1866 QUATTRO BATTAGLIE PER IL VENETO

1866 QUATTRO BATTAGLIE PER IL VENETO
Il volume e acquistabile presso tutte le librerie, oppure si può chiedere alla Casa Editrice (ordini@nuovacultura.it) o all'Istituto del nastro Azzurro (segreteriagenerale@istitutonastroazzurro.org)

1866 Il Combattimento di Londrone

ORDINE MILITARE D'ITALIA

ORDINE MILITARE D'ITALIA
CAVALIERE DI GRAN CROCE

Collana Storia in Laboratorio

Il piano editoriale per il 1917 è pubblicato con post in data 12 novembre 2016

Per i volumi pubblicati accedere al catalogo della Società Editrice Nuova Cultura con il seguente percorso:
www.nuovacultura.it/catalogo/collanescientifiche/storiainlaboratorio

.La collana Storia in Laboratorio 31 dicembre 2014

.La collana Storia in Laboratorio 31 dicembre 2014
Collana Storia in Laboratorio . Scorrendo il blog si trovano le indicazioni riportate sulla quarta di copertina di ogni volume. Ulteriori informazioni e notizie possono essere chieste a: ricerca23@libero.it

Testo Progetto Storia In Laboratorio

Il testo completo del Progetto Storia in Laboratorio è riportato su questo blog alla data del 10 gennaio 2009.

Si può utilizzare anche la funzione "cerca" digitando Progetto Storia in Laboratorio.

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La Collana Storia in Laboratorio al 31 dicembre 2011

La Collana Storia in Laboratorio al 31 dicembre 2011
Direttore della Collana: Massimo Coltrinari. (massimo.coltrinari@libero.it)
I testi di "Storia in Laboratorio"
sono riportati
sul sito www.nuovacultura.it
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lunedì 22 giugno 2015

Pierluigi Fran. Ricerche sulla Prima Guerra Mondiale. Ruggero Timeus Fauro

Roma, 18 giugno 2015

Carissimo,

ti invio
 la lettera che il 15 ottobre 1914 Ruggero Timeus Fauro, all'età 22 anni, scrisse in punta di penna al Console d'Austria a Roma per spiegargli i motivi per i quali non si sarebbe mai arruolato nell'esercito austro-ungarico, sentendosi a tutti gli effetti un italiano ormai da più generazioni.

A mio parere sarebbe opportuno pubblicarla a corredo del mio articolo perché é
 un documento straordinario per il suo valore morale e per la dimostrazione concreta dell'amor patrio (oggi purtroppo in forte calo).

Potrebbe essere di esempio ai giovani anche perché mette in evidenza ed esalta il valore intellettuale e la grandezza morale di Ruggero Timeus Fauro, che, pur consapevole di essere considerato dagli austriaci un disertore e quindi meritevole di fucilazione alla schiena, ribadì fermamente il suo profondo attaccamento all'Italia e alla Patria.

Peraltro fu coerente con questi suoi ideali perché Ruggero Timeus Fauroandò poi in guerra contro l'Austria e restò ucciso in combattimento sul Pal Piccolo il 14 settembre 1915, meritandosi anche la medaglia d'argento al valor militare alla memoria. 

Cordialmente


Pierluigi Roesler Franz

Consigliere nazionale dell'Ordine dei Giornalisti
Via Alessandro Serpieri 7 - 001
97 ROMA
06-321.45.74
335-820.12.40 

                                                   











 




Chi era Ruggero Timeus Fauro

RUGGERO TIMEUS (ma come irredento e come scrittore il suo cognome di battaglia era conosciuto come FAURO, pseudonimo che aveva adottato togliendolo da un antico titolo nobiliare della sua famiglia). Figlio di Giovanni (di vecchia famiglia istriana originaria di Portole) e di Gisella De Chicchio (ultima superstite di un'antica famiglia triestina). Aveva un fratello, Renato. Discendeva da una famiglia di patrioti e di coraggiosi.

Era nato a TRIESTE il 16/2/1892.

SOTTOTENENTE MEDICO della 72^ Compagnia dell'8° REGGIMENTO ALPINI battaglione "TOLMEZZO", già nell'81° REGGIMENTO FANTERIA Brigata TORINO in cui si era arruolato il 20 maggio 1915. Due mesi dopo era stato nominato sottotenente. Partecipò alla campagna di Libia come sergente. Combattè come volontario nella legione garibaldina alle Argonne. Passò poi nell’esercito italiano, divenendo sottotenente per meriti di guerra.



