1866 QUATTRO BATTAGLIE PER IL VENETO

1866 QUATTRO BATTAGLIE PER IL VENETO
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1866 Il Combattimento di Londrone

ORDINE MILITARE D'ITALIA

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CAVALIERE DI GRAN CROCE

Collana Storia in Laboratorio

Il piano editoriale per il 1917 è pubblicato con post in data 12 novembre 2016

Per i volumi pubblicati accedere al catalogo della Società Editrice Nuova Cultura con il seguente percorso:
www.nuovacultura.it/catalogo/collanescientifiche/storiainlaboratorio

.La collana Storia in Laboratorio 31 dicembre 2014

.La collana Storia in Laboratorio 31 dicembre 2014
Collana Storia in Laboratorio . Scorrendo il blog si trovano le indicazioni riportate sulla quarta di copertina di ogni volume. Ulteriori informazioni e notizie possono essere chieste a: ricerca23@libero.it

Testo Progetto Storia In Laboratorio

Il testo completo del Progetto Storia in Laboratorio è riportato su questo blog alla data del 10 gennaio 2009.

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La Collana Storia in Laboratorio al 31 dicembre 2011

La Collana Storia in Laboratorio al 31 dicembre 2011
Direttore della Collana: Massimo Coltrinari. (massimo.coltrinari@libero.it)
I testi di "Storia in Laboratorio"
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mercoledì 9 febbraio 2011

 Ricordando il 9 Febbraio
Via Tasso 145, con le sue 40 celle, dominate dai nazisti Kappler e Priebke. Rileggendo oggi le "Lettere di condannati a morte della Resistenza europea", un volume con prefazione del Premio Nobel Thomas Mann, che dovrebbe essere diffuso in tutte le scuole italiane, vi riconosciamo tanti dei detenuti di Via Tasso: la nota dominante di quelle lettere è la serenità con cui i condannati scrivono ai loro cari, compiuto il dovere di tacere sotto la tortura, il dovere fino all'estremo della vita.


E pochi luoghi come la prigione delle S.S. ci ricordano il vincolo, storico e umano che lega la Resistenza, militare e civile nell'Italia occupata dai nazisti, alla Guerra di Liberazione: che le Forze Armate italiane e le formazioni partigiane hanno combattuto sul campo di battaglia come parte integrante dello sforzo bellico alleato nella campagna 1943-45.

Una tra le tante prove di questa verità la troviamo nella lettera di un martire di Via Tasso: il Generale di Brigata Aerea Sabatino Martelli Castaldi che dopo le torture subite con i compagni di cella, militari e civili, verrà trucidato nelle Fosse Ardeatine il 24 marzo 1944.

La sua ultima lettera alla moglie dimostra la dedizione al dovere e al tempo stesso il disprezzo per la tracotanza spietata del nemico nazista. Sono parole esemplari, come un testamento politico risorgimentale, sempre valido, senza tempo, senza frontiere.

«4 marzo 1944.

I giorni passano, e, oggi, 47°, credevo proprio che fosse quello buono, e invece ancora non ci siamo. Per conto mio non ci faccio caso e sono molto tranquillo e sereno, tengo su gli umori di 35 ospiti di sole quattro camere con barzellette, pernacchioni (scusa la parola ma è quella che ci vuol) e buon umore. Unisco una piantina di qui per ogni evenienza e perché, a mezzo del latore, quest'altra settimana me la rimandi completata. Penso la sera in cui mi dettero 24 nerbate sotto la pianta dei piedi nonché varie scudisciate in parti molli, e cazzotti di vario genere. Io risposi con un pernacchione che fece restare i tre manigoldi come tre autentici fessi. (Quel pernacchione della 24a frustata fu un poema! Via Tasso ne tremò ed al fustigatore cadde di mano il nerbo. Che risate! Mi costò tuttavia una scarica ritardata di cazzotti). Quello che più pesa qui è la mancanza di aria. Io mangio molto poco altrimenti starei male e perderei la lucidità di mente e di spirito che invece qui occorre avere in ogni istante.

(Ultimo messaggio, scritto sul muro della cella di Via Tasso).

Quando il tuo corpo, non sarà più, il tuo, spirito sarà ancora più, vivo nel ricordo dichi resta - Fa che


possa essere sempre di esempio.»


Aggiungo un'altra testimonianza, laconica ma altamente espressiva dell'amor di Patria di un partigiano, Medaglia d'Oro, che potrebbe essere sottoscritta da migliaia di combattenti per la libertà. «(...) l’amavo troppo la mia Patria, non la tradite, e voi tutti giovani d’Italia seguite la mia vita e avrete il compenso della vostra lotta ardua nel ricostruire una nuova unità nazionale». Firmato: Giancarlo Puecher Passivanti, ventenne, figlio di Giorgio, deportato e morto nel campo di Mauthausen.

Ritorna anche il ricordo di Luciano Bolis, che decise di uccidersi in carcere per non crollare sotto la tortura, ed essere costretto a svelare i nomi dei colleghi patrioti. Ma non ci riuscì. «Avevo trovato una lametta da barba, arrugginita. Riuscii solo a tagliarmi le corde vocali». Ma almeno i torturatori non ce la fecero a farlo parlare. Luciano, Medaglia d’Argento della Resistenza.

Giustamente Enzo Bettiza definisce “memoricidio” l’oblio, spesso tollerato, se non esplicitamente da alcuni voluto, in cui rischia di cadere quel periodo cruciale della nostra storia, Il Secondo Risorgimento d’Italia.

Alessandro Cortese de Bosis

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