domenica 17 gennaio 2010
Capitolo 3
Paolino Orlandini "...................e si scatenò la Seconda Guerra Mondiale"
LA GERMANIA DOPO LA PRIMA GUERRA MONDIALE E LE MODIFICHE DEI CONFINI EUROPEI ORIENTALI
Abbiamo appena detto quanto successe in Germania e poiché la fonte dell’aggressione nazista al mondo civile e democratico fu proprio questa nazione, vediamone meglio gli avvenimenti partendo dalla fine della Prima guerra mondiale.
Le fortune dell’impero germanico sono legate alla storia dei re di Prussia. Divenne una grande potenza economica ed industriale che si infranse con la guerra scoppiata nel 1914.
La Germania faceva parte assieme all’Austria dell’alleanza difensiva chiamata “Triplice Alleanza”. Sin dal 20 maggio 1882 ebbe rinnovi fino a quello stipulato il 5 dicembre 1912 con l’aggiunta dell’Italia e con i mutamenti avvenuti nel Sangiaccato di Novi Pazar (1), in Libia e in Albania. Già scossa dagli ultimi avvenimenti dell’ultimo decennio, la Triplice Alleanza poteva considerarsi finita quando, allo scoppio della Prima guerra mondiale, l’Italia, constatato che non ricorreva il casus foederis, proclamava la propria neutralità (1° agosto 1914); ma veniva denunciata, formalmente dall’Italia stessa, solo il 3 maggio 1915 lasciando sussistere l’alleanza fra la Germania e l’Austria-Ungheria.
Alla Triplice Alleanza, appartenne, in forza di accordi particolari, anche la Romania. A fronte della Triplice Alleanza venne costituita la “Triplice Intesa”, formata da Gran Bretagna, Francia e Russia. Il primo accordo denominato Intesa Cordiale venne stipulato fra Gran Bretagna e Francia nel 1904; dopo l’accordo fra Gran Bretagna e Russia del 1907 si dette il nome di Triplice Intesa, che divenne vera e propria alleanza il 5 settembre 1914, un mese dopo lo scoppio della guerra.
In seguito aderirono ad essa il Giappone e l’Italia. Gli Stati Uniti d’America, pur partecipando alla guerra comune, conservarono sempre una posizione riservata. L’Intesa può dirsi terminata con la sopravvenuta pace conseguita attraverso trattati complessivi e particolari fra le potenze vincitrici e quelle soccombenti.
Da quarant’anni le grandi potenze si fronteggiavano nel tentativo di assestare il colpo definitivo al nemico di sempre. Tutti aspettavano che si iniziasse e finalmente iniziò.
Le ragioni, ancora oggi sia trascorso quasi un secolo, gli storici non hanno stabilito il perché. Le ragioni vere.
Tutto iniziò con l’assassinio dell’Arciduca ereditario d’Austria, Francesco Ferdinando a Sarajevo il 28 giugno 1914, ad opera dello studente Principi, serbo di nazionalità austriaca, esponente di una vasta congiura che risultò essere stata organizzata in Serbia.
L’Arciduca Francesco Ferdinando e sua moglie divennero eredi al trono di Austria-Ungheria dopo che l’arciduca Rodolfo d’Asburgo (figlio dell’Imperatore Francesco Giuseppe) si suicidò il 30 gennaio 1889 assieme all’amante Maria Vatsera, in un padiglione di caccia del castello di Mayerling, nella Bassa Austria.
Il fatto scatenò gli eventi: una dichiarazione di guerra dopo l’altra coinvolse l’Austria-Ungheria, la Serbia, la Russia, la Germania, la Francia, la Gran Bretagna, il Montenegro, il Giappone, gli Stati Uniti e infine anche l’Italia, la quale, già legata ai due imperi centrali da un trattato difensivo come detto in precedenza, ruppe gli indugi neutralistici ed entrò in guerra contro la Germania, l’Austria-Ungheria e la Russia.
La guerra fu lunghissima e terminò nel novembre del 1918 con la vittoria della Triplice Intesa.
