venerdì 23 dicembre 2022
domenica 18 dicembre 2022
sabato 10 dicembre 2022
martedì 29 novembre 2022
Brigate di Giustizia e Libertà. la scelta di Giulio Bolaffi
domenica 20 novembre 2022
27 agosto 1917 Lo scoppio della polverie di Sant'Osvaldo coincidenze inquietanti
Maria
Luisa Suprani Querzoli
Il 27 agosto 1917 la Battaglia della Bainsizza
(capace di risultati notevoli, seppur decisamente inferiori alle proiezioni del
Comandante la II Armata) accenna a volgere al termine quando uno scoppio violentissimo
getta nel panico l’intera città di Udine, sede del Comando Supremo:
[…] alle 11,19, mentre sto per
entrare [al Comando Supremo], avviene una esplosione formidabile, che scuote
tutte le case, rompe tutti i vetri, spacca tutti i tramezzi. […] La gente si
getta fuori delle case, scarmigliata. La scena è impressionante. Le detonazioni
si seguono con violenza e frequenza sempre maggiori. Sembra di essere fra un
violentissimo bombardamento. […] Circolano le prime voci, che hanno qualche
certezza: è scoppiata la polveriera di Sant’Osvaldo. Ci sono là 100.000 bombe,
polveri, 40.000 quintali di fieno, i depositi di benzina di tutta la 2ª armata.
È una cosa spaventevole.[1]
Il panico toccò il punto massimo all’idea (dimostratasi in
seguito non veritiera) che anche i gas venefici presenti nei proiettili a liquidi speciali aleggiassero nell’aria.
Per numero di vittime e perdita di materiali la stima del
danno appare subito grave.
Circola la voce che lo scoppio
sia doloso. Gabriele D’Annunzio dice che a Roma è scoppiata l’altro ieri sera
la polveriera di forte Appio, con un centinaio di morti. Ad Alessandria è
successo suppergiù lo stesso.[2]
Il giornalista Rino Alessi, a differenza del colonnello Gatti,
si interroga senza perifrasi: «[c]hi o che cosa ha fatto saltare la polveriera? Ecco il tragico
interrogativo a cui forse nessuno risponderà lasciando nell’aria i più atroci
dubbi. Altre polveriere sono saltate, come Lei forse sa, in altre parti della
Penisola. Chi o che cosa le ha fatte saltare?»[3].
Il dubbio circa il dolo assunse particolare consistenza ma – dato il
frangente critico – non si ritenne opportuno far luce per evitare la ricaduta
che l’emergere di verità destabilizzanti avrebbe potuto avere sul morale già incrinato
dell’Esercito (e della Nazione).
In seguito si giunse alla conferma[4]
dei sospetti che fin da subito circolarono.
Un incidente analogo (seppure di portata ben minore) si era
già verificato in zona di guerra, circa dieci giorni prima.
L’XI Battaglia dell’Isonzo ancora
non aveva avuto inizio quando, nell’area del XXVII Corpo d’Armata[5],
lo scoppio di una bombarda[6]
compromise la sorpresa con cui il Comandante
d’Armata intendeva fiaccare il nemico in un tratto della fronte il cui presidio
appariva rarefatto: l’intento principe che muoveva Capello tanto da fargli
distorcere, nella sostanza, gli ordini ricevuti era costituito dalla
soppressione del pericolo incombente da Tolmino, affidata appunto al XXVII
Corpo.
Lo scoppio che si verificò in
quel settore compromise quindi un elemento essenziale del piano lungimirante,
lasciando indirettamente in vita i presupposti che avrebbero portato alla
sconfitta dell’ottobre successivo.
La possente vittoria della
Bainsizza mise a tacere tutto e sulle difficoltà incontrate dal XXVII Corpo
d’Armata non si ritornò più di tanto, attribuendole esclusivamente (ed erroneamente[7])
al mancato impulso del generale Vanzo.
Esposte le premesse ci si può
chiedere se anche l’incidente che interessò l’area del XXVII Corpo d’Armata (da
valutarsi soprattutto nella portata delle sue conseguenze, capaci di decapitare l’intento di Capello e, indirettamente,
di dare origine ai presupposti della sconfitta) era di matrice dolosa.
Il dubbio appare ragionevole.
Il computo delle responsabilità
circa l’esito della XXII Battaglia dell’Isonzo (computo a suo tempo teso più a trovare capri
espiatori per tacitare gli animi che a far luce sulla verità storica[8])
non sarà completo se non quando, seppur a distanza di oltre un secolo, si risalirà
ai mandanti di tali scoppi, la cui
serrata successione appare tutt’altro che accidentale.
[1] A. Gatti, Caporetto. Dal diario di guerra inedito
(maggio – dicembre 1917) (a cura di A.
