Le Edizioni a Stampa del CESVAM 2014 - 2024

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Catalogo di tutte le edizioni a Stampa del Centro Studi sul valore Militare dell'Istituto del Nastro Azzurro

1866 QUATTRO BATTAGLIE PER IL VENETO

1866 QUATTRO BATTAGLIE PER IL VENETO
Il volume e acquistabile presso tutte le librerie, oppure si può chiedere alla Casa Editrice (ordini@nuovacultura.it) o all'Istituto del nastro Azzurro (segreteriagenerale@istitutonastroazzurro.org)

1866 Il Combattimento di Londrone

VOLUME DI PROSSIMA PUBBLICAZIONE

VOLUME DI PROSSIMA PUBBLICAZIONE
Il Volume sarà disponibile dal 30 aprile 2025

Collana Storia in Laboratorio

Il piano editoriale per il 1917 è pubblicato con post in data 12 novembre 2016

Per i volumi pubblicati accedere al catalogo della Società Editrice Nuova Cultura con il seguente percorso:
www.nuovacultura.it/catalogo/collanescientifiche/storiainlaboratorio

.La collana Storia in Laboratorio 31 dicembre 2014

.La collana Storia in Laboratorio 31 dicembre 2014
Collana Storia in Laboratorio . Aggiornamento sul Canale You Tube: ISTITUTO NASTRO AZZURRO CESVAM

Testo Progetto Storia In Laboratorio

Il testo completo del Progetto Storia in Laboratorio è riportato su questo blog alla data del 10 gennaio 2009.

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La Collana Storia in Laboratorio al 31 dicembre 2011

La Collana Storia in Laboratorio al 31 dicembre 2011
Direttore della Collana: Massimo Coltrinari. (massimo.coltrinari@libero.it)
I testi di "Storia in Laboratorio"
sono riportati
sul sito www.nuovacultura.it
all'indirizzo entra/pubblica con noi/collane scientifiche/collanastoriainlaboratorio/pagine 1 e 2

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venerdì 20 giugno 2025

1938 Operazione "Caso Verde" L'Occupazione della Cecoslovacchia

 

Sergio  Benedetto  Sabetta

 

            Nell’attuale tensione diplomatica in cui le parti giocano al rilancio per ottenere il massimo dalle trattative, se non addirittura di realizzare l’obiettivo primario, è da ricordare il “Caso Verde” del 1938-39, ossia il nome in codice del piano segreto per attaccare e occupare la Cecoslovacchia e gli eventi che ne conseguirono.

            La Cecoslovacchia era il frutto della sconfitta dell’Impero asburgico nella Grande Guerra e delle teorie Wilsoniane, il 14 novembre 1918 il Comitato nazionale di Praga assumeva i poteri militari e civili proclamando la Repubblica.

Con i successivi trattati di Versailles e di Saint-Germain ottenne, da parte tedesca, il territorio nella Slesia di Hlucin e dalla dissoluzione dell’Impero asburgico, oltre che la Boemia e la Slovacchia, anche la Moravia e la Slesia.

            Sebbene uno dei paesi più progrediti culturalmente ed economicamente dell’Europa centrale, soffrì da subito del revanscismo tedesco e dei problemi etnico -territoriali derivanti dalla varietà della sua popolazione. 

            Su 15.240.000 di cittadini nel 1937, il 50% era costituto da Cechi, il 17% da Slovacchi, il 22,3% da Tedeschi dei Sudeti, il 4,8% da Magiari, il 3,8 % da Ucraini – Ruteni, l’ 1,3% da Ebrei e, infine, dallo 0,6 % di Polacchi, oltre ad ulteriori minoranze tra cui Romeni e Zingari.

            Il 28 maggio 1938 Hitler, riunito nella Cancelleria lo Stato Maggiore della Wehrmacht, annunciò l’intenzione di invadere la Cecoslovacchia ( Piano Verde), la notizia giunta a conoscenza degli Inglesi e dei Francesi spinse il primo ministro inglese, d’intesa con il governo francese, Lord Arthur Neville Chamberlain, a recarsi più volte in Germania per trattare con Hitler senza alcun esito.

            Il 12 settembre, con il favore dell’Italia, Hitler ripresentò la richiesta di una piena autonomia e del diritto di autodecisione per i Tedeschi dei Seduti, alla quale Inghilterra e Francia fecero sostanziali concessioni.

            Hitler ormai convinto che le Potenze occidentali non sarebbero entrate in guerra rialzò la posta, puntando segretamente allo smembramento dello Stato Cecoslovacco sotto controllo tedesco.

