1866 QUATTRO BATTAGLIE PER IL VENETO

1866 QUATTRO BATTAGLIE PER IL VENETO
Il volume e acquistabile presso tutte le librerie, oppure si può chiedere alla Casa Editrice (ordini@nuovacultura.it) o all'Istituto del nastro Azzurro (segreteriagenerale@istitutonastroazzurro.org)

1866 Il Combattimento di Londrone

ORDINE MILITARE D'ITALIA

ORDINE MILITARE D'ITALIA
CAVALIERE DI GRAN CROCE

Collana Storia in Laboratorio

Il piano editoriale per il 1917 è pubblicato con post in data 12 novembre 2016

Per i volumi pubblicati accedere al catalogo della Società Editrice Nuova Cultura con il seguente percorso:
www.nuovacultura.it/catalogo/collanescientifiche/storiainlaboratorio

.La collana Storia in Laboratorio 31 dicembre 2014

.La collana Storia in Laboratorio 31 dicembre 2014
Collana Storia in Laboratorio . Scorrendo il blog si trovano le indicazioni riportate sulla quarta di copertina di ogni volume. Ulteriori informazioni e notizie possono essere chieste a: ricerca23@libero.it

Testo Progetto Storia In Laboratorio

Il testo completo del Progetto Storia in Laboratorio è riportato su questo blog alla data del 10 gennaio 2009.

Si può utilizzare anche la funzione "cerca" digitando Progetto Storia in Laboratorio.

Traduzione

Il presente blog è scritto in Italiano, lingua base. Chi desiderasse tradurre in un altra lingua, può avvalersi della opportunità della funzione di "Traduzione", che è riporta nella pagina in fondo al presente blog.

This blog is written in Italian, a language base. Those who wish to translate into another language, may use the opportunity of the function of "Translation", which is reported in the pages.

Translate

La Collana Storia in Laboratorio al 31 dicembre 2011

La Collana Storia in Laboratorio al 31 dicembre 2011
Direttore della Collana: Massimo Coltrinari. (massimo.coltrinari@libero.it)
I testi di "Storia in Laboratorio"
sono riportati
sul sito www.nuovacultura.it
all'indirizzo entra/pubblica con noi/collane scientifiche/collanastoriainlaboratorio/pagine 1 e 2

Cerca nel blog

sabato 8 gennaio 2011

Ricordo di Lauro de Bosis

INTERVENTO
di 
ALESSANDRA POGGI

“Domani alle tre, su un prato della Costa Azzurra, ho un appuntamento con Pegaso, il mio aeroplano. Ha la groppa rossa e le ali bianche. L’ho trovato nella foresta Ercinia e il suo ex-padrone me lo porterà sulle rive del Mar Tirreno credendo in buona fede che abbia a servire agli svaghi di un giovane britannico. La mia cattiva pronuncia non gli ha destato sospetti: gli chiedo quasi scusa di questo. Ma non andremo a caccia di chimere. Andremo a portare un messaggio di libertà ad un popolo schiavo al di là del mare”.

Come già i miei predecessori hanno detto, oggi 3 ottobre, ricorre l’anniversario della morte di Lauro de Bosis, un ragazzo che aveva tutto. Poi divenne un eroe, un fulgido esempio di dedizione ed abnegazione alla propria causa. Ma soprattutto era un giovane che mai permise al proprio contorno socio-politico di omologarlo e massificarlo, in un particolare frangente storico durante il quale soprattutto dai giovani si pretendeva la conformazione alle regole di una dittatura, quella fascista.

Si è già parlato della figura pubblica del de Bosis e del pensiero politico che lo portò ad inondare la città di Roma di volantini anti-fascisti.

Quello che vorrei mettere in risalto con il mio intervento è proprio l’estremo coraggio interiore dimostrato da un giovane nel perseguire valori dai quali non avrebbe potuto mai prescindere. E vorrei – da giovane quale io sono – trasmettere a questa platea di ragazzi l’importante messaggio del ragazzo Lauro de Bosis, cui fu dato di vivere in un travagliato periodo storico e cui fu dato di scegliere di assumersi delle responsabilità molto gravose. Questa mia prolusione – che si scosterà un poco dall’originale titolo assegnatole – vuole essere un tributo ragionato al testo che Gaetano Salvemini dedicò all’amico Lauro, aprendo uno scorcio significativo sulla vita privata del giovane e sulle tappe (geografiche e politiche) ch’egli percorse prima del suo ultimo fatale volo.

Molto sinteticamente vorrei ricordare la figura di Gaetano Salvemini. Fu insigne storico e pensatore politico italiano, autore di molteplici studi sul fascismo e sulla questione meridionale. Nel 1919, dopo essersi candidato per due volte senza successo (1910 e 1913), venne eletto al parlamento, dove si batté per fermare l'ascesa del partito fascista. i fascisti ormai insediati al governo lo arrestarono per l'attività politica legata al giornale clandestino 'Non Mollare' nel 1925. Il 1925 fu l’annus horribilis dei liberi pensatori in Italia: l’anno durante il quale si dovettero rendere conto che Mussolini si era ormai “spinto troppo avanti” distruggendo ogni reliquia delle libertà costituzionali in Italia. Nel 1925 Benedetto Croce prese apertamente posizione contro il fascismo e lo stesso Lauro ricordò quel periodo come l’anno critico della politica italiana. Lo stesso anno riuscì però a espatriare e visse in Francia, Inghilterra e, dal 1933, negli Stati Uniti dove insegnò all'Università di Harvard fino al 1950.