Monticone), Bologna: Il Mulino, 1964, pp.
194 – 195.
[2] Ivi, p. 196.
[3] R. Alessi, Lo scoppio della polveriera di Sant’Osvaldo, 27 agosto 1917, in Dall’Isonzo al Piave, Milano: Mondadori,
1966, p. 103.
[4] Cica le conferme inerenti al dolo cfr. G.
Del Bianco, La guerra ed il Friuli,
vol. 2 (Sull’Isonzo e in Carnia. Gorizia.
Disfattismo), Udine: Del Bianco Editore, 2001.
[5] Il XXVII Corpo era allora comandato dal
generale Augusto Vanzo, prima di essere sollevato dall’incarico (e sostituito
con il generale Pietro Badoglio, comandante il II Corpo).
[6] Cfr. L. Capello, Note di Guerra, vol. II, Milano: Fratelli Treves Editori, 1921, p.
109.
[7] Anche sotto il comando di Badoglio il
XXVII Corpo d’Armata continuò a confrontarsi con obiettive difficoltà (cfr. ibidem) capaci di interferire negativamente con gli obiettivi auspicati dal Comandante d’Armata
(cfr. ivi, p. 113).
[8] Il riferimento è alla Relazione che concluse
i lavori della Commissione d’Inchiesta istituita dal R.D. 12 gennaio 1918 n. 35.
mercoledì 9 novembre 2022
sabato 29 ottobre 2022
Internamento in Svizzera 1943 - 1945. Il Rimpatrio.
La vicenda del Savoia Cavalleria
Oltre che dalla Francia, un paese che occorre prendere in esame più nel dettaglio è la Svizzera. Qui dal settembre 1943 trovarono rifugio e scampo molti italiani che ritenevano non essere prudente rimanere in Italia. Tra questi moltissimi professori e docenti del Politecnico di Torino, molti di estrazione israelita, che, tramite canali accademici, raggiunsero la Svizzera e furono internati. Riuscirono a promuovere corsi universitari nei campi di internamento che li ospitavano e quindi a non disperdersi. Nel maggio 1945 rientrarono a Torino ed ebbero la capacità di riprendere le attività accademiche e ridare vita alla loro attività.
Altro
significativo esempio dell’Internamento in Svizzera, che ovviamente fu più
organizzato e meglio regolato di quello dalla Germania e dalla Francia, anche
perché il numero degli internati non superava le 20.000 unità, è quello del
Reggimento “Savoia Cavalleria”. Questo reparto di Elites del Regio Esercito,
all’indomani dell’8 settembre 1943, per sottrarsi alla cattura tedesca e per
non disperdersi e sciogliersi rimase in armi fino a che si presentò al confine
elvetico al completo degli organici e con tutte le armi, le dotazioni ed i
mezzi assegnati. L’internamento fu concesso e il reggimento deposte le armi ed
ogni materiale di guerra in appositi magazzini, ebbe il personale internato in
un campo di concentramento. Sul finire di Aprile, stante la situazione a
Milano, il reggimento riprendendo il suo assetto operativo, rientrò in Italia e
nei giorni della liberazione si mise a disposizione del Comando Volontari della
Libertà, a cui capo era il gen. Raffaele Cadorna, che da colonello aveva nel
1940 comandato il Reggimento. In quei giorni il “Savoia Cavalleria” svolse
funzioni di ordine pubblico a Milano.
giovedì 20 ottobre 2022
INDOCESVAM N. 4/2022
INFOCESVAM
BOLLETINO
NOTIZIE DEL CENTRO STUDI SUL VALORE MILITARE
centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org
____________________________________________________________________
ANNO IX, 31/32, N. 4, Luglio - Agosto,
1 settembre 2022
IX/4/576 La
decodificazione di questi numeri è la seguente: IX anno di edizione, il mese di
edizione di INFOCESVAM, 576 il numero della comunicazione dal numero 1 ad oggi.
Il presente Bollettino svolge anche la funzione di informazione “erga omnes”
dello stato, sviluppo e realizzazione dei Progetti dell’Istituto del Nastro
Azzurro. L’ultima indicazione aggiorna o annulla la precedente riguardante lo
stesso argomento.
IX/4/577. Come prassi, il CESVAM osserva la pausa estiva
per i mesi di Luglio ed Agosto. Il semestre accademico settembre – 2022,
gennaio 2023 inizierà il 1 settembre. Le ricerche in essere proseguono secondo il calendario adottato dai singoli
ricercatori.
IX/4/578 Ricerca per il
Centenario. Titolo. “I Presidenti
dell’Istituto del Nastro Azzurro” 1923- 2023. Attività e gesta delle
presidenze attraverso la documentazione d’archivio. La Ricerca è stata avviata
in Ambito CESVAM, sulla base del materiale raccolto a seguito dei Convegni di
Studio dell’ottobre 2021 e marzo 2022. La lista dei Presidenti e dei materiali
è stata completata. Si procede alla stesura per la I Bozza. Aggiornamento su www.istitutodelnastroazzurro.org/
comparto storia del Nastro Azzurro.