Irredento e interventista, partì tra i primi volontario nel 1° Conflitto mondiale. Il suo era soprattutto un irredentismo logico che s'indispettiva delle vecchie ragioni e maniere di chi, redento o irredento, sentiva l'irredentismo al di là, e magari contro le ragioni della politica nazionale.

Morto in Vetta al PAL PICCOLO il 14/9/1915 all’età di 23 anni quando il baracchino da lui occupato sul fronte carnico venne colpita da una granata che lo uccise assieme ad altri 4 soldati.





Per OnorCaduti del Ministero della Difesa é sepolto in località sconosciuta.

Risulta, invece, sepolto nel piccolo CIMITERO di montagna di TIMAU dove fu posta la seguente epigrafe dettata da Giuseppe BEVIONE: "Ruggero Timeus, ucciso da granata austriaca il 14/9/1915 a Vetta Pal Piccolo. Vita breve, pura, radiosa, tutta offerta e sacrificata all'Italia. I suoi compagni dell'8° Reggimento Alpini".

MEDAGLIA D'ARGENTO ALLA MEMORIA conferitagli con decreto luogotenenziale 1/10/1916, pubblicato nel 1922, con questa motivazione: ”Benché ferito in precedente combattimento, dava con serena calma, durante un violento fuoco di artiglieria nemica, disposizioni per attenuarne gli effetti. Mirabile esempio di coraggio e di alte virtù militari, cadeva eroicamente sul posto. Pal Piccolo, 14 settembre 1915”.

Saggista e scrittore fra i più noti irredentisti del suo tempo e considerato il più conseguente e intemerato fra i nazionalisti italiani, amico di Vincenzo Picardi, Castellini, Corradini e Alfredo Rocco. Fu quasi un fratello spirituale dell'irredento Xydias, mentre un avversario di ideali nei confronti di irredentisti più moderati come l'ex compagno di classe Giani Stuparich e Scipio Slataper. Il suo irredentismo era più moderno, più politico, cosciente e pieno che rifuggiva fino all'esagerazione dal sentimento del vecchio irredentismo pregiudiziale caro alla politica dei democratici del Paese. Gli piaceva parlare ed essere uno scrittore senza ombra: dir tutto, darsi tutto, sempre. Ma con tante poche parole e con tanto amore al suo pieno silenzio che i più finivano per non accorgersene.

Nel 1911 parlò a Trieste davanti a più di 1.000 giovani al Congresso interregionale degli studenti. Nel 1909 si era iscritto a Filosofia all'Università di GRAZ. Due anni dopo si trasferì a Roma dove nel 1914 alla vigilia della Grande Guerra pubblicò il saggio “Trieste” che ebbe ampia diffusione e che può essere considerato il suo testamento spirituale. 


Redattore dell'"IDEA NAZIONALE": i suoi articoli, brevi, nervosi, dritti, erano i più cercati e letti soprattutto a Napoli. Fu anche collaboratore de "IL DOVERE NAZIONALE" e de "IL REGNO". A soli 16 anni già scriveva su "l'EMANCIPAZIONE", giornale repubblicano di Trieste di aperta tendenza irredentistica. Come Giuseppe Mazzini e Goffredo Mameli era considerato uno dei giovani più colti e profondi della nostra letteratura. A chi gli chiedeva "quando avremo vinto la guerra"? Rispose:" Andremo a fare un bel giornale italiano a Tunisi". Ma in cuor suo progettava per sé un grande giornale nel Mezzogiorno, "Il Gallo Silvestre", che avrebbe dovuto cantare forti diane ogni mattina. 

