SI CREA IL FRONTE ORIENTALE
Mentre alle frontiere occidentali dell’URSS le cose si misero più o meno bene, alla frontiera con la Finlandia la situazione era diversa. Qui, alla distanza di 32 Km. da Leningrado erano dislocate le truppe finlandesi, il cui comando, nella sua maggioranza, era orientato ad allearsi con la Germania. Ed era ben noto che fin dall’estate del 1939, il maggior generale Franz Halder, Capo di Stato Maggiore dell’esercito tedesco, si era recato più volte in Finlandia per “conferire” con i colleghi e consigliarli. E allora si trattava di cominciare a chiarire la questione del confine.
Era evidente che a 32 Km. di distanza, Leningrado poteva essere sotto il tiro continuo delle artiglierie finlandesi, e quindi il problema era quello di allontanare il più possibile la linea di confine sull’istmo della Carelia. Sebbene l’URSS avesse offerto alla Finlandia una parte della Carelia sovietica, più grande il doppio e l’affitto per 30 anni del porto di Hanko, e una parte dell’Isola dei Pescatori, il governo finlandese, sostenuto dai tedeschi e nonostante avesse un trattato di non aggressione con l’URSS fin dal 1932, rifiutò ogni proposta, per cui l’Unione Sovietica si vide costretta ad agire militarmente per assicurare Leningrado da ogni evenienza.
L’attacco avvenne il 30 novembre 1939 e la resa della Finlandia il 2 marzo 1940. Il nuovo confine veniva spostato a 150 Km. a nord-ovest. Leningrado veniva posta in sicurezza.
Il 29 marzo 1940 in una sessione del Soviet Supremo dell’URSS, il ministro degli Affari Esteri, Molotov, dichiarò: “ … l’Unione Sovietica, che, disfatto l’esercito finlandese, aveva piena possibilità di occupare tutta la Finlandia, non l’ha fatto e non ha chiesto nessuna contribuzione per il risarcimento delle sue spese militari, come avrebbe fatto qualsiasi altra potenza, ma ha limitato al minimo le sue richieste …”.
“Nel Trattato di pace – ha continuato Molotov nel suo discorso – noi non ci siamo proposti nessun altro scopo all’infuori di garantire la sicurezza di Leningrado, di Murmansk e della ferrovia di Murmansk”.
Gli anglo-francesi che spadroneggiavano nella Società delle Nazioni, presero posizione a favore della Finlandia e dichiararono “aggressore” l’URSS, la quale venne “espulsa” dalla Società delle Nazioni.
Nei tre mesi che durò la guerra, la Finlandia ricevette armi sia dalla Francia che dall’Inghilterra. Chambelain il 19 marzo 1940 alla Camera dei Comuni informò che l’Inghilterra fornì alla Finlandia 101 aerei, oltre 200 cannoni, centinaia di migliaia di proiettili, bombe d’aviazione e mine anticarro. Contemporaneamente Daladier informò la Camera dei Deputati che la Francia aveva fornito alla Finlandia 175 aeroplani, circa 500 cannoni, oltre 5000 mitragliatrici, un milione di proiettili e di bombe a mano, nonché vari altri armamenti.
Tutto questo avveniva nel momento in cui l’Inghilterra e la Francia non manifestavano alcuna attività contro la Germania di Hitler, sul cui fronte si svolgeva la cosiddetta “drôle de guerre” (la strana guerra).
Quanto sto scrivendo risulta dal “libro bianco” del Ministero degli Affari Esteri della Svezia, edito a Stoccolma nel 1947; a pag. 120 si legge una nota della missione britannica consegnata agli svedesi il 2 marzo 1940, in cui è scritto: I governi alleati si rendono conto che la situazione militare della Finlandia diventa disperata. Dopo un minuzioso esame di tutte le possibilità. Essi sono giunti alla conclusione che l’unico mezzo mediante il quale possono prestare alla Finlandia un aiuto oggettivo, è l’invio di truppe alleate, ed essi sono pronti ad inviare simili truppe in risposta alla richiesta finlandese”. (Gli inglesi avrebbero inviato 100.000 uomini, mentre la Francia 50.000 n.d.a.).