IX/4/579 Progetto 2016/1
Dizionario minimo della Guerra di Liberazione. Compendio 1945.” Una vittoria
amara” Predisposto il Manoscritto 4. Il
Glossario 1945 è nella versione di manoscritto 5. Il volume 8 del Dizionario
“Percorsi di Ricerca” è rimasto nella versione di manoscritto 3
IX/4/580. “Non ti scordar
di Me”. Il Gruppo Medaglie d’Oro ha lanciato la campagna di sensibilizzazione
attraverso l’adozione di un fiordaliso a forma di pin per ricordare i Caduti di
Tutte le Guerre. Il Fiordaliso è stato ideato dal gen. C.A. Aloia, MOVM.
IX/4/581. Progetto 2016/1
Dizionario minimo della Guerra di Liberazione. Compendio 1945.” Una
vittoria amara”. Punto di situazione in: www.valoremilitare.blogspot.com
e su www. laguerradiliberazionelastoria. blogspot.com. Completate le ricerche
sulla Divisione Partigiana Italia e Divisione Partigiana “Garibaldi”
IX/4/582. Ricerca per il
Centenario. Titolo. “La Presenza in
Italia ed all’Estero dell’Istituto del Nastro Azzurro”. Struttura ed
analisi iconografica delle Federazioni, Sezioni e Gruppi aperti in Italia
all’estero dal 1923 ad oggi. La Ricerca è stata avviata in Ambito CESVAM, sulla
base del materiale raccolto a seguito dei Convegni di Studio dell’ottobre 2021
e marzo 2022. Predisposti i materiali. Ulteriori ricerche si impongono in
merito alla cause discusse. Aggiornamento su www.istitutodelnastroazzurro.org/
comparto storia del Nastro Azzurro.
IX/4/583 La richiesta di tesi per i Master in
essere presso la Università degli Studi N. Cusano può essere integrata
consultando il blog www.studentiecultori.blogspot.com.
Il blog contiene tracce e titoli di tesi collegate a ricerche in essere presso
il CESVAM. SI ricorda che il termine per la richiesta scade il pv. 30 settembre
2022.
IX/4/584 IL CESVAM,
Centro Studi sul Valore Militare non può annoverare collaboratori e tanto meno ricercatori che non abbiano nel
proprio curriculum i titoli accademici previsti.
IX/4/585 La
Collaborazione con Le Associazioni Combattentistiche e d’ Arma ed ASSOARMA
prosegue nei termini già note, Informazioni su
www.associazionismomilitare.blogspot.com
IX/4/586 La situazione in
Europa dopo la crisi in Ucraina è presente sui blog geografici. In particolare
su www.coltrinariatlanteeuropa.blogspot,com.
Si sconsiglia la richiesta di tesi su questo argomento i quanto è di attualità
ed ancora non si dispongono di materiali atti ad una ricostruzione accademica
degli eventi, ma solo cronachistica.
IX/4/587 Ricerca per il
Centenario. Titolo. “L’Albo d’Oro
Nazionale”. Gli annuari dell’Istituto del Nastro Azzurro” editi dal 1923 ad
oggi riportati tutti i decorati dal 1833 ad oggi. Raccolta, individuazione e
acquisizione delle pubblicazioni ed edizione della Copertina e della nota
introduttiva dell’annuario. In pratica si attuerà l’Albo d’Oro Nazionale su
carta, integrante e propedeutico all’Albo d’Oro Nazionale digitale ragionato.
La Ricerca è stata avviata sia sulle ricerche della Sig.ra Paola Tomasini
iniziate nel 2021 e di quelle esposte in ambito CESVAM, sulla base del
materiale raccolto a seguito dei Convegni di Studio dell’ottobre 2021 e marzo
2022. Predisposti i lineamenti per la individuazione della realizzazione
complementare del programma di ricerca. Aggiornamento su www.istitutodelnastroazzurro.org/
comparto Ordini Cavallereschi
IX/4/588 Progetto 2020/1
“Le vicende dei Militari Italiani in Russia” Volume II “1942 L’avanzata nella
steppa”. Completato il manoscritto 3. Il Volume III “1942. La conquista del
Donbass”. Completato il manoscritto 4. Scelti i testi per i volumi n. 4 e n. 5
che sono stati tutti trascritti.