Di eccezionale interesse é la lettera che scrisse a 22 anni il 15 ottobre 1914 al Console d'Austria a Roma con cui gli comunicava la sua ferma e irrevocabile decisione di non ubbidire alla chiamata alle armi austriache rendendosi così meritevole di fucilazione alla schiena. E' un documento di grande valore morale.
La sua morte suscitò ovunque un profondo rimpianto. Ne dettero notizia La Tribuna del 21/9/1915 a pag. 5, la Gazzetta di Venezia del 24/9/1915, Idea Democratica e l'Indipendente del 25/9/1915, la Sentinella delle Alpi del 27/9/1915, l'Idea Nazionale del 30/9/1915, L'Illustrazione Italiana del 17/10/1915 e il Bollettino della Federazione della Stampa del 25/11/1915.
Il 23/1/1916 fu commemorato a Torino dall'Associazione Stampa Subalpina assieme al Socio avvocato Achille De Stefano (vedere La Stampa del 24/1/1916), mentre il 20/2/1916 fu anche commemorato assieme a Scipio Slataper, a Giacomo Venezian e ad altri irredenti al Teatro Nazionale di Roma dall'onorevole Innocenzo Cappa in una manifestazione organizzata dalla Società  Dante Alighieri, come é riportato su La Guerra Italiana 2^ Serie n. 16 del 1916 a pag. 252.
Il suo nome compare nel 1° Elenco dei Caduti reso noto dalla Federazione della Stampa del 25 settembre 1916 e da "La Guerra Italiana" nella copertina del n. 23 del 15 ottobre 1916.
Nel 1920, a 5 anni dalla morte, fu ricordato da Bruno Coceancig nel volumetto  "Ruggero Timeus Fauro, Parenzo, 1920 ".

Il 4 novembre 1921 (stesso giorno della cerimonia a Roma di tumulazione del Milite Ignoto presso l'Altare della Patria) fu commemorato presso l'Associazione della Stampa a Roma insieme agli altri giornalisti Caduti (all’epoca se ne conoscevano, però, solo 46). Il suo nome compare appunto a pag. 217 del XIX capitolo "Giornalisti soldati" del libro "Giornalismo eroico" di Arturo Lancellotti, Edizioni Fiamma, Roma, 1924 di 264 pp. con prefazione di Giovanni Biadene, Segretario Generale della Federazione Giornalistica Italiana. Nel 1966 fu stampato un libro in sua memoria.
Il suo nome compare sulla lapide con i nomi di 83 giornalisti Caduti nella Grande Guerra, inaugurata solennemente da Benito Mussolini al Circolo della Stampa di Roma a palazzo Marignoli in via del Corso (a pochi metri da Palazzo Chigi a piazza Colonna) alle 11,30 del 24 maggio 1934 e finita poi in una cantina dell'INPGI dove é stata casualmente ritrovata 4 anni fa.
N.B. Su questa lapide la medaglia d'argento è attribuita a Ruggero FAURO (cognome di battaglia di Ruggero TIMEUS).
Una curiosità: il Comune di Trieste gli ha dedicato una strada intestata a Ruggero Timeus e un busto a ricordo nei giardini pubblici di via Giulia, intestato a Ruggero Timeus Fauro, mentre sono stati a lui intestati, ma sotto il nome d’arte o di battaglia di Ruggero Fauro (che si era attribuito negli ultimi anni di vita) due strade: una a Roma nel quartiere Parioli,e l’altra a Lanciano.

martedì 16 giugno 2015

Volume " le Brigate dal nome marchigiani. I Incontro 13 giugno 2015

Gli eventi alla Polveriera nel fine settimana del 13 e 14 giugno

Redazione 13 Giugno 2015
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Presso la Polveriera - Parco del Cardeto Dal 13/06/2015 Al 14/06/2015
Ancora un fine settimana ricco di eventi alla Polveriera che ospita dal mese di maggio il percorso di "Ancona nella Grande guerra".
Per la rassegna "La grande guerra al cinema" è in calendariovenerdì 12 giugno alle 21  il film “La grande illusione” di Jean Renoir (1937). Premio Oscar come miglior film nel 1939, è uno dei vertici assoluti del cinema francese.  E' una storia di prigionia ambientata in un castello. Come scrive il critico Paolo Mereghetti è Toccante il tema dell'amicizia che vince le barriere di classe e di nazione.  Presenta il prof. Antonio Luccarini.  
Per sabato 13, alle 18, è in programma, invece, l'incontro con lo studioso Massimo Coltrinari (a cura dell'Accademia di Oplologia e militaria) su “L’Interventismo in Ancona nel 1914 -1915: Nenni Mussolini e la guerra al nemico ereditario”. Quale il legame tra Ancona e Mussolini? E quello con Nenni, Battisti e Corridoni? La città era interventista oppure neutralista? Ebbe successo il piano austriaco di attacco contro Ancona del 24 maggio 1915? Attorno a questi quesiti verterà l’incontro, che sarà preceduto da una nota introduttiva del presidente dell'Accademia di Oplologia e Militaria Massimo Ossidi,  il quale illustrerà il ciclo di incontri e le sue finalità.  Di seguito, l’intervento di Manlio Bovino, attuale direttore del “Lucifero” sugli  aspetti di ieri e di oggi di questo giornale in relazione al tema dell’intervento.
Domenica 14 giugno, a partire dalle 18, verrà trasmesso il docu-film "Fango e gloria", diretto da Leonardo Tiberi. È un curioso esperimento cinematografico che collega immagini di repertorio tratte dagli archivi del Luce con sequenze di fiction che raccontano ciò che potrebbe nascondersi dietro ogni milite ignoto.  Un film da non perdere, vincitore del nastro d'argento per forza evocativa e innovazione tecnologica.  
Sempre aperta - in occasione degli eventi (quindi anche venerdì sera) - è la mostra  "Ancona nella Grande guerra" che osserva comunque i seguenti orari: sabato dalle 17 alle 20 e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20.  
Gli eventi sono tutti a ingresso libero.
La Polveriera- Ancona è anche su facebook.

