1866 QUATTRO BATTAGLIE PER IL VENETO

1866 QUATTRO BATTAGLIE PER IL VENETO
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1866 Il Combattimento di Londrone

ORDINE MILITARE D'ITALIA

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CAVALIERE DI GRAN CROCE

Collana Storia in Laboratorio

Il piano editoriale per il 1917 è pubblicato con post in data 12 novembre 2016

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.La collana Storia in Laboratorio 31 dicembre 2014

.La collana Storia in Laboratorio 31 dicembre 2014
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Testo Progetto Storia In Laboratorio

Il testo completo del Progetto Storia in Laboratorio è riportato su questo blog alla data del 10 gennaio 2009.

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La Collana Storia in Laboratorio al 31 dicembre 2011

La Collana Storia in Laboratorio al 31 dicembre 2011
Direttore della Collana: Massimo Coltrinari. (massimo.coltrinari@libero.it)
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mercoledì 30 dicembre 2009

Lauro de Bosis
Un convegno per ricordar ei valori della libertà e della democrazia

Massimo Coltrinari
( e mail ricerca23@libero.it)

In occasione del 77° anniversario della sua impresa e della sua scomparsa, abbiamo ricordato nella Sala consigliare del Comune di Ancona, sotto il quadro di Stamina, eroina della libertà e della indipendeza civica, Lauro de Bosis. Alternadosi con Roma, questa data anniversaria è l’ccasione per ricordare a tutti colui che, consapevole di essere una vittima sacrificale e risoluto a farsi protagonista, fu oppositore a quel concatenarsi di eventi innescatosi nel 1922 con la Marcia su Roma e nel 25 con la promulgazione dlle leggi “fascistissime” e con il suo sacrificio rifiutò le motivazioni per le quali la Nazione aveva accettato il fascismo.
Giovanissimo all’avvento del fascismo, de Bosis era esente della pur minima porzione delle pesanti responsabilità di tutta una classe dirigente. In lui la nausea per i demagoghi provvisioramente sconfitti è pari all’orrore delle squadracce provvisoriamente vincitrici. L’antifascismo di Lauro De Bosis e della sua organizzazione, L’Allenanza Nazionale per la Libertà, è un esempio di coerente, dignitosa, patriottica e civile lotta contro un regime totalitario e svolta non in nome di greppie perdute ma di ideali cui sacrificarsi.

Durante il convegno del 3 ottobre 2008 si è ben messo in luce e ben si è compreso come i passati e gli attuali prelati della libertà e della democrazia non amino ricordare colui che dall’asilo sicuro ed agiato ha volontariamente e spontaneamente donato la sua giovinezza mentre l’eroismo dei più consistette all’opposto nel mettersi in salvo. Colui che è di esempio e vive i suoi ideali, non è amato dalla maggioranza opportunista e sempre attenta a capire chi sarà il vincitore per poi aiutarlo a spartire i beni della vittoria, reclamando anche una parte che non spetta. Questa massa poi non ama ricordare chi gli ricorda, con il suo semplice essere, questo opportunismo, questo navigare nel giusto mezzo, questo essere degli ippopotami morali che si rotolano beati nella palude del non impegno e del non vivre ideali e valori.

Lauro De Bosis giunse all’epilogo della sua impreza, ovvero quello di lanciare 4000.000 volantini su Roma, per ricordare al re, Vittorio Emanuele il patto stretto con il popolo italiano nel risorgimento, patto di libertà e di democrazia che con l’avallo al fascismo stava tradendo, percorrendo un lungo cammino di amarezze, di sacrifici, affrontati con la grandezza d’animo del vero iniziato. Era convinto che “ il fascismo non cadrà se prima non si troveranno una ventina di giovani che sacrifichino la loro vita per spronare l’animo degli Italiani. Mentre durante il Risorgimento i giovani erano pronti a dar la vita si contavano a migliaia oggi ce ne sono assai pochi. Bisogna morire. Spero che, dopo di me, moltri altri seguiranno e riusciranno infine a scuotere l’opinione”
Un messaggio forte, che antepone ogni diritto al dovere di vivere i prpori ideali e valorini, quasi un rinverdire quell’impronta mazzinaia che segnò tutto il nostro processo unitario. Per Lauro fu una prova di grande coraggio e di sbalorditiva abilità.
La sua azione, che fu infangata da una stampa di regime ben orientata, ebbe più risonanza all’estero che in Italia ed anche oggi Lauro è più noto nel mondo anglosassone che nella sua terra. il quotidiano belga Le Soir, il cui capo redattore del 19131 finanziò l’impresa, nel settantacinquesimo anniversario, ll 3 ottobre 2006 ha dedicato un lungo articolo alla memoria di Lauro de Bosis, mentre la cattedra ad Harvard, istituta da Ruth Draper, la sua donna, che volle ricordare l' amante con una generosa donazione all' Università di Harvard e che permise l' istituzione di una cattedra per lo studio della civiltà italiana, il «Lauro de Bosis lectureship» che tra l’altro dette il pane a Gaetano Salvemini, da poco esule negli Stati Uniti, e chiamò da allora a Cambridge, nel Massachusetts una lunga lista di studiosi italiani a cui viene chiesto di tenere un corso semestrale e di pronunciare tre «Lauro de Bosis lectures», ancora oggi è attiva, e continua quell’attivià di divulgazione e diffusione dei valori di libertà e di democrazia, in senso laico, proprio una alleanza naziale per la libertà, di cui veramente si sente in questi momenti molto bisogno.

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