La Germania, che con Guglielmo I° re di Prussia era assurta a impero germanico divenendo una grande potenza militare ed economica nonché una grande potenza coloniale, venne sconfitta e dal trattato di Versailles venne solennemente punita.
Cosa previde questo trattato sottoscritto fra le parti in causa il 28 giugno 1919? Intanto si costituiva il patto fondamentale della Società delle Nazioni (2) e per la Germania venne prevista la cessione dell’Alsazia-Lorena alla Francia; Eupen e Malmédy al Belgio; la Posnania e la maggior parte della Prussia occidentale alla Polonia; il territorio di Hultschin alla Cecoslovacchia; i territori di Memel e Danzica (quest’ultima doveva costituirsi in città libera) alle principali potenze alleate e associate. Doveva rinunciare a tutte le colonie che venivano divise fra Inghilterra, Unione Sud-Africana, Australia, Nuova Zelanda, Francia, Giappone e Belgio. In più dovevano essere restituiti altri territori alla Francia, al Portogallo e alla Cina. Inoltre venivano sottoposti a plebiscito l’Alta Slesia, lo Schleswig (quindi perduti dalla Germania) e la parte sud della Prussia orientale; il bacino della Saar (per 15 anni a disposizione della Società delle Nazioni), e tutto il territorio tedesco sulla sinistra del fiume Reno, una striscia di 50 Km. ad est e l’isola di Helgoland dovevano essere smilitarizzate. Infine, la Germania doveva rinunciare a possedere sommergibili ed aerei militari; doveva limitare il suo esercito a 100.000 volontari e la sua Marina Militare limitata a 108.000 tonnellate e si impegnava a pagare le riparazioni di guerra.
L’Austria-Ungheria subì analoga sorte con il trattato di Saint-Germain del 1919. Nel 1916 moriva l’imperatore Francesco Giuseppe I° e gli succedeva il pronipote Carlo (in Austria era conosciuto come Carlo I°, mentre in Ungheria, come Carlo IV).
La guerra segnò lo sfacelo della Duplice Monarchia che, sconfitta dagli italiani a Vittorio Veneto, firmava il 3 novembre 1918 l’armistizio di Villa Giusti.
L’11 novembre l’imperatore dichiarava di abbandonare il potere sovrano in Austria, il 13 anche in Ungheria. Così finiva la monarchia austro-ungherese. Un impero che dominava 12 milioni di tedeschi, 10 di ungheresi, 8 e mezzo di cechi e slovacchi, 5 di polacchi, 1,3 di sloveni, 3,25 di romeni, 800 mila di italiani e diverse altre minori entità si dissolse e sulle rovine della Duplice Monarchia si costituirono tre Stati: Austria tedesca, Cecoslovacchia e Ungheria. Notevoli territori passavano all’Italia, alla Serbia (Jugoslavia), alla Romania e alla Polonia.
Prima l’Austria-Ungheria esercitava il suo dominio che comprendeva: il primo, detto anche Cisleithania, l’Alta e Bassa Austria, il Salisburgo, il Tirolo con il Trentino, il Vorarlberg, la Carinzia, la Stiria, la Carniola, la contea di Gorizia e Gradisca, Trieste, l’Istria, la Dalmazia, la Boemia, la Moravia, la Slesia Austriaca, la Galizia, la Bucovina; il secondo, detto anche Transleithania, l’Ungheria propria detta, compresa la Slovacchia con la Transilvania e il Banato di Temesvar, la Croazia e Slavonia e Fiume.
Il Trattato di Saint-Germain-en-Laye prevedeva anche, l’abolizione del servizio militare obbligatorio limitando l’entità dell’esercito a 30.000 uomini e riduzione degli armamenti ad esigue proporzioni. Infine venne imposto il pagamento delle riparazioni di guerra. Gli Stati Uniti firmarono il trattato ma non lo ratificarono.
La terza potenza della Triplice Alleanza, la Russia, ebbe una sorte diversa a causa di quanto accadde sul fronte interno. Intanto occorre dire che la Russia non faceva parte della Triplice, ma era alleata per cui venne trascinata nella guerra mondiale, ma non subì le sorti dei trattati di Versailles.