lunedì 15 giugno 2015

Girolamo Orsi

ORSI, Girolamo

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 79 (2013)

di Stefania Fortuna
ORSI, Girolamo. – Nacque a Forlì il 26 febbraio 1815 dal conte Antonio e da Camilla Numai.
Nel 1833 s’iscrisse alla facoltà di medicina di Bologna, dove si laureò a pieni voti nel giugno 1837 e si abilitò alla professione nel dicembre 1838. Per perfezionarsi frequentò poi le lezioni d’importanti medici del tempo, Maurizio Bufalini a Firenze e Francesco Puccinotti a Pisa, ottenendo attestati di stima. Nel 1839 esercitò la libera professione ad Ancona, in ottobre ebbe un incarico temporaneo a Falconara e in novembre vinse una condotta medica a Civitavecchia, dove rimase fino al 1849, lavorando anche per la Sanità marittima, per l’esercito e per il consolato francese.
Sulla base delle prime esperienze mediche pubblicò, nel 1842, un articolo sul vaiolo (Di una mite epidemia di vaiuolo in Civitavecchia nel 1841: lettera, in Annali medico-chirurgici di Roma, 1842, n. 6) e nel 1844 un altro, Sulla ipotesi del ch. prof. Telemaco Metaxà che le febbri gastriche di Civitavechia sieno il prodotto della infezione dei miasmi (Bologna 1844).
Intanto aveva maturato idee patriottiche insieme con il fratello Alessandro, pure laureato in medicina, ed entrambi aderirono alla Repubblica romana (1849). Dopo la restaurazione fu allontanato da Civitavecchia, con ordine di sfratto in tre giorni. Nel maggio 1851 ebbe una condotta medica a Forlì e l’anno successivo, nel luglio 1852, un’altra ad Ancona, dove si trasferì e dove trascorse il resto della sua vita. Nel 1854-55 affrontò una prima epidemia di colera con l’aiuto di Alessandro, guadagnandosi attestati di benemerenza da parte del Comune.
I due fratelli, fedeli alle loro idee patriottiche, entrarono nella Società nazionale italiana, di cui Alessandro fu nelle Marche uno dei membri più attivi fino alla morte, avvenuta il 25 marzo 1861. La sua eredità fu raccolta da Girolamo, che era stato nominato cavaliere dei Ss. Maurizio e Lazzaro l’8 ottobre 1860 (Relazione del Comitato nazionale centrale delle Marche in Ancona letta dal cav. G. Orsi nell’adunanza generale dei soci, 20 maggio 1861, Ancona 1861, p. 4). La Società nazionale italiana fu presto sciolta, ma ad Ancona continuò nella Società Vittorio Emanuele, fondata il 6 maggio 1863, di cui Orsi fu uno dei soci promotori insieme con Angelo Pichi – maestro venerabile della loggia massonica Giuseppe Garibaldi a cui Orsi appartenne – e con Michele Fazioli, sindaco di Ancona nel 1860-67 e nel 1874-76, deputato nel 1870-74, senatore nel 1882-86 (Programma e ordinamenti organici della Società Vittorio Emanuele, istituto di moralizzazione e beneficenza fondato in Ancona, ibid. 1863).
Di Fazioli Orsi condivise le idee politiche monarchiche, liberali e moderate, e fu stretto collaboratore in molte iniziative igieniche, sanitarie, assistenziali, educative, ricoprendo incarichi politici e amministrativi nel Comune e nella Provincia. Sugli intenti della Società Vittorio Emanuele parlò nel discorso Sul patronato civile delle moltitudini: discorso all’adunanza generale della Società Vittorio Emanuele (ibid. 1865).
Quando l’8 luglio 1865 scoppiò ad Ancona un’epidemia di colera, in seguito allo sbarco nel porto di navi infette da Alessandria d’Egitto, Orsi lanciò l’allarme al sindaco Fazioli, che lo incaricò di far fronte all’emergenza. Insieme presero subito iniziative di soccorso e di contrasto al contagio, contando sull’aiuto di una quindicina di medici e del volontariato cittadino che faceva capo alla Società Vittorio Emanuele. L’epidemia si concluse a settembre, dopo aver causato in poco più di due mesi oltre 2000 vittime, tra le quali sette medici e il padre di Orsi, che dal 1815 al 1860 aveva servito nella direzione della Sanità marittima come consigliere ad Ancona e presidente a Civitavecchia.
