PROGETTO SCUOLA
IN LABORATORIO ANNO 2021.
Istituto Tecnico Industriale Minerario Statale
“Giorgio Asproni- Enrico Fermi” di Iglesias.
Referente:
Prof.ssa Zurru Silvia – Partecipanti: Classi 5 Chimici e 5 Geotecnici.
Presentazione
della Scuola. L'Istituto
di Istruzione Superiore Statale Minerario Giorgio Asproni è nato il 3 Maggio
del 1871 come Scuola Mineraria, destinata a formare tecnici in grado di gestire
l'attività estrattiva delle miniere locali. Dal 1911 la sede è ubicata in un
prestigioso edificio nella centrale Via Roma di Iglesias; attualmente la
struttura ospita i due indirizzi Chimica dei materiali e Geotecnici. Le aule e
i laboratori sono moderni e funzionali, il contesto architettonico è ricco di
fascino e storia; la scuola è anche sede di una importante Biblioteca, di un
Museo Mineralogico e, nei sotterranei, di un Museo dell'Arte Mineraria. L'accorpamento con l'Istituto Tecnico Commerciale
Enrico Fermi, risalente al 2015, ha rafforzato la presenza significativa della
Scuola nel contesto educativo, culturale e professionale del territorio del
Sulcis Iglesiente. Entrambi gli Istituti hanno seguito l'evoluzione tecnologica
e le sue applicazioni, arricchendo negli anni la loro offerta formativa.
Attualmente gli indirizzi di studio sono, per il settore industriale, i corsi
Geotecnico, Chimico, Elettronico, Informatico e Liceo delle scienze applicate,
per il settore commerciale-turistico i corsi Amministrazione, finanza e
marketing e Turismo.
Presentazione
dell'elaborato. Il
nostro elaborato nasce da una riflessione, dalla consapevolezza che un
monumento, al di là della retorica di molte celebrazioni, è davvero importante
per tenere viva la memoria e impedire che la storia sia dimenticata,
soprattutto la storia delle persone comuni, semplici, ma non per questo meno
importanti e significative. Abbiamo aderito al progetto proposto dal CESVAM e
ne abbiamo condiviso gli obiettivi, abbiamo approfondito la vicenda del Milite Ignoto,
analizzando il materiale che ci è stato inviato dall'Istituto del Nastro Azzurro
e abbiamo iniziato a svolgere alcune ricerche sull'argomento. In particolare,
siamo rimasti molto colpiti da un pensiero di Giulio Douhet: “Tutto
sopportò e vinse il Soldato. Perciò al Soldato bisogna conferire il sommo
onore, quello cui nessuno dei suoi condottieri può aspirare neppure nei suoi
più folli sogni di ambizione. Nel Pantheon deve trovare la sua degna tomba alla
stessa altezza dei Re e del Genio”.
Questa frase ci ha portato ad una riflessione sul legame che si viene a
creare tra un monumento e la memoria collettiva, legame che può mantenersi nel
tempo, ma che rischia di sbiadire e perdere valore, se non interviene qualcosa
che lo rafforzi e gli dia un senso. Così abbiamo scoperto che la consuetudine
di ricordare i caduti in guerra tributando onori e gloria è stata molto diffusa
anche a livello locale; nella nostra città, Iglesias, nel 1921 nacquero due
comitati per raccogliere fondi e onorare la memoria dei caduti della Grande
Guerra. Uno, in particolare, era formato da un gruppo di allievi della nostra
scuola, in gran parte reduci, che vollero realizzare una lapide in marmo in
memoria di undici studenti ed ex studenti vittime del conflitto. La cerimonia
fu molto toccante. Intervennero Associazioni di combattenti, mutilati, madri e vedove
di guerra, autorità civili e militari. La lapide per anni fu onorata e ogni 4
novembre fu omaggiata con corone di fiori e discorsi commemorativi. Poi, con lo
scorrere del tempo, è stata trascurata ed è finita per diventare un oggetto
decorativo, come tanti altri. Generazioni di studenti le sono passate accanto,
senza conoscerne il senso e la storia. A questo punto della ricerca ci siamo
resi conto di aver proprio qui, a pochi metri dalle nostre aule, un monumento
davvero importante, che secondo noi poteva collegarsi con gli obiettivi e le
finalità del progetto. Queste le parole scolpite sulla lapide accanto ai nomi:
LO STUDIO, LA RUDE LOTTA CON LA ROCCIA LI AVEVA TEMPRATI
PUGNARONO CON VALORE DI SARDI
MORIRONO CON LA VISIONE RADIOSA DELLA GRANDEZZA D'ITALIA
Undici nomi, undici date, undici vite spezzate e dimenticate. A volte
le coincidenze sembrano aspettarci, sembrano indicarci che anche il caso può
mostrarci una strada inaspettata... Undici, undici come le bare allineate
difronte a Maria Bergamas, la madre straziata dal dolore e annichilita dal peso
della scelta. E undici come noi, studenti nella stessa scuola, ma 100 anni
dopo... Cosa erano per noi gli undici nomi degli studenti morti in guerra, le
undici date scolpite nel marmo? Cosa sapevamo noi di loro, delle loro vite, del
loro tragico destino? Così è iniziata la nostra ricerca, il nostro laboratorio
di storia. Le prime informazioni, frutto della ricerca nell'albo dei caduti,
hanno confermato che di alcuni dei giovani non si conosce il luogo di sepoltura,
e così li abbiamo sentiti ancora più vicini ai soldati ignoti allineati nella
basilica di Aquileia...
Le fotografie ingiallite, i diari di brigata e i dettagli delle
battaglie che li videro cadere, i certificati di nascita e di morte, gli
archivi della scuola... Storie lontane, di gelo, di polvere, di dolore, le
abbiamo ricostruite e le sentiamo molto più vicine. Ciascuno degli undici
studenti delle due quinte, indirizzo Chimici e Geotecnici, ha avuto il compito
di ricostruire i dettagli della vita degli undici giovani soldati, e per ognuno
di loro, al termine della ricerca, è stata compilata una scheda che contiene
sia i dati biografici che, laddove sia stato possibile, la ricostruzione delle
vicende militari, ricostruita attraverso la lettura di vari testi, in particolare
i diari delle brigate. Conclusa la ricerca, si può fare un bilancio di questa
esperienza. Gli obiettivi che erano stati prefissati sono stati pienamente
raggiunti, e oltre al lavoro in aula e nei laboratori, ci è stata offerta una
occasione straordinaria di approfondimento, grazie al Convegno organizzato il
18 dicembre nell'Aula Magna della Scuola, al quale hanno partecipato il
presidente provinciale del Sulcis Iglesiente dell'Istituto del Nastro azzurro
dott. Madeddu e il vicepresidente colonnello Burdi, il professor Accardo
dell'Università di Cagliari e il colonnello Cadeddu storico militare. In questa
occasione abbiamo avuto l'opportunità di presentare la nostra ricerca, ma
soprattutto di ascoltare i relatori, che hanno ricostruito la vicenda del Milite
Ignoto, parlato del valore e dell'importanza dell'iniziativa promossa dal CESVAM
e evidenziato l'importanza della memoria
per la comunità, aprendo prospettive di riflessione molto profonde e
interessanti. A loro un ringraziamento caloroso, e un augurio per una
collaborazione duratura con la nostra scuola.
Ecco i risultati della nostra ricerca:
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