa si limitava a pochi mesi di addestramento intensivo. Una grossa
scommessa impiegare questa truppa in aree altamente conflittuali ed é
necessario ricordare che quando queste truppe furono chiamate ad operare in
Libano i nostri militari di leva si sono validamente confrontati con i
paracadutisti della Legione Straniera e con i marines statunitensi, dimostrando
coraggio, spirito di sacrificio, altruismo e grande umanità. Una scommessa
vinta che ebbe una vasta eco anche nella pubblica opinione di allora,
migliorando di molto il rapporto tra la stessa pubblica opinione e le Forze Armate.
Si può quindi affermare, senza essere tacciati di
presunzione, che le missioni Libano 1 e Libano 2 hanno avuto successo, hanno
fatto “storia” e hanno rappresentato un modello per le successive missioni. Il volume vuole ricordare e “fare memoria” di quei giorni, anche come
espressione del valore militare del nostro Paese.
Il Collegio
dei Redattori
Della
Rivista “QUADERNI DELNASTRO AZZURRO”
Nota degli Autori
Il Ministero della Difesa, nel quadro generale dei
progetti da proporre per l’anno seguente, indicava nel luglio del 2021 un tema,
tra i vari proposti, riguardante la nostra esperienza in Libano nel 1982,
proponendo delle riflessioni di quella che ormai è nota a tutti come la prima
“missione fuori area” delle nostre Forze Armate. Il progetto fu articolato,
come tutti i progetti del CESVAM – Centro Studi sul Valore Militare, in modo da
essere incardinato nel programma didattico di uno dei Master di 1° Livello,
attivati presso la Università degli Studi “N. Cusano” Telematica Roma. Il
progetto in argomento ebbe come riferimento il Master di 1° Liv. dal titolo
“Politica Militare Comparata dal 1960 ad oggi”. Capofila di esecuzione, sotto
la supervisione del Presidente Nazionale, del progetto fu il Direttore del
CESVAM. Approvato il progetto, nella sua fase di sviluppo fu chiamato il gen.
Antonio Trogu, docente del Master.
La realizzazione di un segmento del progetto vedeva la
realizzazione di un volume, sia per l’integrazione dell’offerta didattica, sia
per la divulgazione. Si è creduto opportuno dare a questo volume due versanti:
il primo didattico-storico, presentando “a tutto tondo” quelle che per due
secoli sono state le missioni fuori area, nelle variegate accezione, delle
nostre Forze Armate, sia in epoca preunitaria che in epoca nazionale; il
secondo versante a carattere rievocativo-divulgativo, peraltro molto contenuto
rinviando alla numerosa memorialistica esistente, dando però ampio spazio alle
considerazioni ed alle riflessioni, a quaranta anni di distanza di quella
esperienza di chi la visse direttamente.
Il progetto continua, andando al di là dei limiti
indicati in quello presentato dal Ministero avviando ulteriori ricerche
focalizzate sul valore militare riconosciuto, non solo per la Missione Libani 1
e Libano 2, ma anche per tutte quelle che furono svolte in epoca contemporanea.
Al momento di chiedere questo segmento di ricerca non si è in grado di
ipotizzare la edizione di un ulteriore volume dedicato al Valore Militare nelle
Missioni di pace oppure no; certamente i risultati che si otterranno vedranno
la edizione a stampa sui “CESVAM PAPERS” e la pubblicazione sulle filiere in
rete del CESVAM stesso.
M.C, A.T,
Lo scopo di questo volume è quello di proporre delle
riflessioni a carattere generale, anche da parte di alcuni protagonisti, della
esperienza che l’Italia affrontò agli inizi degli anni ’80 nel contesto
internazionale come partecipazione alla stabilizzazione e riduzione dei
conflitti. Dalla fine della Seconda Guerra Mondiale le Forze Armate Italiane
erano ispirate come impiego, per una scelta di politica militare ben precisa, ad
una decisa politica di difesa imperniata sull’art.11 della Costituzione repubblicana
del 1948 (L’Italia ripudia la guerra come soluzione dei contrasti tra gli
Stati); il corollario conseguente fu per decenni il “focus” di impiego delle
nostre unità soprattutto terresti sarebbe stato incentrato sulla difesa del
confine orientale.
