mercoledì 27 novembre 2013
Fare Storia.
Venerdì 29 novembre 2013 alle ore 18,00 nell’auditorium (g.c.) di palazzo Montani (piazza Antaldi, 2 – 61121 Pesaro) il Circolo della stampa/Pesaro e la Società pesarese di studi storici presentano
Letture storiografiche
I libri di storia che hanno fatto storia
(I Quaderni ASC, 1/2013, pp. 232)
a cura di Marco Severini.
Letture storiografiche si raccomanda a chi voglia “capire di storia”: studiosi, cultori della materia, studenti, chiunque voglia indagare il pensiero storiografico partendo dalle opere fondamentali e dai maggiori autori.
Il volume propone infatti dieci meditate schede di altrettanti libri “che hanno fatto storia”: da Risorgimento e capitalismo di Rosario Romeo a Novecento di Tony Judt, da Guerra civile di Claudio Pavone a Il secolo breve di Eric J. Hobsbawn, dalle Origini del movimento femminile di Franca Pieroni Bortolotti all’Apologia della storia di Marc Bloc, senza dimenticare opere come la monumentale biografia di Pio IX, di Giacomo Martina, o la trentennale ricerca di Renzo De Felice su fascismo e dintorni. Queste e altre opere – non meno importanti – sono rivisitate nei contenuti, nel metodo, nel valore storiografico e nella “fortuna” presso i contemporanei (e i posteri), senza peraltro tralasciare la dimensione biografica e intellettuale dei rispettivi autori.
La S.V. è invitata.
Riccardo P. Uguccioni
martedì 26 novembre 2013
Pierfranco: una testimonianza dalla Sardegna.
Pierfranco Faedda: 150° Corso Montello Accademia Militare comunica così' ai suoi amici e colleghi di Corso sul dramma della Sardegna:
Carissimi,
ho ricevuto in questi due giorni tantissime vostre telefonate. Vi sentivo preoccupati per la Sardegna e per la mia situazione , per la mia famiglia e per la mia città. Grazie a Dio, Sassari e la zona nordoccidentale dell'isola sono state risparmiate; di conseguenza io, la mia famiglia e la zona di Sassari non abbiamo subito alcun danno.
Insieme al grande dolore che le notizie sempre più allarmanti mi hanno dato, abbiamo sentito però il calore che il segno del vostro affetto, della vostra solidarietà, della vostra amicizia, della vostra fratellanza ci ha fatto sentire.
Nonostante sia ormai "vecchietto" e disabituato alle grandi fatiche (ammesso che mai tale "cattiva" abitudine mi abbia posseduto!), non ho potuto fare a meno di rispondere affermativamente ad una richiesta di recarmi in Gallura per "dare una mano" a chi non ha avuto la mia fortuna. Ho preparato il mio zaino, mi sono vestito adeguatamente e ... via. Ho aderito senza razionalità (forse molti giovani hanno più capacità di me e sicuramente hanno più forza, mi dicevo), ma, d'istinto: pensando che potessi essere utile, sono andato.
Già dalla partenza sono stato "aggregato" ai vigili del Fuoco di Sassari (o meglio ad una loro squadra).
Giunti all'estrema periferia di Olbia, le immagini che si sono presentate ai miei occhi sono state terrificanti: strade con voragini di decine di metri, vie trasformate in fiumi in piena, campagne circostanti trasformate in laghi profondi alcuni metri con decine di carcasse di bovini e ovini che galleggiavano inerti, uomini e donne che, come formiche, entravano e uscivano con secchi e quant'altro pieni di fango e acqua dalle loro case ormai semi distrutte e inabitabili (almeno al piano terra). Ho assistito alla preziosa professionalità dei "pompieri" che in pochissimo tempo hanno aiutato a svuotare le cantine, "bonificare" piani terra e ammezzati, radunato gli abitanti e organizzato il loro trasferimento in un hotel (che però è avvenuto a tarda serata perché non si sapeva bene dove portarli). Intanto un camion civile, spuntato dal nulla, distribuiva a quelle famiglie, cibo e coperte: la magia della solidarietà! (ho poi scoperto che erano dei volontari di Ozieri, una cittadina a circa 50 km., che preservata dalla bomba d'acqua aveva pensato di correre in aiuto ad altri Sardi in difficoltà).