            La crisi era ormai diventata una crisi europea e Chamberlain, consultatosi con il primo ministro francese Daladier, chiese un incontro urgente con Hitler che fu fissato per il 15 settembre.

            A Berchtesgaden il pomeriggio del 15 Hitler ribadì la ferma volontà di ottenere la secessione dei Sudeti, Chamberlain chiese di potere consultare il suo Gabinetto e il governo francese in cambio della promessa che nel frattempo i Tedeschi non si sarebbero mossi.

            Tornato a Londra, mentre i Francesi si dimostrarono come gli Inglesi favorevoli ad accettare le richieste tedesche, vi fu un netto rifiuto da parte del governo céco che ricordò alla Francia il patto di alleanza firmato, tuttavia innanzi ai tentennamenti francesi il governo céco , sentendosi abbandonato, il 21 settembre si dimise.

            Il 22 settembre Chamberlain ritornò in Germania e nel pomeriggio a Godesberg sul Reno incontrò Hitler, riferì che le richieste tedesche erano state accettate e che i Sudeti potevano passare alla Germania senza la necessità di un plebiscito, per le aree a popolazione mista una futura commissione di tre membri, tedesca, ceca e neutrale, avrebbe deciso.

            Infine, i trattati di assistenza della Francia e della Russia potevano essere sostituiti da una garanzia internazionale, così da rendere la Cecoslovacchia assolutamente neutrale.

            Hitler pretese, rialzando la posta, che i Sudeti venissero immediatamente occupati dalla Germania entro il 1 ottobre, le trattative proseguirono il giorno seguente per via epistolare, alla sera vi fu un ulteriore drammatico colloquio.

            Allo statista inglese fu presentato un memorandum con allegata una carta geografica contenente le pretese territoriali tedesche, l’evacuazione dei cechi dai Sudeti doveva iniziare il 26 e terminare il 28 settembre, davanti alle proteste inglesi il termine fu spostato al 1 ottobre, data che peraltro era già stata segretamente fissata per l’attuazione del piano “Caso Verde”.

            L’ultimatum fu respinto dai governi francese, inglese e céco, la Francia dichiarò che avrebbe mobilitato, lo stesso l’Inghilterra in appoggio della Francia in caso di guerra, mentre Praga aveva già ordinato la mobilitazione.

            L’ultimatum scadeva alle ore 14,00 del 28 settembre, la guerra appariva inevitabile, sebbene buona parte dei generali della Wehrmacht fossero contrari, quando nella tarda mattinata Chamberlain chiese la mediazione di Mussolini, che accettò anche per evitare gli obblighi del “Patto di acciaio”.

            Nel pomeriggio, durante una drammatica seduta della Camera dei Comuni, arrivò la notizia che Hitler aveva accettato di spostare la mobilitazione di 24 ore per incontrare a Monaco Chamberlain e Daladier con la mediazione di Mussolini, esplose un applauso con la sola astensione di Churchill.

            Il 29 settembre 1938 nel pomeriggio avvenne l’incontro a Monaco senza la Cecoslovacchia per volontà tedesca, Mussolini presentò un memorandum ispirato dai tedeschi per i negoziati che fu accettato a notte inoltrata.

            L’accordo prevedeva l’immediato inizio della evacuazione dai Sudeti dei céchi da completarsi entro il 10 ottobre, senza alcun indennizzo per i beni lasciati e a completo carico di Praga.

            Sei mesi dopo, tra il 15 e il 16 marzo 1939, violando gli accordi di Monaco tutta la Boemia e la Moravia fu occupata e dichiarata Protettorato, il 16 marzo anche la Slovacchia fu posta sotto la protezione tedesca, la Polonia e l’Ungheria presero a loro volta i territori a maggioranza polacca e magiara.

            Il risultato immediato fu l’ulteriore decisione di Hitler di alzare la posta anche sulla Polonia, la diffidenza dei Russi verso le potenze occidentali con il conseguente patto Ribbentrop - Molotov dell’agosto 1939, la crescita dell’ammirazione di Mussolini per la spregiudicatezza di Hitler, ma anche l’eliminazione di qualsiasi opposizione tra i generali nella Wehrmacht che di fronte all’aggressività di Hitler erano rimasti titubanti, oltre all’acquisizione dei territori centrali dell’Europa per la successiva offensiva verso la Polonia.

 

 

 

Bibliografia

 

·        R. Cartier, La seconda guerra mondiale, Vol. I, Arnoldo Mondadori ed. 1968;

W. L. Shirer, Il convegno di Monaco, 36 – 62, Vol. I , Tutta la seconda guerra 

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