IX/4/589 Progetto
Prigionia 2019/1. Il Volume IV dedicato alla Memoria, e nella fase del
manoscritto 4. Contatti con la casa Editrice Nuova Cultura per la definizione
del format. Il Vol. VI e VII sono in
fase di approntamento con la collaborazione del Dott Giorgio Madeddu e del Dott
Salvatore Carta, per la versione in lingua tedesca
IX/4/590 Ricerca per il
Centenario. Titolo. “Ettore Viola.
Combattente, Politico, Fondatore dell’Istituto del Nastro Azzurro.”. La
Ricerca è stata avviata in ambito CESVAM, sulla base del materiale raccolto a
seguito dei Convegni di Studio dell’ottobre 2021 e marzo 2022. Consiste nella
edizione digitale dei volumi “Vita di Guerra” è “Il Congresso di Assisi”. La
edizione integrale della guida al Fondo Ettore Viola presso la Biblioteca del
Senato della Repubblica e di una introduzione di Giancarlo Ramaccia sulla
figura di Ettore Viola. Tutto il materiale sopra citato è stato acquisti. Si è
entrati nella fase di stesura del manoscritto. Aggiornamento su www.istitutodelnastroazzurro.org/
comparto storia del Nastro Azzurro
IX/4/591 Il programma relativo alle CESVAM PAPERS è
aggiornato sul www.storiainlaboratorio.blogspot,com,
su www.associazionismomilitare.blogspot.com.
Info: ricerca.cesvam@istitutonastroazzurro.org
IX/4/592 Ricerca per il
Centenario. Titolo. “La Presenza in
Italia ed all’Estero dell’Istituto del Nastro Azzurro”. Struttura ed
analisi iconografica delle Federazioni, Sezioni e Gruppi aperti in Italia
all’estero dal 1923 ad oggi. La Ricerca è stata avviata in Ambito CESVAM, sulla
base del materiale raccolto a seguito dei Convegni di Studio dell’ottobre 2021
e marzo 2022. Dati relativi al continente asiatico e sud americano acquisiti.
Mancano dati per l’Europa ed il Nord America. Aggiornamento su www.istitutodelnastroazzurro.org/
comparto storia del Nastro Azzurro
IX/4/593 Per l’invio
degli articoli e note per la Rivista
QUADERNI si prega di utilizzare la email: quaderni.cesvam@istitutonastroazzurro.org.
Gli articoli e le note devono essere sottoposti alla visione del Collegio dei
Redattori per la eventuale pubblicazione
IX/4/594 La Rivista
QUADERNI – Anno LXXXIII, Supplemento XXIII, 2022, n. 3 23° luglio - agosto 2022
è stata pubblicata ed inviata secondo la Main List aggiornata al 1 agosto 2022
IX/4/595. Progetto 2016/1
Dizionario minimo della Guerra di Liberazione. Compendio 1945.” Si ricerca documentazione su; Divisione
Partigiana Garibaldi Rimpatrio. Ragusa 1945. Ipotesi di invio della Divisione a
Trieste, in appoggio alle forze alleate. info www.
laguerradiliberazionelastoria. blogspot.com
IX/4/596. Ricerca per il
Centenario. Titolo. “I Congressi
dell’Istituto del Nastro Azzurro” 1923- 2023. Struttura ed analisi
iconografica. La Ricerca è stata avviata in Ambito CESVAM, sulla base del
materiale raccolto a seguito dei Convegni di Studio dell’ottobre 2021 e marzo
2022. Materiali raccoli per i primi 10 congressi. Iconografia disponibile. Per
il mese di settembre ottobre si procederà alla raccolta del materiale per i
congressi dal 13 al 22 e seguenti. Aggiornamento su www.istitutodelnastroazzurro.org/
comparto storia del Nastro Azzurro
IX/4/597. Progetto 2020/2
Ordinamenti. Il Volume dedicato al Quadro di Battaglia del Regio Esercito il 10
giugno 1940 è stato inviato in
tipografia sotto la data del 30 agosto 2022. Pubblicazione prevista per la fine
del mese di settembre/metà ottobre
IX/4/598. Master di 1°
Liv. in Storia Militare Contemporanea. La Sessione di Laurea Estiva, è fissata
per la prima deca del mese di dicembre 2022 e si terrà, salvo imprevisti
dell’ultima ora, in presenza.
IX/4/599. Ricerca per il
Centenario. Titolo. “Le Corti d’Onore.
Gli Statuti. I Regolamenti dell’Istituto del Nastro Azzurro”. Struttura ed
analisi iconografica della componente giurisdizionale dell’Istituto dal 1923 ad
oggi. La Ricerca è stata avviata in Ambito CESVAM, sulla base del materiale
raccolto a seguito dei Convegni di Studio dell’ottobre 2021 e marzo 2022.