Paolino Orlandini "...................e si scatenò la Seconda Guerra Mondiale"
LA GERMANIA DOPO LA PRIMA GUERRA MONDIALE E LE MODIFICHE DEI CONFINI EUROPEI ORIENTALI
Abbiamo appena detto quanto successe in Germania e poiché la fonte dell’aggressione nazista al mondo civile e democratico fu proprio questa nazione, vediamone meglio gli avvenimenti partendo dalla fine della Prima guerra mondiale.
Le fortune dell’impero germanico sono legate alla storia dei re di Prussia. Divenne una grande potenza economica ed industriale che si infranse con la guerra scoppiata nel 1914.
La Germania faceva parte assieme all’Austria dell’alleanza difensiva chiamata “Triplice Alleanza”. Sin dal 20 maggio 1882 ebbe rinnovi fino a quello stipulato il 5 dicembre 1912 con l’aggiunta dell’Italia e con i mutamenti avvenuti nel Sangiaccato di Novi Pazar (1), in Libia e in Albania. Già scossa dagli ultimi avvenimenti dell’ultimo decennio, la Triplice Alleanza poteva considerarsi finita quando, allo scoppio della Prima guerra mondiale, l’Italia, constatato che non ricorreva il casus foederis, proclamava la propria neutralità (1° agosto 1914); ma veniva denunciata, formalmente dall’Italia stessa, solo il 3 maggio 1915 lasciando sussistere l’alleanza fra la Germania e l’Austria-Ungheria.
Alla Triplice Alleanza, appartenne, in forza di accordi particolari, anche la Romania. A fronte della Triplice Alleanza venne costituita la “Triplice Intesa”, formata da Gran Bretagna, Francia e Russia. Il primo accordo denominato Intesa Cordiale venne stipulato fra Gran Bretagna e Francia nel 1904; dopo l’accordo fra Gran Bretagna e Russia del 1907 si dette il nome di Triplice Intesa, che divenne vera e propria alleanza il 5 settembre 1914, un mese dopo lo scoppio della guerra.
In seguito aderirono ad essa il Giappone e l’Italia. Gli Stati Uniti d’America, pur partecipando alla guerra comune, conservarono sempre una posizione riservata. L’Intesa può dirsi terminata con la sopravvenuta pace conseguita attraverso trattati complessivi e particolari fra le potenze vincitrici e quelle soccombenti.
Da quarant’anni le grandi potenze si fronteggiavano nel tentativo di assestare il colpo definitivo al nemico di sempre. Tutti aspettavano che si iniziasse e finalmente iniziò.
Le ragioni, ancora oggi sia trascorso quasi un secolo, gli storici non hanno stabilito il perché. Le ragioni vere.
Tutto iniziò con l’assassinio dell’Arciduca ereditario d’Austria, Francesco Ferdinando a Sarajevo il 28 giugno 1914, ad opera dello studente Principi, serbo di nazionalità austriaca, esponente di una vasta congiura che risultò essere stata organizzata in Serbia.
L’Arciduca Francesco Ferdinando e sua moglie divennero eredi al trono di Austria-Ungheria dopo che l’arciduca Rodolfo d’Asburgo (figlio dell’Imperatore Francesco Giuseppe) si suicidò il 30 gennaio 1889 assieme all’amante Maria Vatsera, in un padiglione di caccia del castello di Mayerling, nella Bassa Austria.
Il fatto scatenò gli eventi: una dichiarazione di guerra dopo l’altra coinvolse l’Austria-Ungheria, la Serbia, la Russia, la Germania, la Francia, la Gran Bretagna, il Montenegro, il Giappone, gli Stati Uniti e infine anche l’Italia, la quale, già legata ai due imperi centrali da un trattato difensivo come detto in precedenza, ruppe gli indugi neutralistici ed entrò in guerra contro la Germania, l’Austria-Ungheria e la Russia.
La guerra fu lunghissima e terminò nel novembre del 1918 con la vittoria della Triplice Intesa.