Orsi scrisse molto sul colera e sull’epidemia del 1865. Un resoconto sulla diffusione del contagio è in Sulle pratiche moderatrici della diffusione del colera nella provincia d’Ancona, 1866-67, inRendiconto ed atti del Comitato medico della Società di mutuo soccorso degli esercenti sanitari delle Marche, adunanza generale 7 giugno 1868 (ibid. 1868, pp. 29-37), in cui sono proposti «isolamenti, spurghi diligenti delle robe, disinfezioni degli ambienti, scomponimento delle materie eiette» (p. 37). Le stesse proposte si trovano in altri scritti: La colera e gli isolamenti: proposta al Consiglio provinciale di sanità di Ancona nell’adunanza del 22 agosto 1865, ibid. 1865; Necessità di uniformi provvidenze igienico-sanitarie contro il colera, in Atti e rendiconti del Comitato medico anconitano (Esercizio 1870-71), ibid. 1871; Preserviamoci dal colera: ammonimenti, ibid. 1884. In alcuni di questi scritti sono indicate le terapie contro il colera che Orsi condivideva con la medicina del tempo: il laudano a base d’oppio è sempre presente. La descrizione dei soccorsi nell’epidemia del 1865 è in Società Vittorio Emanuele II, istituto di moralità e beneficenza: resoconto dell’adunanza dei soci, 22 novembre 1868, ibid. 1868. I medici morti sono ricordati nel discorso Inaugurazione di lapide commemorativa ai medici morti nelle epidemie di colera in Ancona, in Comitato anconitano dell’Associazione medica italiana, 23 maggio 1869, ibid. 1868, pp. 13-24. Per raccogliere osservazioni sul colera, Orsi formulò 50 quesiti ai medici della provincia che l’avevano vissuto: Sulla epidemia della colera 1865: quesiti ai medici del consiglio di sanità della provincia di Ancona, ibid. 1865. Al V Congresso dell’Associazione medica italiana, che si svolse a Roma nell’ottobre 1871, fu nominata una commissione per la profilassi del colera, di cui Orsi fu presidente. La relazione fu presentata al convegno di Bologna, nel settembre 1874: Sulla profilassi del colera: relazione al VI Congresso medico di Bologna della Commissione preposta alla profilassi del colera in Italia, inAtti del VI Congresso generale dell’Associazione medica italiana, Bologna 1876. Infine, tra luglio e agosto 1884, Orsi scrisse sei articoli sul colera per il giornale l’Ordine, ripubblicati in Il colera asiatico: lettere estratte dal giornale l’Ordine, Ancona 1884.
Orsi s’impegnò contro un’altra malattia infettiva, il vaiolo, che colpiva principalmente l’infanzia. La sua prima pubblicazione sulle vaccinazioni fu il Rapporto sulla vaccinazione nella provincia di Ancona nel 1862, ibid. 1863, che esordisce con un elogio della statistica medica. Fu favorevole al vaccino animale piuttosto che a quello umano e dal 1869 la provincia di Ancona finanziò una campagna antivaiolosa sul suo territorio diretta dallo stesso Orsi, con produzione in loco del vaccino animale, che fu poi esportato. I risultati furono anche in questo caso positivi: Ancona non conobbe in seguito né epidemie di colera né di vaiolo, e alla fine dell’Ottocento la mortalità scese al 17‰, al di sotto della media nazionale, che raggiungeva il 22‰.
Sull’argomento Orsi scrisse La vaccinazione animale nella provincia di Ancona, 1869-70: relazione al Comitato provinciale anconitano dell’Associazione medica italiana, Adunanza generale luglio 1870, inAtti e resoconti del Comitato medico anconitano (Esercizio 1869-70), ibid. 1870; La vaccinazione: consigli e norme, in Comitato provinciale anconitano dell’Associazione medica italiana, ibid. 1872; Il vaiuolo e la vaccinazione nella provincia di Ancona, 1871-72: relazione, ibid. 1873; La vaccinazione e il vaiuolo nella provincia di Ancona, 1873: relazione, ibid. 1874. Presentò inoltre un intervento nello stesso congresso di Bologna in cui relazionò sulla profilassi del colera: Vaiolo e vaccinazione: il vaiolo, la vaccinazione e la rivaccinazione in rapporto alla età, con studi comparativi fra gli effetti del vaccino animale e del vaccino umanizzato, V tema al VI Congresso dell’Associazione medica italiana, settembre 1874, Bologna 1876. Scrisse infine una lettera al Consiglio superiore di sanità: Della importanza di rinnovare il germe delle vaccinazioni in Italia: lettera all’on. Consiglio superiore di sanità del Regno, Ancona 1875; ed altre ai colleghi: La vaccinazione animale: lettera al dott. Ignazio Tuccimei, Roma 1872; Vaiuolo e vaccino: lettera all’on. dott. cav. Antonio Trezzi, Milano 1873; Il vaiuolo e la vaccinazione ai medici alle famiglie: lettera al prof. cav. Giovanni Brugnoli, Bologna 1874.