Trascritti tutti i regolamenti Aggiornamento su www.istitutodelnastroazzurro.org/
comparto storia del Nastro Azzurro
IX/4/600 Prossimo INFOCESVAM
sarà pubblicato il 1 novembre 2022. I
precedenti numeri di Infocesvam (dal gennaio 2020) sono pubblica su www.cesvam.org
e sul sito dell’Istituto del Nastro Azzurro/ comparto CESVAM.
lunedì 10 ottobre 2022
Una svolta nella vita pubblica italiana
8 settembre 1943, la società
italiana dopo l’armistizio
di
Valentina Trogu
L’Italia dell’8 settembre 1943 è un
Paese allo sbando, abbandonato da quella stessa classe dirigente che
appoggiando il Fascismo ha costretto gli italiani ad affrontare una seconda
Guerra Mondiale sotto una dittatura cinica e incurante delle conseguenze di un
evento terribile. La fuga del re e di tanti generali da Roma, l’esercito
lasciato senza direttive, le ferite profonde inferte in venti anni di fascismo
hanno contribuito a segnare una pagina nera della storia dell’Italia che,
ancora oggi, è piena di dilemmi e incongruenze.
Nel
giorno della vergogna, con l’annuncio dell’armistizio con gli Alleati si apre,
però, la possibilità per gli italiani di dimostrare la volontà di prendere in
mano il proprio destino cancellando venti anni di persecuzioni, violenza
psicologica e autoritarismo. La popolazione è divisa in due; da una parte gli
antifascisti decisi a smantellare le fondamenta dell’edificio fascista
distruggendo l’intero sistema di valori e dall’altra parte gli italiani
fascisti che faticano a scrollarsi di dosso la scuola della violenza, della
sopraffazione e dell’intolleranza. Crescere tra incitazioni all’odio per il
diverso, criminalizzazione del nemico, lealtà nei valori guida del culto della
potenza significa interiorizzare una cultura di ostilità e di vendetta.
La confusione dilagante caratterizzerà i
due anni successivi all’armistizio dell’8 settembre mentre il vuoto lasciato
dalla fuga del re e dall’assenza di una guida politica e morale è alla base
della guerra fratricida che durerà fino al 1945. La mancanza di ideali
condivisi e delle regole civili di riferimento è deleteria per la società e
l’unico strumento individuato come possibile via di fuga da questo dilagante
senso di impotenza, di vergogna e di sbandamento è la lotta armata. La perdita
di morale ossia di valori e ideali condivisi, infatti, crea il caos nel sistema
sociale di riferimento.
La morale è alla base delle scelte dei
comportamenti degli individui e viene stabilita partendo dalla realtà sociale e
politica, dall’organizzazione economica e giuridica e dalle tradizioni di un
Paese. Far propria una morale significa avvicinarsi agli altri, accettare le
dinamiche che consentono ad una società di trovarsi in equilibrio e di
evolversi perché l’agire è condiviso, accettabile e vincolante.
Il sociologo polacco Bauman parla del
concetto di “persona” esprimendolo nell’ambito dell’interazionismo simbolico e
sottolineando la presenza di una maschera che ogni individuo indossa nel
momento in cui ricopre un ruolo per essere accettato dal gruppo. L’insieme di tutte le maschere forma
l’identità della persona stessa ma cosa accade quando i ruoli non sono
definiti, quando non ci sono regole o valori specifici a definire l’azione?
La responsabilità morale verso il
prossimo viene meno e per ritrovare sé stessi e il proprio Paese può essere
necessario trasferire la ricerca della moralità in una guerra civile com’è
accaduto quell’8 settembre 1943. Italiani fascisti e antifascisti si sono
ritrovati ad interrogarsi sulle basi del contratto sociale mentre intorno
aleggiava la tragicità di un conflitto visto come l’unico modo per scuotere
tutta la popolazione e risvegliarla dal sogno fascista ormai naufragato
spronandola ad affrontare le proprie responsabilità e a compiere scelte che
avrebbero delineato il percorso futuro.
La definizione “contratto sociale” è
stata suggerita da Jean Jacques Rousseau nel trattato filosofico e politico del
1762 come risposta all’esigenza di definire un modello politico di società
che, nell’impossibilità di ritornare allo stato di natura primigenio e
constatata la crisi in cui versa l’uomo moderno, garantisca la costituzione di
uno Stato democratico e assicuri la tutela della libertà individuale di
ciascuno.
Tutto nasce secondo Rousseau da due
aspetti tra loro strettamente collegati; l’individualismo dei cittadini, da cui
deriva l’origine del potere politico, e il contrattualismo inteso come l’idea
che l’associazionismo politico non possa esistere senza la sussistenza di un
accordo razionale e convenzionale in grado di superare la legge del più forte
definita dal filosofo come “patto leonino”. Rousseau parla di un Io comune
garante dei diritti e delle libertà individuali come collante del contratto
sociale la cui natura associativa tende a risolvere la condizione di
ineguaglianza instaurata tra gli uomini. Di conseguenza la possibilità di
raggiungere un ordine sociale è in Rousseau strettamente collegata alla
giustizia politica e ha un valore spiccatamente morale.