Ma l’aiuto militare alla Finlandia contro l’URSS non era che una parte dei piani predisposti dagli anglo-francesi.
Sempre dal “libro bianco” svedese già citato, a pag. 119, è riportato un documento del ministro svedese degli affari esteri, Günter, da cui si evidenzia il fatto che “l’invio di questo contingente di truppe rientrava nel piano generale di aggressione contro l’Unione Sovietica” e che questo piano “a partire dal 15 marzo, sarebbe stato messo in azione contro Bacu, e ancora prima – attraverso la Finlandia”.
Scriverà Henri di Kērillis sul suo libro “ De Gaulle – dittatore”, edito in Montreal – 1945, alle pagg. 363 e 364, che: “Secondo questo piano, di cui Paul Reynaud (ministro del governo francese, n.d.a.) in una lettera, da me conservata mi espone le linee principali: un corpo di spedizione motorizzato, sbarcato in Finlandia, attraverso la Norvegia, farebbe presto a sbaragliare le orde disordinate della Russia e a marciare verso Leningrado”.
Questo piano era stato elaborato in Francia da De Gaulle e dal generale Weygaud, allora comandante delle truppe francesi in Siria, il quale si vantava affermando che: “… con alcuni rinforzi e duecento aeroplani avrebbe occupato il Caucaso (per impadronirsi dei pozzi petroliferi di Bacu – n.d.a.) e sarebbe entrato in Russia come il “coltello nel burro”.
I piani contro l’URSS fallirono miseramente, perché quel grande Paese vinse in poco tempo la guerra e il 12 marzo 1940 fu firmato il trattato di pace sovietico-finlandese che prevedeva lo spostamento di 150 Km. della linea di difesa a nord di Leningrado, Vyborg compreso.
Già nel giugno 1940, si concretizzò il fronte “orientale” dal Mar Baltico al Mar Nero, concludendo patti con i paesi baltici contro l’aggressione hitleriana. La Lituania, l’Estonia, la Lettonia e la Polonia divennero i paesi cuscinetto ai confini sovietici; poi la Moldavia e la Bucovina erano state riunite entro i confini sovietici già strappati all’URSS dopo la Rivoluzione d’Ottobre.
Le truppe sovietiche occuparono tutti i territori dando vita ad un fronte unico e unito. Ma tutto ciò non piacque anche se venne spiegato che doveva essere fatto per costruire una salda difesa per poi passare alla controffensiva e battere le truppe hitleriane. E non si voleva comprendere che altre vie non c’erano.
E mi domando e domandiamo agli altri, non ha forse agito con lungimiranza il governo inglese dislocando le proprie truppe in Egitto per salvaguardare il canale di Suez, l’Egitto e chiudere la strada verso il Medio Oriente, verso i bacini petroliferi? Non ha forse agito giustamente il governo degli Stati Uniti d’America, sbarcando le proprie truppe in Marocco nonostante le proteste dei marocchini, per bloccare da sud una possibile vittoria hitleriana all’Europa?
E non fecero bene i francesi liberi a bloccare le divisioni coloniali dell’Africa equatoriale nell’area nigeriana affinchè evitassero il contatto con quelle in Algeria, le quali avevano sposato la causa del maresciallo Petain? Difatti queste forze furono poi il ganglo vitale per la ricostituzione dell’esercito francese di De Gaulle, mentre parecchie delle altre forze preferirono la prigionia americana o la collaborazione dopo gli eventi tunisini.
Leggendaria ed irripetibile fu, infatti, l’impresa del gen. Leclerc de Hautecloque che guidò le truppe sud-sahariane in Algeria, percorrendo oltre 2000 Km. in pieno deserto con materiale rotabile di ogni genere.
Leclerc, sbarcato poi nel sud della Francia, con l’operazione Dragoon, risalì la Francia e giunse per primo a Parigi con la sua divisione di carri armati.
Se queste ragioni e fatti espressi sono veri ed ammissibili, perché queste posizioni o operazioni assunte furono accettate e le altre no?