Dell’infanzia Orsi si occupò non solo dal punto di vista medico, ma anche assistenziale ed educativo. Nel 1862 realizzò il primo asilo, aperto nel quartiere di Capodimonte, accanto al brefotrofio, il 30 gennaio, per volontà del commissario delle Marche, Lorenzo Valerio; Orsi fece il discorso inaugurale (Nella apertura del primo asilo di carità per l’infanzia di Ancona: discorso, Ancona 1862) e il primo resoconto (Sulla organizzazione del primo asilo di carità per l’infanzia in Ancona: rapporto della Commissione organizzatrice, ibid. 1862). Negli anni successivi furono aperti altri due asili, del Porto e della comunità ebraica (Nell’inaugurazione dell’asilo infantile israelitico in Ancona: discorso, ibid. 1864). Nel 1865 i bambini che frequentavano gli asili ad Ancona erano 300, ma Orsi pensava di fondarne un altro agli Archi (Resoconto degli asili di carità per l’infanzia in Ancona, 1861-65, ibid. 1867). Sul modello degli asili, istituì anche scuole serali e festive per operai, in cui erano impiegati 13 maestri (Scuole serali e festive pel 1864-65, ibid. 1864).
Girolamo Orsi in u ritratto di Francesco Podesti
Per molti anni, fino alla morte, Orsi fu direttore del brefotrofio di Ancona. Nel 1869 pubblicò lo studio Sui brefotrofi della provincia di Ancona: osservazioni e proposte (in Atti e resoconti del Comitato provinciale anconitano dell’Associazione medica italiana Esercizio 1868-69, Ancona 1869), corredandolo di tabelle statistiche sull’altissima mortalità infantile nei cinque brefotrofi di Ancona, Osimo, Jesi, Fabriano e Senigallia negli anni 1863-68, e presentando proposte molto concrete che furono in parte seguite. Nel 1878 il brefotrofio di Ancona fu ristrutturato e ampliato, e all’interno fu aperto un ospedale di maternità rivolto principalmente alle ‘gestanti illegittime’. Nel 1897 Orsi descrisse il nuovo istituto in Del brefotrofio d’Ancona (ibid. 1897), e aggiunse tabelle da cui risulta che la mortalità degli esposti negli anni 1891-96 era sensibilmente scesa.
Nel 1865 fondò la Croce rossa ad Ancona e ne promosse in seguito la diffusione nelle Marche (Croce rossa italiana sotto-comitato Ancona: resoconto morale economico dell’anno 1888 esposto dal presidente del sotto-comitato regionale all’assemblea generale il 22 aprile 1889, ibid. 1889). Fece parte di numerose accademie scientifiche e culturali. Fu uno dei 45 membri del comitato promotore della Società italiana d’igiene, nata il 15 settembre 1878. Dal 20 novembre 1879 fu membro straniero della Société d’hygiène française. Fu nominato commendatore della Corona d’Italia il 14 luglio 1883 e dei Ss. Maurizio e Lazzaro il 22 febbraio 1893.
Rimasto celibe, morì il 2 febbraio 1899 ad Ancona.
Un suo ritratto di Francesco Podesti è conservato nella Pinacoteca civica di Ancona.
Girolamo Orsi. Famedio del Cimitero delle tavernelle di Ancona
Fonti e Bibl.: Ancona, Biblioteca comunale Luciano Benincasa, Mss., Serie Orsi, 180-182; Forlì, Biblioteca comunale Aurelio Saffi,Sezione Carte Romagna delle Raccolte Piancastelli;T. Zampetti Biocca, La Società nazionale nella Marca: studi e documenti, in Atti e memorie della R. Deputazione di storia patria per le provincie delle Marche, n.s., VII (1911-12), pp. 102-107, 133-136, 151-154, 178-181, 198-201, 275 s., 289 s.; M. Natalucci, Ancona attraverso i secoli, III, Dal periodo napoleonico ai nostri giorni, Città di Castello 1960, passim; W. Angelini, Lotta politica e medicina ad Ancona nel secondo Ottocento. G. O., in Rassegna per la Storia del Risorgimento Italiano, LXXIV (1987), pp. 139-164; M. Ciani - E. Sori, Ancona contemporanea, 1860-1940, Ancona 1992, passim; L. Guazzati, L’Oriente di Ancona. Storia della massoneria dorica (1815-1914), Ancona 2002, pp. 15, 232; A. Palombarini, Gettatelli e trovatelli. I bambini abbandonati nelle Marche (XVI-XX secc.), Ancona 2005, p. 97; A. Pongetti, Società e colera nell’Italia del XIX secolo. L’epidemia di Ancona del 1865-67, Milano 2009, pp. 85-89.