Dove manca la morale regna il caos e se,
in più, si aggiungono venti anni di dittatura, di rinuncia ai sogni, di
constatazione che l’annunciata fine della guerra in realtà non si tradurrà in
fatti la società si dirige verso lo sbando più totale. Non è possibile
alienarsi, distaccarsi dalle vicende e far finta che il compito di risolvere la
questione sia degli altri. L’8 settembre segna l’inizio di un maggior
coinvolgimento degli italiani nella definizione del futuro del Paese e nella
ricostruzione di quella Patria che secondo lo storico Carlo Greppi era morta
da un pezzo. Volenti o nolenti, tutti i cittadini sono stati chiamati a
scegliere se combattere il nazifascismo oppure no, se abbracciare l’idea di una
violenza difensiva considerata giusta per accelerare la fine del conflitto o
attendere un’involuzione naturale che presto o tardi sarebbe arrivata.
Decisioni da prendere velocemente,
decisioni da prendere in autonomia per i tanti soldati rimasti privi di una
guida e di indicazioni su chi fosse il nemico da combattere; giovani uomini con
armi in mano chiamati ad affrontare una guerra mettendo a repentaglio la propria
vita per difendere i compagni, gli italiani e l’onore di una Patria che, alla
fine, è stato calpestato da una classe dirigente che pensava unicamente agli
interessi personali.
Con l’8 settembre abbiamo assistito alla
perdita dell’onore politico ma non dell’onore militare; le scelte sbagliate non
sono partite dai soldati che hanno accolto seppur con reticenza il ruolo di
difensori dell’Italia assegnato loro ma dall’incapacità della classe dirigente
di prendere le giuste decisioni a causa di una totale assenza di conoscenza
della cultura militare. Le terribili conseguenze della Prima Guerra Mondiale
non sono state sufficienti per non far ripetere l’errore di iniziare un
conflitto senza gli strumenti idonei per affrontarlo limitando al massimo i
devastanti effetti sul Paese e sui cittadini.
La storia, ancora una volta, non è riuscita ad
essere un esempio per la classe politica italiana e, purtroppo, vicende di un
recente passato sembrano identificare questa incapacità di comprensione degli
errori per evitare di ripeterli come una caratteristica intrinseca della nostra
nazione.
venerdì 30 settembre 2022
martedì 20 settembre 2022
Anno Accademico 2022/2023 Apertura delle Iscrizioni ai master
L’Istituto del Nastro Azzurro, tramite il CESVAM – Centro
Studi sul Valore Militare, ha attivato presso la Università degli Studi N.
Cusano Telematica Roma master di 1° livello e corsi di perfezionamento colti, nel quadro dei programmi accademici, a
diffondere ed approfondire gli studi e le ricerche sul Valore Militare.
1.
Master di 1° Liv. In “Storia Militare
Contemporanea. Dal 1796 ad oggi”. presso
la degli Studi N. Cusano Telematica Roma. Attivato dall’anno Accademico
2018/2019 (per laureati)
Iscrizione dal 1 settembre 2022. Info www.unicusano.it
/master
Master di 1° Liv. In “ Politica Militare Comparata. Dal 1960 ad oggi. presso
la degli Studi N. Cusano Telematica Roma. Attivato dall’anno Accademico
2020/2021 (per Laureati). Iscrizione dal 1 settembre 2022. Info www.unicusano.it /master
Master di 1° Liv. “Terrorismo ed Anti Terrorismo Internazionale”. presso
la degli Studi N. Cusano Telematica Roma. Attivato dall’anno Accademico
2021/2022 (per Laureati). Iscrizione dal 1 settembre 2022. Info www.unicusano.it /master
Corso di Aggiornamento e Perfezionamento . “Terrorismo ed Antiterrorismo
Internazionale. presso la degli Studi N. Cusano Telematica Roma.. Attivato
dall’anno Accademico 2021/2022 (per Diplomati). Iscrizione dal 1 settembre
2022. Info www.unicusano.it /master
I
Soci del nastro Azzurro hanno condizioni agevolate di iscrizione che sono
riportate sul bando
Ulteriori Indicazioni ed approfondimenti: info didattica.cesvam@istitutonastroazzurro.org
venerdì 9 settembre 2022
Ordinamenti. Quadro di Battaglia del Regio Esercito 10 giugno 1940.