Subito dopo (un paio d'ore prima del buio, intorno alle 15.30) i vigili del fuoco sono stati chiamati ad intervenire in una frazione di Olbia (credo Monte Telti) che era quasi del tutto isolata; infatti era accessibile solo da una strada di non asfaltata che, forse, era ancora transitabile. I vigili insistevano nel dirmi che era troppo pericoloso portarmi con loro; ma io, nonostante avessi paura, insistevo, da buon masochista, per andare con loro. L'ho spuntata e con i loro mezzi, seguiti da una piccola colonna di camion carichi di coperte, bombole e cibo di prima necessità, siamo partiti. Per fortuna la strada non presentava seri pericoli e siamo arrivati in pochissimo tempo. di nuovo uno spettacolo impressionante: la furia dell'acqua aveva devastato le case, ucciso il bestiame, sepolto le campagne, buttato a valle le vetture e i trattori, squartato alcune strade di quella frazione costituita da una decina di abitazioni e una quarantina di abitanti.
Naturalmente non c'era luce e c'era un freddo incredibile. Nessuno degli abitanti voleva muoversi dalla propria casa, nonostante tutti i nostri solleciti (e anche minacce di portarli via a forza!). Abbiamo distribuito tutto quello che avevamo, ripulito alla meno peggio le cantine e il piano basso delle loro abitazioni e constatato che tutto sommato il primo piano era ancora abitabile. Solo una famiglia possedeva una casetta fatta solo del piano terra, peraltro reso inabitabile. Marito, moglie e tre bambini in scala dai 5 agli 8 anni: avevano perso la casa, il bestiame (una cinquantina di pecore), e l'appezzamento di terra coltivato prevalentemente ad orto. L'uomo e la moglie, il cui motto pareva solo essere "dignità e dignità" si schernivano e non volevano muoversi da li. Forse avrei dovuto fare il mestiere di mediatore/imbonitore o di parroco, infatti li ho storditi con le chiacchiere; pian piano li ho convinti (per loro stessi, per i bambini) a trasformare il loro motto in "pane e dignità" poi, visto che li non c'era più pane, ad accettare con dignità il nostro aiuto.
Li ho portati a Sassari; hanno dormito a casa mia. Ieri notte poi è stata una processione di parenti e amici, con vestiti , giocattoli ed altro.
Stamattina mi ha telefonato zio Luigi Ledda (87 anni), uno dei miei nonnetti, che tutti chiamano "telegiornale" (perché segue tutte le notizie in TV e sui giornali e poi fa la conferenza stampa agli altri). Essendo, tra l'altro, Capo della Commissione "Cenone di Natale e Capodanno", mi ha "ordinato" di prendere i risparmi delle Feste Natalizie per darli a chi ne ha più bisogno e mi ha segnalato un caso che poi vi dirò.
«Tanto noi non abbiamo più i denti - mi ha detto - e possiamo anche mangiare una minestra di brodo!»
Stamattina ho saccheggiato" davvero i risparmi destinati a loro, per dare una quota di sopravvivenza a questa famiglia di miei nuovi amici.
Stamattina ho accompagnato la famigliola a San Teodoro, dove mia nipote ha messo a disposizione una casa che lei utilizza solo in estate. Non appena ci daranno il via (le strade sono ormai tornate quasi tutte agibili), un mio amico con la sua impresa edile rimetterà a nuovo la casetta di Pasquale e Rosa; successivamente, un altro mio amico sostituirà la mobilia (resa marcia dall'acqua e dal fango) sperando che nel frattempo la macchina degli aiuti ufficiali si metta in moto e arrivi a destinazione, non solo per loro ma per tutti.
Lo stesso lavoro questi miei amici (impresario e mobiliere) lo faranno a favore della famiglia di Fabrizio Pinna, un ragazzino di 15 anni che zio Luigi ("Telegiornale") mi ha segnalato. Anche Fabrizio, che vive ad Olbia, ha avuto la casa distrutta, ma non solo.
Circa otto anni fa è stato colpito da una rarissima malattia, a tutt'oggi ancora di natura ignota.
Prima era un bambino come tutti gli altri, con un sogno: giocare a calcio e magari un giorno far parte della sua squadra del cuore : La Juventus, ma purtroppo questa malattia gli impedisce di coordinare i movimenti. Fabrizio ha avuto tappe dello sviluppo normali sino all'età di 6 anni, dopo di che ha cominciato a soffrire di perdita di equilibrio, e a seguito di RMN (Risonanza Magnetica Nucleare) si è evidenziata una atrofia cerebellare, e diagnosticata una atassia di natura ignota. Dopo anni di sofferenza e di frustrazione finalmente la luce in fondo al tunnel, la possibilità di cura. |
A Febbraio, Fabrizio dovrebbe recarsi negli Stati Uniti d’America -Maryland - dove è situato l’unico centro al mondo specializzato in malattie rare: il NIH, National Human Genoma Research Institute, di Bethesda. A tutt'oggi sono stati raccolti 84.000 Euro dei 120.000 necessari per il viaggio, il soggiorno, il ricovero e le cure complete.
