Il Processo di Tokio nel 1946 |
martedì 28 gennaio 2020
Crisi armistiziale del 1943. Perchè mancò una Norimberga italiana?
mercoledì 22 gennaio 2020
mercoledì 15 gennaio 2020
Il Caso Vecchiarelli. la resa della XI Armata 4. Una dedica
LA CRISI ARMISTIZIALE DEL 1943
Grecia Continentale
La
cessione di armi da parte di alcuni reparti italiani a civili greci, fu il
preteso del Comando tedesco di pretendere anche la cessione dell’armamento
individuale, che in breve, anche a seguito di prepotenze, violenze ed
intimidazioni ridusse l’accordo sottoscritto da Vecchiarelli un semplice pezzo
di carta. I soldati italiani furono tutti disarmati e avviati, compreso
Vecchiarelli ed il suo stato maggiore, nei campi di concentramento in Germani.
Il 18 settembre in pratica cessò l’esistenza del comando della 11a Armata.
Occorre
rilevare che, come vedremo, non tutti accettarono gli ordini di Vecchiarelli di
resa. Circa 20 mila soldati italiani passarono nelle formazioni dei partigiani
greci e 25 mila si nascosero come poterono. Di questi ultimi rimasero sbandati
pensando che uno sbarco anglo-americano fosse imminente ma alla fine, privi di
mezzi di sussistenza si dovettero consegnare ai tedeschi che li rinchiusero in
campi di concentramento in Grecia e li adibirono a lavori molto gravosi.
Come scrisse Ruggero Zangrandi in una dedica
Dedico questo lavoro mia figlia Gabriella ed ai giovani della sua età
( Zangrandi scriveva nel 1964)
nella fiducia che una coscienza non convenzionale di quel che accadde in Italia intorno all'8 settembre 1943
concorra a far loro imparare prima il male che possono arrecare ad un paese
le cattive azioni di capi vili
e quanto poco il sacrificio di migliaia di uomini semplici riesca a porvi rimedio
domenica 5 gennaio 2020
Il caso vecchiarelli. La resa della 11a Armata 2
LA CRISI ARMISTIZIALE DEL 1943
Grecia Continentale
Gen. Carlo Vecchiarelli |
La sera del 7 settembre il Comando di Armata
italiano ricevette il promemoria dal Comando Supremo il cui contenuto appariva
a chi lo riceveva, al pari degli altri Alti comandati periferici italiani un
cambiamento tanto improvviso quanto drammatico delle situazione e nel contempo
dava indicazioni vaghe ed oscure nella condotta da tenere. Dopo appena 20 ore
giunse ancora più inattesa ed improvvisa la notizia dell’avvenuta conclusione
dell’armistizio. Vecchiarelli scelse la soluzione di prendere tempo e avviare
trattative con i tedeschi, cercando di arrivare ad atti di violenza o dimostrazioni
di forza che avrebbero segnato un punto di non ritorno. I tedeschi, anche in
Grecia, erano stati adeguatamente preparati e posero senza indugio le
condizioni che avevano poste ai comandanti italiani altrove: lealtà,
dichiarazione di fedeltà nel continuare la lotta accanto alla Germania,
consegna delle armi pesanti e dei materiali. Nel respingere queste richieste e
cercando di guadagnare tempo, Vecchiarelli si proponeva di cercare di riportare
in Italia il maggior numero possibile di soldati con tutto il materiale mobile.
Raggiunse un accordo verso le 23 dell’8 settembre nel quale le truppe italiane
avrebbero assicurato la difesa costiera per 14 giorni poi sarebbero state
rimpatriate con armamento da definirsi. Questo accordo non fu accettato dal
Comandante del Gruppo Armate tedesco e fu comunicato alle 4 del 9 settembre a
Vecchiarelli. Alle insistenze di Vecchiarelli i tedeschi furono sordi, sapendo
che il tempo giocava a loro favore; alla fine imposero le loro condizioni:
rinuncia ad ogni resistenza, disarmo totale, consegna di tutto il materiale;
unica concessione era quella che al momento del rimpatrio il personale avrebbe
conservato l’armamento individuale. Vecchiarelli emanò un ordine alle 9,50 del
9 settembre[1]
che in pratica consegnava tutta l’Armata nelle mani dei tedeschi senza avere
alcuna garanzia concreta di poter quanto meno riportare in Italia il personale,
Peraltro la promessa tedesca venne subito meno, dovendosi subito riconoscere
che era un espediente per arrivare al disamo ed alla resa delle truppe
italiane.
[1]
Tale ordine era del seguente tenore: “N. =2/25026. Seguito mio ordine 02/25006
dell’8 corrente. Presidi costieri dovranno rimanere in attuali posizioni sino
at cambio con reparti tedeschi non, dico non, oltre però le ore 10 giorno 10
alt. In aderenza clausole armistizio truppe italiane non oppongono da detta ora
resistenza alcuna ad eventuali azioni di forze ribelli alt. Truppe rientreranno
al più presto in Italia alt Pertanto una volte sostituite le G.U. si concentreranno
in zone che mi riservo di fissare unitamente a modalità di trasferimento alt
Siano lasciti ai reparti tedeschi subentranti armi collettive e tutte artiglierie
con relativo munizionamento alt Siano portate a seguito armi individuali
ufficiali e truppa con relativo munizionamento in misura adeguata at eventuali
esigenze belliche contro ribelli alt Consegneranno parimenti armi collettive
tutti altri reparti delle Forze Armate Italiane conservando solo armamento
individuale. Consegna inizio at richiesta comandi tedeschi at partire ore 12 di
oggi alt Generale Vecchiarelli.
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