Il manoscritto n. 5 del Volume dedicato al quadro di battaglia del Regio Esercito al 10 giugno 1940 è stato consegnato alla Edizioni Archeoares per la stampa, come da programmazione il 1 settembre 2022
mercoledì 31 agosto 2022
Ordinamenti Il Quadro di battaglia del regio Esercito. 10 giugno 1940 Bibliografia
Bibliografia
Ministero della Guerra, Calendario R. Esercito, XVII –
1939 – XVIII, a cura del S.I.M. Servizio Informazioni Militari, per le Edizioni
Luigi Alfieri, Milano, 1938, - Rizzoli & C, Anonima per l’Arte della
Stampa, Milano 1938
Ales S., Dell’Uomo F., Bandiere,
Stendardi, Labari,e Gagliardetti dei Corpi Militari dello Stato. 1860 -2007.
Ales S., Crociani P., Viotti A., Struttura,
Uniformi, Distintivi ed Insegne delle Truppe Libiche. 1912 -1943, Roma,
Ministero della Difesa, Stato Maggiore dell’Esercito, Ufficio Storico, 2012.
Ascoli M., La Guardia alla
Frontiera, Roma, Ministero della Difesa, Stato Maggiore dell’Esercito,
Ufficio Storico, 2003,
Borgatti M., Storia dell’Arma del
Genio, Roma, Edizioni Arti Grafiche, 1928.
Ceva L, Curami A., La
meccanizzazione dell’Esercito fino al 1943, Roma, Ministero della Difesa,
Stato Maggiore dell’Esercito, Ufficio Storico, 1989. II Volumi
Chiusano A., Elementi di Araldica,
Roma, Ministero della Difesa, Stato Maggiore dell’Esercito, Ufficio
Storico, 1995
Dell’Uomo F., Puletti R., L’Esercito
Italiano verso il 2000. Storia dei Corpi dal 1861., Roma, Ministero della
Difesa, Stato Maggiore dell’Esercito, Ufficio Storico, 1998.
Faldella E., L’Italia e la
Seconda Guerra mondiale, Revisione di giudizi, Rocca San Casciano, Casa
Editrice Cappelli, 1960
Figara A., Guardia alla
Frontiera, Livorno, Edizioni Stella Maris, 1990.
Ghiachi Truppe coloniali
italiane. Tradizioni, colori, Medaglie, Firenze, 1977
Grandi F., Dati Sommari delle
artiglierie in servizio, Torino, Edizioni Vigliotti, 1934.
Montù C., Storia dell’Artiglieria
italiana, Roma, Biblioteca di artiglieria e genio, 1934-1952, XVI Volumi
Lidell Hart, B. H., Storia di una
Sconfitta. La Seconda Guerra Mondiale Raccontata dai generali del terzo Reich,,
Milano, BUR, Rizzoli, 1998.
Manzoni C., Ordinamento
dell’Esercito Metropolitano, delle forze coloniali e dei corpi armati, Torino,
1923.
Ministero della Guerra, Annuario
Ufficiale delle Forze Armate del regno d’Itala. Sunti storici ed organici delle
armi, corpi e servizi, Roma, Poligrafico dello Stato, 1938.
Rizza M., Le Truppe alpine e
l’Associazione Nazionale Alpini nel terzo centenario,
Rochat G., L’Esercito Italiano da
Vittorio Veneto a Mussolini, Bari, Laterza, 1987
Stefani F., Storia della dottrina
e degli ordinamento dell’Esercito Italiano, Roma, Ministero della Difesa,
Stato Maggiore dell’Esercito, Ufficio Storico, 1985 e segg. VI Volumi.
Zabert S., Fortificazione
permanente moderna, Torino, Edizioni Piemontese, 1939
sabato 20 agosto 2022
mercoledì 10 agosto 2022
Ordinamento. Quadro di battaglia del Regio Esercito 10 giugno 1940. Premessa
Premessa
Oggetto del presente volume è la individuazione delle
unità, corpi e reparti che componevano il Regio Esercito italiano al 10 giugno
1940, giorno della dichiarazione di guerra alla Gran Bretagna ed alla Francia
da parte del Regno d’Italia. Questa esposizione è, nella sostanza, la
descrizione del Quadro di Battaglia nei suoi aspetti ordinativi, così come
rappresentato in una pubblicazione del S.I.M., il Servizio Informativo Militare
del 1940. È una fonte aperta, divulgativa, quasi di propaganda, che va presa
cosi come si presenta.
L’ordine di esposizione è quello classico: prima si
riportano gli Istituti di Formazione (Scuole e le Accademie) poi le Armi, che
al tempo di chiamavano combattenti, con le loro specialità, indi i Servizi,
cioè la logistica espressa attraverso le organizzazioni di funzione, indi i
Corpi che erano presenti nel 1940 e che con la guerra sono scomparsi, come
quello della Guardia alla Frontiera, e quelli delle Regie Truppe Coloniali, per
la Libia, per l’Eritrea e per la Somalia. La fonte citata riporta anche una
ampia iconografia del 1940 che rileva come la propaganda spesso è ingannevole.