Lauro nacque a Roma il 9 dicembre 1901 e crebbe respirando letteratura e cultura; la casa paterna costituì per Lauro de Bosis la principale fucina per una vastissima cultura e una solidissima struttura morale. il padre, Adolfo de Bosis, era uomo di grande intelletto e il suo salotto, tra il 1890 e il 1920 fu il convegno dell’intellighenzia intellettuale residente a Roma. La madre, Lillian Vernon, era figlia di un pastore protestante vissuta in Italia fin da bambina. Essa, pur se indirettamente costituì per lauro il passaporto virtuale verso il pensiero autonomo e la critica nei confronti della dittatura fascista. Fin da giovanissimo, infatti, nel 1924, a soli ventitré anni poté visitare gli USA e ivi comprendere come il fascismo fosse disprezzato al di là dei confini italiani e, parimenti, come l’ignara gioventù italiana stesse rischiando la completa massificazione.

I viaggi statunitensi si rivelarono sempre più utili e intensi: nel 1926 Lauro insegnò lingua e letteratura italiana durante i corsi estivi ad Harvard e, sempre nello stesso periodo pubblicò varie traduzioni di opere americane.

In questo modo, nel 1927, fu ispirato – proprio dalla madre - a stendere l’unica opera poetica completa di cui egli ci abbia lasciato traccia: Icaro. In essa non vi sono allusioni al pomposo linguaggio che permeava la propaganda fascista, ne’ influenze dannunziane. Con Icaro, Lauro de Bosis si rivela nella sua fede antifascista e porta il lettore a voler seguire Dedalo e Icaro nel loro volo verso la libertà tanto agognata dopo anni di prigionia nel labirinto. Qui è significativa la lettura di un brano dell’Icaro, tratto dal colloquio tra Fedra, figlia di Minosse e Icaro stesso: “Giovine, sai tu il rischio che corri? Tutto il fascino è questo. E se cadrai? Non temi la morte? Non mi tocca, finché c’è vita si combatte; e poi pace! Il mio fato, quale sia, io lo voglio!”.

Nella primavera del 1929 Salvemini e de Bosis – che intanto era divenuto segretario della Società Italia America negli USA – si incontrarono per la prima volta e Lauro chiese a Gaetano cosa avrebbe pensato se un aeroplano avesse volato su Roma per esortare gli italiani a rovesciare il giogo che li stava opprimendo. Come Icaro, anche Lauro stava cominciando a bramare delle ali per spezzare le catene dell’ignoranza e della schiavitù del suo popolo.

Nell’estate 1930 questa la sua risoluzione di esortare gli italiani alla reazione lo portò a iniziare un lavoro di propaganda clandestina sotto il nome di “Alleanza Nazionale per la libertà”. Scrisse e ciclostilò 8 foglietti in 600 copie nei quali si rivolgeva al Re come garante della costituzione e capo dell’esercito e al Papa quale custode della fede e capo dell’azione cattolica. Assieme, le due figure avrebbero potuto facilmente rovesciare Mussolini per poi ricostituire basi democratiche per l’Italia. lauro non era solo nella sua impresa, molti come il croce e il duca di Cesarò lo incoraggiarono e alcuni contribuirono attivamente alla composizione e alla consegna dei foglietti clandestini.

L’attività entusiasmò molto il giovane de Bosis che vedeva crescere intorno a sé una cerchia di compagni assieme ai quale combattere la sua battaglia. Fintanto che, sventuratamente e a causa di circostanze avverse, alcuni amici del giovane e la sua stessa madre vennero scoperti e arrestati. egli era allora fuori dall’Italia e a malincuore rinunciò al proposito di precipitarsi in patria per condividere il destino dei suoi cari.

Vorrei qui ricordare le circostanze dell’arresto della signora de Bosis, alla quale fu chiesto perché mai avesse acconsentito a ciclostilare i foglietti illegali ed ella “ricordando che poco tempo prima Mussolini aveva definito il popolo italiano quaranta milioni di pecore che fornivano la lana al Governo, disse di non essere una pecora”. Essa venne poi convinta a scrivere una lettera di fedeltà al Duce che, letta solennemente durante il processo, rischiò di paralizzare l’attività di Lauro.

Era dunque venuto il momento di costruirsi le ali per raggiungere il cielo. era venuto il momento di compiere un atto eclatante che avrebbe mostrato al mondo intero la fede di lauro e svelato finalmente la sua battaglia contro la dittatura. Il resto è storia: il Salvemini ripercorre con affetto e commozione le tappe attraverso le quali de Bosis giunse a rafforzare e definire l’idea del volo su Roma. dal suo scritto traspare l’ammirazione per un giovane indomito che iniziò a prendere lezioni di volo irrobustendo a poco a poco le proprie ali. e anche il lettore è mosso alle lacrime quando Salvemini accenna al testamento politico del de Bosis, quella storia della mia morte scritta alla vigilia del volo su Roma nella quale egli scrive di accingersi ad andare a portare un messaggio di libertà ad un popolo schiavo.

e il messaggio di lauro trascende ciò che era scritto sui 400.000 manifestini riversati su Roma nella serata del 3 ottobre 1931. trascende il momento storico che costrinse il giovane a compiere il suo volo. quello che traspare lampante dallo scritto del Salvemini è la figura di un giovane uomo che non si piegò alle regole che una società omologatrice voleva imporgli- questo è un messaggio validissimo anche ai nostri giorni e la figura di lauro torna a rivivere oggi più che mai.

Un detto marinaresco afferma che “nessun vento è favorevole a chi non sa dove andare”. La voce di Lauro de Bosis non è caduta in un arido deserto ed egli non fu foglia morta trascinata dal vento, egli seppe dominare il suo vento e in esso si dissolse scomparendo. Il vento lo portò alla sua meta lasciando a noi tutti un esempio da seguire.

Nessun commento:

Posta un commento