Che cosa sarebbe avvenuto se l’URSS non avesse creato il fronte “orientale” prima ancora che l’aggressione nazista avvenisse e su questo fronte non fosse passato per la linea Vyborg – Kaunas – Bilostok – Brest – Lvov, ma lungo la vecchia frontiera Leningrado – Narva – Minsk – Kiev?
Fu questione di spazi, grandi distanze di 200-300 chilometri che avrebbe accelerato la caduta di Kiev e dell’Ucraina, avrebbe portato alla presa di Mosca nonché di Leningrado. L’URSS sarebbe stata costretta a passare alla difesa per un tempo prolungato il che avrebbe permesso ai tedeschi di liberare in oriente una cinquantina di divisioni per lo sbarco sulle isole britanniche e per rafforzare il fronte tedesco-italiano nella zona dell’Egitto. E’ molto probabile che il governo inglese, veniva costretto a riparare in Canada e che l’Egitto e il Canale di Suez sarebbero caduti sotto il dominio di Hitler. Ma questo non è tutto.
L’URSS sarebbe stata costretta a trasferire gran parte delle sue truppe dalla Manciuria per rafforzare la propria difesa il che avrebbe permesso ai giapponesi di liberare una trentina di divisioni, impegnate in Manciuria, per avviarle contro la Cina, le Filippine, l’Asia sud-orientale contro le forze armate americane nell’Estremo Oriente.
Mentre le grandi “democrazie occidentali” facevano la “guerra all’URSS” sotto il loro naso, nell’aprile del 1940, i tedeschi occupavano la Danimarca e la Norvegia. Verso la metà di maggio facevano irruzione in Olanda, Belgio e nel Lussemburgo. Il 21 maggio raggiungevano la Manica e tagliavano gli alleati nelle Fiandre. Alla fine di maggio gli inglesi evacuavano Dunkerque, lasciando la Francia. A giugno cadeva Parigi e l’intera Francia capitolava il 22 giugno 1940.
In tal modo Hitler calpestò ogni e qualsiasi dichiarazione di non aggressione firmata con la Francia e la Gran Bretagna.
Fu il fallimento della politica di pacificazione, della politica di rinuncia alla sicurezza collettiva, e realizzato l’isolamento dell’URSS.
Dopo aver occupato senza colpo ferire l’Albania, il fascismo italiano aggrediva la Grecia: era il 28 ottobre 1040. La crisi fra i due paesi iniziò il 12 agosto con l’uccisione dell’albanese Hoggia e con l’affondamento dell’incrociatore greco “Helli” avvenuto il 15 agosto da parte del sommergibile italiano “Delfino”.
I greci contrattaccarono respingendo gli italiani in territorio albanese. Senza l’aiuto dei tedeschi che attaccarono la Grecia dalla Bulgaria dopo averla occupata, gli italiani sarebbero restati molto tempo sul fronte di Argirocastro e della valle del Vojussa. (19)
L’aggressione nazi-fascista non finiva il 1° marzo 1941: i tedeschi occupavano la Bulgaria; il 5 aprile l’URSS firmava il patto di non aggressione con la Jugoslavia; il 22 giugno dello stesso anno la Germania aggrediva l’URSS. L’Italia, la Romania, l’Ungheria e la Finlandia entrarono in guerra contro l’URSS dalla parte dei tedeschi.
Attaccando la Russia, Hitler dovette soprassedere al piano “Seelöwe” (invasione dell’Inghilterra); rinviare il piano “Attila” (occupazione della Francia meridionale); rinviare sine die il piano “Felix” (conquista di Gibilterra).
Mussolini, che volle aiutare il suo compare, inviò in Russia, prima il C.S.I.R. (Corpo di Spedizione Italiano in Russia), poi l’ARM.I.R. (Armata Italiana in Russia). Poichè aveva detto che la Russia era invincibile, in quanto disponeva di “tre grandi generali che nessuno aveva mai sconfitto: neve, fango, distanze”. Perché inviò 220.000 italiani a morire di freddo, male equipaggiati e male armati?
E’ un interrogativo che i giornalisti dell’epoca non si posero e quelli attuali, copiando dai primi, continuano a non porselo. Magari continuano a scrivere che Mussolini fu un grande uomo politico o addirittura un grande stratega, quando, è dimostrato, che non sapeva leggere la carta topografica.
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