Domani mattina mi recherò ad Olbia con l'impresario ed il mobiliere per un sopralluogo e porterò alla mamma di Fabrizio il contributo dei nostri nonnetti.
So di aver portato solo una goccia dall'oceano, so che non ho fatto niente niente di eroico, ma so anche che stasera mi sento meglio, sento il cuore colmo di pace e di buoni sentimenti.
Un abbraccio
Pierfranco
venerdì 22 novembre 2013
Cielo. Istruzione per l'uso.
POSTFAZIONE
Il
presente volume ha l’obiettivo di guidare il lettore attraverso un percorso di
alfabetizzazione astronomica. Esso intende fornire i primi rudimenti a chi,
digiuno di Astronomia, è desideroso di avvicinarsi alla materia. Può essere
considerato sia un libro di lettura, da scorrere riga per riga la sera prima di
coricarsi, sia di consultazione, da tirar fuori all’occorrenza per rispolverare
concetti dimenticati o non chiariti.
Già
l’autore è una garanzia per il raggiungimento dell’obiettivo del libro. Egli
non è un astronomo professionista, al quale a volte potrebbe capitare di
ritenere scontate certe nozioni e superflue alcune spiegazioni, o al quale
potrebbe sfuggire qualche parolone a complicare la comprensione del testo.
L’autore è invece un astrofilo, un autodidatta appassionato di astronomia, che
da decenni si dedica non solo allo studio e all’approfondimento di temi
astronomici, ma anche alla loro divulgazione, cioè alla trasmissione ai
“profani” di concetti compresi e assimilati autonomamente, senza avere dietro
una preparazione accademica.
Si
potrebbe obiettare che pubblicazioni di caratteristiche analoghe già erano
reperibili in libreria. In risposta a ciò, innanzitutto è doveroso far notare
che l’esposizione di argomenti scientifici al grande pubblico non è mai
sufficiente. L’Astronomia, pur essendo la scienza più antica e più
affascinante, oltre che la disciplina che più di ogni altra tende ad
intrecciarsi con i vari campi del sapere, è anche la più trascurata,
soprattutto per quanto riguarda certi aspetti. Essendo spesso a contatto con il
mondo della scuola, l’astrofilo divulgatore è consapevole del fatto che a volte
gli stessi docenti di scienze, insegnamento nei cui programmi ministeriali
rientra l’Astronomia, lamentano una scarsa preparazione in materia, non avendo
effettuato tali studi nella loro carriera universitaria e non avendo magari
avuto modo di approfondire da soli. È paradossale inoltre come molti ragazzi si
mostrino pronti a parlare di argomenti sensazionalistici come supernovae, buchi
neri o impatti asteroidali, ma non siano poi in grado di spiegare i moti della
volta celeste, le fasi lunari, la dinamica di un’eclissi, né di individuare in
cielo la Stella Polare e le costellazioni principali.
Questo
libro ha proprio il merito di trattare alcuni aspetti che i moderni testi di
divulgazione tralasciano: per esempio il calcolo delle distanze, delle
dimensioni e il peso dei corpi celesti, così come effettuato dagli astronomi
nel corso della storia, e che può essere ripetuto dallo studente o dal semplice
curioso solo con l’aiuto di carta, penna e un po’ di materia grigia. Si tratta
di ragionamenti in cui vale la pena cimentarsi. Come del resto vale la pena
conoscere il metodo di determinazione della posizione dei pianeti e della Luna
in cielo, così come descritto nelle appendici e come riportato in testi datati
ormai introvabili.
Non
bisogna poi dimenticare che l’inquinamento luminoso, cioè la dispersione della
luce artificiale fuori dalle aree a cui essa è funzionalmente dedicata, sta
privando le nuove generazioni del mondo ipertecnologico della possibilità di
godere delle meraviglie celesti. Solo le stelle più brillanti sono visibili in
prossimità dei centri abitati, dove si concentra la maggior parte della
popolazione; moltissimi giovani non hanno neanche mai visto la Via Lattea
solcare il firmamento. La situazione è destinata a peggiorare ulteriormente se
non si prenderanno seri provvedimenti legislativi o se non si darà attuazione
alle normative già esistenti. Molte regioni italiane, nell’ultimo decennio,
hanno promulgato leggi in materia di risparmio energetico e inquinamento
luminoso, ma sembrano essersene dimenticate. Non si può pensare che in futuro
esisteranno gli astronomi professionisti, tra i principali protagonisti della
ricerca scientifica, se nessuno sarà più cosciente dell’esistenza delle stelle.
Il volumetto serve perciò a ricordare e a far comprendere a tutti noi quello
che c’è sopra le nostre teste.
Alessandro Marini
Segretario dell'Associazione Marchigiana Astrofili -
Ancona
martedì 12 novembre 2013
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