Carlo Faiani.

Giovane intelligente, idealista, generoso e animato da spirito patriottico, dopo un lungo viaggio di studio all'estero sui sistemi educativi e assistenziali, Faiani tornò ad Ancona convinto che per raggiungere la libertà non erano sufficienti i complotti e le rivolte, ma soprattutto l'istruzione e per questo motivo iniziò la sua opera educatrice, insegnando a leggere e scrivere a centinaia di bambini e ragazzi che inizialmente raccoglieva di sera nelle case dei suoi amici idealisti e progressisti.
Purtroppo la salute malferma ne causò la morte prematura, ma la sua opera fu presto imitata e contribuì alla emancipazione di non pochi giovani, che fino ad allora avevano ben poche possibilità di istruirsi.
A suo nome la città di Ancona ha intitolato una scuola. La tomba di Faiani è la prima che si incontra varcando l'ingresso principale del cimitero di Tavernelle di Ancona, assieme alle tombe di altri personaggi risorgimentali, tra i quali Antonio Elia, fucilato dagli austriaci nel 1849 e padre di Augusto Elia, che salvò la vita a Garibaldi durante la battaglia di Calatafimi.
Il Busto di Carlo Faiaini al Famedio del Cimitero delle Tavaernelle di Ancona

domenica 7 giugno 2015

Un libro della sponda biacoceleste di Roma

Prossima l'uscita del libro di LazioWiki:

 "DAL TEVERE AL PIAVE - 1915/1918 - GLI ATLETI DELLA LAZIO NELLA GRANDE GUERRA".


     di  Pierluigi Franz

Mi permetto segnalare questa apprezzabile e meritoria iniziativa per ora, purtroppo, ignorata non solo dal Club biancoceleste e dai Suoi vertici, ma, stranamente, anche dalle Istituzioni dello sport preposte a tenere desto tra i giovani il culto della memoria per tramandarla alle future generazioni.

Con i suoi 30 Caduti (Vedere Elenco in calce) e le tante onorificenze al valor militare ottenute (23 Medaglie d'argento, 36 Medaglie di Bronzo e 13 Croci di Guerra, come da elenco accluso in allegato) la S. S. Lazio é certamente il club italiano che ha offerto alla Patria il maggior tributo di sangue nella Grande Guerra ed é anche quello più decorato per gli atti di eroismo dei suoi gloriosi atleti. 