La Germania, che con Guglielmo I° re di Prussia era assurta a impero germanico divenendo una grande potenza militare ed economica nonché una grande potenza coloniale, venne sconfitta e dal trattato di Versailles venne solennemente punita.
Cosa previde questo trattato sottoscritto fra le parti in causa il 28 giugno 1919? Intanto si costituiva il patto fondamentale della Società delle Nazioni (2) e per la Germania venne prevista la cessione dell’Alsazia-Lorena alla Francia; Eupen e Malmédy al Belgio; la Posnania e la maggior parte della Prussia occidentale alla Polonia; il territorio di Hultschin alla Cecoslovacchia; i territori di Memel e Danzica (quest’ultima doveva costituirsi in città libera) alle principali potenze alleate e associate. Doveva rinunciare a tutte le colonie che venivano divise fra Inghilterra, Unione Sud-Africana, Australia, Nuova Zelanda, Francia, Giappone e Belgio. In più dovevano essere restituiti altri territori alla Francia, al Portogallo e alla Cina. Inoltre venivano sottoposti a plebiscito l’Alta Slesia, lo Schleswig (quindi perduti dalla Germania) e la parte sud della Prussia orientale; il bacino della Saar (per 15 anni a disposizione della Società delle Nazioni), e tutto il territorio tedesco sulla sinistra del fiume Reno, una striscia di 50 Km. ad est e l’isola di Helgoland dovevano essere smilitarizzate. Infine, la Germania doveva rinunciare a possedere sommergibili ed aerei militari; doveva limitare il suo esercito a 100.000 volontari e la sua Marina Militare limitata a 108.000 tonnellate e si impegnava a pagare le riparazioni di guerra.
L’Austria-Ungheria subì analoga sorte con il trattato di Saint-Germain del 1919. Nel 1916 moriva l’imperatore Francesco Giuseppe I° e gli succedeva il pronipote Carlo (in Austria era conosciuto come Carlo I°, mentre in Ungheria, come Carlo IV).
La guerra segnò lo sfacelo della Duplice Monarchia che, sconfitta dagli italiani a Vittorio Veneto, firmava il 3 novembre 1918 l’armistizio di Villa Giusti.
L’11 novembre l’imperatore dichiarava di abbandonare il potere sovrano in Austria, il 13 anche in Ungheria. Così finiva la monarchia austro-ungherese. Un impero che dominava 12 milioni di tedeschi, 10 di ungheresi, 8 e mezzo di cechi e slovacchi, 5 di polacchi, 1,3 di sloveni, 3,25 di romeni, 800 mila di italiani e diverse altre minori entità si dissolse e sulle rovine della Duplice Monarchia si costituirono tre Stati: Austria tedesca, Cecoslovacchia e Ungheria. Notevoli territori passavano all’Italia, alla Serbia (Jugoslavia), alla Romania e alla Polonia.
Prima l’Austria-Ungheria esercitava il suo dominio che comprendeva: il primo, detto anche Cisleithania, l’Alta e Bassa Austria, il Salisburgo, il Tirolo con il Trentino, il Vorarlberg, la Carinzia, la Stiria, la Carniola, la contea di Gorizia e Gradisca, Trieste, l’Istria, la Dalmazia, la Boemia, la Moravia, la Slesia Austriaca, la Galizia, la Bucovina; il secondo, detto anche Transleithania, l’Ungheria propria detta, compresa la Slovacchia con la Transilvania e il Banato di Temesvar, la Croazia e Slavonia e Fiume.
Il Trattato di Saint-Germain-en-Laye prevedeva anche, l’abolizione del servizio militare obbligatorio limitando l’entità dell’esercito a 30.000 uomini e riduzione degli armamenti ad esigue proporzioni. Infine venne imposto il pagamento delle riparazioni di guerra. Gli Stati Uniti firmarono il trattato ma non lo ratificarono.
La terza potenza della Triplice Alleanza, la Russia, ebbe una sorte diversa a causa di quanto accadde sul fronte interno. Intanto occorre dire che la Russia non faceva parte della Triplice, ma era alleata per cui venne trascinata nella guerra mondiale, ma non subì le sorti dei trattati di Versailles.
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