Poi la svolta degli anni ’80. Per contribuire alla stabilità
internazionale e comporre i conflitti in corso, in ambito ONU, si volle
iniziare con l’invio di contingenti militari in Libano quella stagione che
presso la pubblica opinione si accreditò come “missioni di pace”. Forze armate
impiegate come strumento di contrasto alla violenza bellica, come forza di
interposizione, utilizzata da parti che non riuscivano a trovare altra soluzione
che la violenza ai loro dissidi. Si intervenne nel conflitto tra israeliani ed
arabi, iniziato nel 1948 e che ancora oggi continua e perdura, nella
convinzione di portare un contributo volto a fornire elementi di
stabilizzazione politica e sociale alle due comunità.
Il volume nella sua prima parte da un ampio quadro delle
attività svolte dall’Italia, dall’Unità d’Italia ad oggi, ma anche dando cenni
agli decenni precedenti in merito alle iniziative dell’allora Regno di Sardegna,
fino ai nostri giorni come prova che le “missioni di pace” nelle sue varie
interpretazioni fanno parte del DNA delle nostre Forze Armate; nella sua
seconda parte riporta riflessioni di chi fu partecipe di quella esperienza, a
quaranta anni di distanza, nei suoi risvolti politici ma soprattutto come prima
esperienza delle Forze Armate italiane chiamate a confrontarsi con una realtà
che non era la guerra classica, ma che presentava risvolti diversi e variegati spesso
non conosciuti, in un contesto in cui non si poteva sbagliare. Iniziò con il
Libano una stagione in cui le Forze Armate italiane furono impiegate come forza
di interposizione e stabilizzazione, stagione che risultò poi essere uno strumento
di sempre migliore addestramento ed efficienza per le stesse Forze Armate,
quasi una “sprovincializzazione” dello strumento militare sostanzialmente di
guarnigione, ma che fu pagato con un logoramento di materiali ed uomini ed un
allontanamento ordinativo, sul piano dottrinale, dal vero motivo per cui le
Forze Armate esistono. Alcune componenti terrestri (vedasi l’artiglieria e le
forze carriste), si ridussero a entità trascurabili, la fanteria perse di molto
il suo ruolo di arma base, a favore del genio, che assunse, appunto, sempre più
la funzione di arma base; inoltre componenti logistiche come la sanità ed il
commissariato assunsero una dimensione che andò oltre quella tradizione di
sostegno all’arma base. Uno strumento militare che si avvicinava a più ad una forza
paragonabile alle “constabulary forces” che realmente militare. Non per altro
per fronteggiare alla emergenza Covid-19 il Paese si affido, per la
vaccinazione di massa della popolazione ad una struttura gestita e approntata
dalla organizzazione militare.
Tutto questo venne a confrontarsi con gli eventi del 24
febbraio 2022 in Ucraina, in cui le Forze Armate sono chiamate a sostenere non
più missioni di interposizione e stabilizzazione, ma, nella sostanza, a
ritornare al loro ruolo di fronteggiare una guerra classica, in un contesto di
una coalizione come la Nato, in un contesto “dual use” il cui si sta
ripristinando l’”use” primario.
Il volume quindi offre momenti di riflessione di questo arco
temporale di quarant’anni anni come evoluzione ed impiego delle nostre Forze
Armate, vero riverbero della situazione in cui l’Italia è chiamata ad operare
I limiti di spazio sono quelli del territorio nazionale, del
mediterraneo orientale e dei territori libanese e a nord dello Stato di Israele
I limiti di tempo vanno per la prima parte visti in quelli
dell’età contemporanea, dalla Santa Alleanza ad oggi, in particolare dalla
prima missione di interposizione che si ebbe a metà dell’ottocento, con una
particolare attenzione agli anni ottanta del secolo scorso.
premessa: facoltativa
(eliminare fino a interruzione di sezione se non si desidera)
.