TESI DI LAUREA
PREMESSA
Lo scopo di questo
elaborato consiste nel delineare sinteticamente la situazione internazionale
che ha portato allo scoppio della Grande Guerra, esporre le linee essenziali
del Piano Schlieffen che ne determinò l’intero corso e il previsto apporto
italiano ai piani di guerra tedeschi. Nel primo capitolo verranno
sinteticamente esposti gli eventi che portarono al delinearsi dei due blocchi
contrapposti e le cause che condussero allo scoppio del primo vero conflitto
mondiale, tracciando altresì un breve excursus sugli eserciti principali che si
scontrarono nelle prime fasi della guerra: il piccolo ma tenace esercito belga,
l’esercito “di revanche” francese, il professionale esercito inglese, lo
“schiacciasassi” russo e l’ormai decadente esercito austro-ungarico che il
Generale Conrad Von Hotzendorf tentò di rivitalizzare, per giungere infine al
“capolavoro tedesco”, il suo esercito.
Nel capitolo 2
verrà analizzato il Piano XVII francese, necessario per comprendere appieno
l’evoluzione della strategia militare tedesca che da un approccio difensivista
a occidente, con Schlieffen e il suo famoso Memorandum raggiunse l’apice del
tecnicismo e della pianificazione militare novecentesca e cambiò nettamente
direzione improntandosi su un’offensiva a occidente e a una difensiva ad
oriente. Verranno analizzate le caratteristiche essenziali del Piano, i difetti
intrinseci, le variazioni suggerite dal successore Von Moltke.
Il Capitolo 3
vedrà l’analisi sintetica delle prime settimane di guerra, gli errori e le
indecisioni del Comando tedesco sino ad arrivare al fallimento nella battaglia
della Marna. Con questo scontro, terminava la guerra di movimento, falliva il
Piano Schlieffen con tutti i suoi presupposti e iniziava la guerra di trincea
che avrebbe vincolato le forze contrapposte sino al 1918.
L’ultimo capitolo
è dedicato alla posizione italiana all’interno della Triplice Alleanza, le
convenzioni militari con gli Imperi Centrali, il previsto apporto alla guerra
tedesca, dapprima accolto con sufficienza, poi richiesto fortemente dopo la
battaglia della Marna, dove avrebbe potuto essere determinante. Da questo
capitolo emerge un’Italia considerata inizialmente come una Potenza solo per
convenzione, militarmente non preparata anche se desiderosa di ben figurare con
gli Alleati, un’Austria che seppur alleata la tenne sempre sotto controllo sino
ad arrivare a predisporre piani per recuperare i vecchi territori perduti,
pronta anche ad ingannare per averne l’appoggio quando la situazione divenne
tragica, e una Germania che tentò sempre di mediare tra i due antichi
avversari, sempre tenendo bene a mente i propri scopi e prediligendo i contatti
privilegiati con gli austriaci. Dopo la sconfitta della Marna, i tentativi
tedeschi di mediare e ottenere che l’Austria cedesse il Trentino affinché
l’Italia si mantenesse neutrale capitolarono quando nel maggio 1915 il Patto di
Londra sancì il cambio totale di alleanze.
Nelle conclusioni
finali si vuole considerare, oltre ai difetti intrinseci del famoso Piano
Schlieffen e alla sua condotta fallimentare, il peso che avrebbe avuto
un’Italia al fianco degli Imperi Centrali, il peso appunto che avrebbe avuto il
previsto invio della 3°Armata sul Reno, Armata che avrebbe potuto essere
determinante non solo nella battaglia della Marna ma, a seconda di quanto
emerso nel corso dello studio sui vari profili d’impiego anche su altri settori
del fronte. Impossibile stabilire con certezza se il mancato intervento
italiano avrebbe consentito la vittoria della Triplice sull’Intesa, ma senza
dubbio un’Italia allineata con gli Imperi Centrali, trattata come un vero
alleato con lealtà e rispetto, avrebbe senza dubbio avuto un influsso
estremamente rilevante sulle operazioni belliche iniziali, le più importanti
dell’intero conflitto.
Dott. Manuel Vignola
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