Si sottolinea che nel 2011, unici sinora in Italia, gli atleti della Lazio Caduti combattendo al fronte nel 1915-1918 sono stati commemorati in una celebrazione all'Altare della Patria a Roma, vedere il video



La commemorazione ricordò soltanto gli 11 atleti biancocelesti Caduti  di cui allora si aveva notizia. Ma negli ultimi quattro anni gli storici di LazioWiki hanno scoperto ben altri 19 Caduti fino allora sconosciuti, per un totale di 30.

ALLEGATO


Elenco dei 30 Militari Caduti durante la Prima Guerra Mondiale tesserati della S.S. Lazio come atleti e dirigenti:
 
 
1- AUSENDA ARNALDO
2- BOMPIANI GIORGIO
3- BONAGA ERNESTO
4- CANALINI ALBERTO
5- CHIESA GAETANO
6- COLOMBO CARLO GIOVANNI (Dirigente)
7- CONTI UGO (Dirigente)
8- DE CENSI RENATO
9- DE MORI RODOLFO
10- DI PALMA FEDERICO (Dirigente)
11- GAGGIOTTI ORAZIO
12- GASLINI LORENZO
13- KUSTERMANN GIOVANNI
14- LAVIOSA ENRICO
15- MALNATE MARIO
16- MARCUCCI ARMANDO
17- MARSILI FLORIO
18- MASSETTI MARIO
19- MASSETTI OTTORINO
20- MENGARINI VALERIO
21- MOLINA ANDREA TEODORO
22- MONETTI CAMILLO
23- NAZARI PIETRO
24- PANDOLFI DE RINALDIS GIOVANNI
25- PANSOLLI CLEMENTE
26- PIERGALLINI GAETANO
27- RICCARDI LUIGI
28- RIVALTA PIER ITALO
29- ROTELLINI MARIO
30- SPINGARDI PAOLO  (Dirigente)



sabato 6 giugno 2015

Una Proposta: dela Libera Associazione Culturale LAGIP

In occasione del Centenario della I.a Guerra Mondiale
presentiamo il volume
   "" LETTERE ORIGINALI  Soldati  Grande  Guerra  ""   
(Libro qui in vendita  diretta  dall'autore  al LETTORE)
 
 _Salve, sono  Daniela Bruni di San Benedetto del Tronto:  una prefatrice del volume in parola e
coordinatrice  della Libera Associazione Culturale LAGIP (la cui mail è da oggi cerchidiparole@gmail.com)
 Le scrivo in modo esplicito per invitarLa a leggere il presente meritevole  libro
 di 200 pg.VEDI FOTO-  che offriamo in VENDITA  DIRETTA 
Sono  LETTERE ORIGINALI dei soldati  PRIMA Guerra Mondiale 
Non è un romanzo, non ha un titolo altisonante perche così deve essere. E' un testo inneggiante alla pace per assonanza e contrasto.
E' stato curato (NON SCRITTO ovviamente) da un mio amico personale per cui lo sto aiutando nella promozione: tutto qui.
Piero Massetti  -nostro associato- ha impiegato sue risorse per realizzarlo dopo aver trovato in casa un vecchissimo tomo -custodito da suo papà - contenete dette Lettere.
Io le ho analizzate  tutte e posso dire che è una lettura appassionante ed evocativa di territori e scenari meravigliosi. Lascia un senso di pienezza e profonda leggerezza anche lirica visto che i 17enni,  i 18enni i 19.enni che lo hanno scritto erano davvero ebbri di gioia di vivere!  (proprio ciò che fu tolta loro a nostro beneficio)
  Leggerlo è una esperienza commovente e assai difficile da dimenticare.
Se intendi ottenerne una copia basta che invii a LAGIP -SA-  BRUNI un contributo volontario per carta e stampa: una banconota di 10 euro -( comprensive di spese postali) all'interno di un foglio per occultarla oppure fare un vaglia di 14 euro allo stesso indirizzo:
 Daniela Bruni - SA- LAGIP
via Laureati 89 - 63074 SAN BENEDETTO TRONTO AP
 
( Se invierete il contributo per Posta prontamente invieremo all'indirizzo che ci indicherete.Per SAN BENEDETTO DEL TRONTO  e zone limitrofe
la consegna sarà effettuata in brevi manu direttamente).
  
Grazie per l'attenzione     Daniela Bruni:  una prefatrice del libro e Presidente della Libera Associazione Culturale LAGIP San Benedetto tronto