Paolino Orlandini "............................... e si scatenò la Seconda Guerra Mondiale"
Una considerazione generale
Tanto si è scritto sulla Seconda guerra mondiale. Libri su libri; libri ridotti o trasformati in film; documentari cinematografici, articoli su giornali e riviste; conferenze di storici e ricerche storiche trasmesse dai tanti canali televisivi. I più grandi avvenimenti sono stati ricordati in centinaia, se non migliaia, di cerimonie e commemorazioni. Celebrati e osannati generali, anche i più mediocri che impararono a condurre grandi unità nel corso della guerra che si sviluppò in Italia.
A leggere i libri ed i servizi giornalistici o a seguire le celebrazioni o le conferenze di storici, si è sentito parlare del grande apporto alla lotta per la liberazione dei popoli e per la democrazia, delle sole grandi potenze cosiddette “occidentali”, come se fossero state le uniche a battersi contro il nazi-fascismo. Della Potenza che pagò con oltre 20 milioni di morti, sui 52 milioni costati ai popoli del mondo; delle migliaia di città piccole e grandi distrutte dalla furia distruggitrice delle armi; dalla distruzione morale e fisica di intere popolazioni; della fame sopportata con estrema dignità dai popoli dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, se ne è parlato poco e sempre meno nelle ricorrenti date celebrate affinchè la “memoria” rimanga bene impressa nelle menti.
Addirittura per legge si sono stabilite le date da ricordare: la Shoah (lo sterminio degli ebrei) e l’eccidio degli italiani in terra d’Istria. Nel contempo si tenta di oscurare la Resistenza italiana e la Guerra di liberazione dall’occupazione nazista e dalla dittatura fascista, alla cui opera di demolizione partecipano pseudo storici e giornalisti famosi un giorno, per osannare il risorgimento italiano dalle ceneri in cui aveva ridotto l’Italia il ventennio fascista e le sue guerre.
Orrendi delitti che vanno ricordati a futura memoria, ma che non devono prevalere sui tanti delitti commessi sia da “amici”, sia da “nemici”. Parlare degli uni e non degli altri si corre il rischio di distorcere la verità, quella vera e non quella che qualcuno vorrebbe fosse avvenuta e farla passare per quella assoluta.
L’ultimo libro dello storico Petacco (in una trasmissione televisiva con Baudo raccontava la “storia dell’oro di Dongo”, dicendo: si dice che …..) pone sul medesimo piano Hitler e Stalin. Due “amici” che si accordarono per dividersi la Polonia. Come due “amici di merende”. Non sapendo più cosa scrivere per screditare soprattutto una parte in causa, tra l’altro quella vincitrice, si inventa le “amicizie terribili”. E il libro viene pubblicizzato in televisione!
Io non sono uno storico, però ho sempre cercato la verità, per cui ho effettuato tante ricerche mettendo le mani su fatti ed avvenimenti timidamente narrati e nascosti in armadi e credenzoni per farli cadere nell’oblio, affinchè prevalessero le nuove letture di storici prezzolati o del tutto soggettivi.
Mi piacerebbe leggere da questi, i delitti compiuti dagli italiani nei territori occupati dall’esercito fascista, dei loro soprusi nei confronti delle popolazioni; mi piacerebbe conoscere, almeno i nomi, dei criminali di guerra denunciati dai vari governi europei e africani, le cui documentazioni sono nascoste in archivi blindati di Londra e di New York (ONU); mi piacerebbe conoscere i risvolti della politica fascista in rapporto ai “circoli imperialisti” dei vari paesi europei e americani coperti dai governi in nome della “democrazia” occidentale; come mi piacerebbe trovare alcuni libri che narrino gli avvenimenti che portarono alla Seconda guerra mondiale.
Ho detto dei milioni di morti sopportati dell’URSS. Morti che vengono oscurati dalla politica di coloro che l’hanno voluti oscurare e si continua a farlo, per una sola ragione: quella di isolare l’eventuale sua notorietà accrescendone invece la stima, la fiducia, la simpatia, la riconoscenza.