Molto di quanto è rappresentato, alla prova della guerra, in rapporto tra
obiettivi/mezzi, sì rilevò non all’altezza, sia in termini di qualità che di
quantità. Rimane, peraltro, il dubbio, se tutto ciò sia dovuto a cattivo
impiego dottrinale o di comando o a reale insufficienza quantitativa e
qualitativa. Ma per avere questo occorre articolare il Quadro di Battaglia con
ulteriori dettagli, come la composizione numerica del personale, quella di armi
e equipaggiamenti, quella dei mezzi ed automezzi, quella di dotazioni e scorte,
ma si sarebbe andati i limiti per questo volume. Così come è presentato, il Quadro di Battaglia
permette di dire che il Regio Esercito italiano avrebbe dovuto dare, almeno nei
primi mesi di guerra, risultati più positivi di quelli poi realmente conseguiti,
in quanto era una entità di tutto rispetto.
I limiti di spazio sono individuati nei confini del
Regno d’Italia quali erano nel 1940: il territorio metropolitano, quello che
veniva definito “la madrepatria”, indi il Regno d’Albania con i suoi confini
del 1939, poi il Dodecanneso, la Libia, l’Eritrea e a la Somalia, che erano
considerate colonie, e il territorio del Regno d’Etiopia, conquisto, ma non
assoggettato completamente, nel 1936. Eritrea, Somalia e Regno d’Etiopia, tutti
territori nel cosiddetto Corno d’Africa, erano denominati anche A.O.I., Africa
Orientale Italiana.
I limiti di tempo sono precisi: il 1940, nel mese di
giugno, nella avvertenza che in quei mesi iniziali dell’anno erano stati
adottati vari provvedimenti ordinativi, in relazione alla nostra dichiarata
“non belligeranza”, ma sostanzialmente non incidenti nel Quadro di Battaglia,
così come noi lo stiamo presentando.
Scopo e finalità della ricerca, di cui questo volume è
espressione, è quello di dare una idea delle nostre forze di terra, che non
erano poi, in raffronto a quelle degli altri Eserciti europei, così deboli e
inconsistenti come poi, nel secondo dopoguerra si volle far credere a
giustificazione dei risultati conseguiti, e, in un contesto più ampio, a
giustificare una guerra perduta. Certamente la guerra, divenuta mondiale, non
si sarebbe vinta, come non la vinta né la Germania, né tantomeno, la stessa
Francia, invasa, divisa ed occupata per cinque anni, e, nella sostanza
strategica, la stessa Gran Bretagna. Ma, per L’Italia date le forze a
disposizione, una condotta migliore e qualche vittoria su larga scala, che in
39 mesi di guerra non fu mai conseguita, che si poteva, peraltro, conseguire avrebbe
dato al Regio Esercito, inteso nella sua globalità, più prestigio e più
considerazione.
sabato 30 luglio 2022
martedì 19 luglio 2022
Ordinamenti. Il Quadro di Battaglia del regio Esercito Nota degli Autori
Nota degli
Autori
La gestione di questa ricerca viene da lontano. Per
oltre dieci anni, tra un rallentamento, una stasi e un riavvio essa si è
snodata senza mai concludersi. Ad un certo momento complice anche l’emergenza
sanitaria, sembrava che tutto dovesse rimanere inedito. Poi è arrivata la
svolta con l’approvazione del progetto da parte del Ministero della Difesa
dedicato agli “Ordinamenti”. Inserita, ed in parte ispiratrice in tale
progetto, la ricerca ha trovato la sua finalizzazione e la sua conclusione.
Ovvero dare un documento iconografico e tangibile, seppure limitato (si doveva
procedere anche alla compilazione del Quadro di Battaglia della Regia Marina e
della Regia Aeronautica) nel contesto del Progetto. Data la mole dei documenti
si è proceduto a scindere il volume, come il precedente, in due Tomi, per
ragione di praticità. Crediamo di aver dato materiale sufficiente per avere una
prima idea di quello che era la nostra forza armata terrestre alla vigilia del
conflitto; un volume a base iconografica e didascalica, che è più per la
consultazione e la documentazione che la lettura vera e propria, ma che
sicuramente si inserisce nel solco delle pubblicazioni di questo progetto come
naturale complemento.
Si ribadisce che il Quadro di Battaglia qui presentato
è tratto da fonti aperte, ovvero dalla pubblicazione del Ministero della
Guerra, Calendario R. Esercito, XVII – 1939 – XVIII, a cura del S.I.M. Servizio
Informazioni Militari, per le Edizioni Luigi Alfieri, Milano, 1938, - Rizzoli
& C., Anonima per l’Arte della Stampa, Milano 1938
M.C., L.M.