Ma il motivo, sicuramente non è solo questo. Nell’URSS c’era sin dall’inizio del suo sorgere un regime i cui principi potevano influire sul pensiero dei popoli del mondo occidentale e non solo, per rivoluzioni che si sarebbero rivolte contro le cosiddette democrazie, contro i circoli dominanti finanziari, economici e industriali; contro il grande capitale, contro il colonialismo, contro l’imperialismo. E allora bisognava non soltanto oscurare le verità, ma amplificare le incertezze, i contrasti, i modi sicuramente poco “democratici” di governare, per cui si creò prima la “cortina di ferro” voluta da Churchill per sbarrare e rinchiudere entro i loro confini quei paesi che erano rimasti nell’area di influenza politica sovietica. Ma occorreva creare attorno ad essa anche una barriera psicologica che passò sotto il nome di “l’impero del male”, ampliando nel mondo tutto ciò che appariva negativo e nel contempo veniva attuata qualsiasi forma di collaborazione con il mondo esterno inventando la favola dei 100 milioni di morti compiuti dai comunisti nel mondo.
Per questa operazione venne creata tra Europa e il nord America, il Patto che tuttora esiste, della NATO. Nel Medio Oriente il Patto di Bagdad e in Estremo Oriente il Patto della SEATO. Tutte alleanze antisovietiche per paura che il comunismo avanzasse oltre le loro barriere. E su questo grande disegno si svilupperanno poi ogni forma di corrosione del potere comunista fino alla sua implosione e collassamento che non hanno portato grande giovamento alle cosiddette democrazie occidentali. Anzi, nel mondo si è creato il dominio di una sola potenza, quando prima vi era un equilibrio esercitato dalle due grandi potenze URSS e USA, che impedivano all’una o all’altra di fare ciò che più gli aggradava.
La politica di accerchiamento o di contenimento impose all’URSS una politica interna di ristrettezze per arricchire il proprio armamento per far fronte ad un eventuale attacco esterno da parte dell’imperialismo. Una politica autarchica diretta solo ad uno scopo preciso, in contrapposizione alle necessità dettate dalla ricostruzione del dopoguerra e dello sviluppo. In più questa politica alimentava le rivendicazioni di intere popolazioni, di intere categorie di persone le quali venivano fronteggiate con violenza specie là dove la rivendicazione diventava nazionalista e quindi politica.
Da qui quella che ho chiamato l’implosione, la quale si estese a tutte le nazioni vicine governate dai partiti comunisti.
Si svilupparono controrivoluzioni che in certi luoghi riportarono alla ribalta forze assopite la cui resurrezione ancora oggi non è giovata ad un qualche cosa che portasse vantaggio alle popolazioni medesime. Tanto che in diverse di esse, i comunisti governano, oppure avanzano ad ogni tornata elettorale e in qualche altra la gente dice “è meglio quando si stava peggio!”.
Ed oggi che una sola potenza mondiale detta legge, si dice che ciò sia il peggiore dei mali. Contro questa potenza mondiale è nato un movimento terroristico sostenuto dai popoli arabi già utilizzati dagli americani stessi per circoscrivere o bloccare l’espansionismo sovietico. E’ nato il movimento con a capo Bin Laden che mira allo “annientamento degli Stati Uniti d’America” attraverso azioni terroristiche e di sobillazione al sabotaggio contro coloro che vorrebbero comandare su tutti o impadronirsi con la prepotenza delle risorse primarie per meglio gestirle a proprio piacimento.
Indubbiamente per l’umanità, questa nuova situazione reca incertezze e soprattutto maggiore povertà per i più poveri, mentre vanno arricchendosi i popoli già ricchi, i quali si accodano al carro, per ora vincente, guidato dal grande capitalismo americano.
Questa politica è stata rivolta anche contro la Resistenza italiana riportando alla luce forze che il popolo italiano aveva combattuto e vinto e che era sicuro non ritornassero: invece…..!
Stiamo assistendo ad un rigurgito anche nazista che vorrebbe riproporre in Italia ed in Europa e non solo, una guerra di religione e razzista con conseguente negazionismo della storia recente che contribuisce soltanto ad esacerbare le idee della gente, deviandole dai veri obiettivi, per meglio gestire le modifiche del sistema atte a dominare. Una specie di guerra tra poveri che si azzuffano, per sopravvivere mentre chi fomenta veleggia sulle disgrazie altrui.
Tutti dovremmo porci questo problema ed insieme trovare lo sbocco libero e democratico delle popolazioni.
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