1866 QUATTRO BATTAGLIE PER IL VENETO

1866 QUATTRO BATTAGLIE PER IL VENETO
Il volume e acquistabile presso tutte le librerie, oppure si può chiedere alla Casa Editrice (ordini@nuovacultura.it) o all'Istituto del nastro Azzurro (segreteriagenerale@istitutonastroazzurro.org)

1866 Il Combattimento di Londrone

ORDINE MILITARE D'ITALIA

ORDINE MILITARE D'ITALIA
CAVALIERE DI GRAN CROCE

Collana Storia in Laboratorio

Il piano editoriale per il 1917 è pubblicato con post in data 12 novembre 2016

Per i volumi pubblicati accedere al catalogo della Società Editrice Nuova Cultura con il seguente percorso:
www.nuovacultura.it/catalogo/collanescientifiche/storiainlaboratorio

.La collana Storia in Laboratorio 31 dicembre 2014

.La collana Storia in Laboratorio 31 dicembre 2014
Collana Storia in Laboratorio . Scorrendo il blog si trovano le indicazioni riportate sulla quarta di copertina di ogni volume. Ulteriori informazioni e notizie possono essere chieste a: ricerca23@libero.it

Testo Progetto Storia In Laboratorio

Il testo completo del Progetto Storia in Laboratorio è riportato su questo blog alla data del 10 gennaio 2009.

Si può utilizzare anche la funzione "cerca" digitando Progetto Storia in Laboratorio.

Traduzione

Il presente blog è scritto in Italiano, lingua base. Chi desiderasse tradurre in un altra lingua, può avvalersi della opportunità della funzione di "Traduzione", che è riporta nella pagina in fondo al presente blog.

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La Collana Storia in Laboratorio al 31 dicembre 2011

La Collana Storia in Laboratorio al 31 dicembre 2011
Direttore della Collana: Massimo Coltrinari. (massimo.coltrinari@libero.it)
I testi di "Storia in Laboratorio"
sono riportati
sul sito www.nuovacultura.it
all'indirizzo entra/pubblica con noi/collane scientifiche/collanastoriainlaboratorio/pagine 1 e 2

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domenica 22 dicembre 2013

Auguri

A tutti i lettori ed amici di questo blog

Roma San Pietro Presepe 2012 2013 Matera


i più sinceri auguri di un Buon Natale
e
di un sereno anno nuovo

mercoledì 11 dicembre 2013

Pesaro: Presentazione.

Giovedì 12 dicembre 2013 alle ore 18,00 nell’auditorium di palazzo Montani (piazza Antaldi, 2 – 61121 Pesaro), Luigi Luminati e Gianfranco Sabbatini conversano con Stefano Pivato, autore del volume

I comunisti mangiano i bambini
Storia di una leggenda
(il Mulino, 2013)


La voce che i comunisti mangiassero i bambini è stata – forse è ancora, vista la sua persistenza nella comunicazione politica – l’invenzione in assoluto più fortunata della propaganda anticomunista. Una leggenda fiorita sulla tragica verità degli episodi di cannibalismo registrati in Unione Sovietica durante le terribili carestie degli anni Venti e Trenta, che costarono la vita a milioni di persone e durante le quali – esauriti cani, gatti, topi e qualunque altra cosa commestibile – l’inedia infranse ogni tabù e i cadaveri assunsero un valore alimentare. Il libro racconta come quella voce abbia in realtà le sue radici nella battaglia che, fra Otto e Novecento, si è “combattuta” attorno all’infanzia, alla sua educazione e al suo controllo: fra Stato e Chiesa fin dal secondo Ottocento, tra organizzazioni comuniste e cattoliche nell’ultimo dopoguerra.

Stefano Pivato, rettore dell’Università degli studi di Urbino “Carlo Bo”, nella stessa Università ha ricoperto la carica di preside della facoltà di Lingue e letterature straniere dal 2000 al 2008, e quella di coordinatore del Dottorato di ricerca in Storia dei partiti e dei movimenti politici. Ordinario di Storia contemporanea, ha pubblicato fra l’altro La bicicletta e il sol dell'Avvenire. Tempo libero e sport nel socialismo della Belle Epoque (1992); L'era dello sport (1994, tradotto anche in francese); Italia vagabonda. Gli italiani e il tempo libero dall’Ottocento ai nostri giorni (2001, in coll. con Anna Tonelli); La storia leggera. L’uso pubblico della storia nella canzone italiana (2002), Bella ciao. Canto e politica nella storia d’Italia (2005, in coll. con Amoreno Martellini); Vuoti di memoria. Usi e abusi della storia nella vita pubblica italiana (2007); Il secolo del rumore. Il paesaggio sonoro nel Novecento (2011).

La S.V. è invitata
Riccardo P. Uguccioni

presidente
Società pesarese di studi storici
lungofoglia Caboto, 8/5
61121 Pesaro PU
tel. 0721 26773
Facebook: “Società pesarese di studi storici”
 Descrizione: pavone dx verde                       
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La Società pesarese di studi storici utillizza per le sue comunicazioni indirizzi elettronici derivanti da contatti avuti sulla rete, forniti dall’interessato o desunti da elenchi di pubblico dominio.
Tali dati vengono utilizzati per l’attività istituzionale, soprattutto per l’invito a eventi pubblici organizzati dalla Società stessa, e non sono comunicati a terzi o  altrimenti diffusi.
In ogni momento l’interessato può chiederne rettifica o cancellazione, secondo la vigente normativa sulla privacy.



mercoledì 27 novembre 2013

Fare Storia.

Venerdì 29 novembre 2013 alle ore 18,00 nell’auditorium (g.c.) di palazzo Montani (piazza Antaldi, 2 – 61121 Pesaro) il Circolo della stampa/Pesaro e la Società pesarese di studi storici presentano

Letture storiografiche
I libri di storia che hanno fatto storia
(I Quaderni ASC, 1/2013, pp. 232)

a cura di Marco Severini.
           
Letture storiografiche si raccomanda a chi voglia “capire di storia”: studiosi, cultori della materia, studenti, chiunque voglia indagare il pensiero storiografico partendo dalle opere fondamentali e dai maggiori autori.
Il volume propone infatti dieci meditate schede di altrettanti libri “che hanno fatto storia”: da Risorgimento e capitalismo di Rosario Romeo a Novecento di Tony Judt, da Guerra civile di Claudio Pavone a Il secolo breve di Eric J. Hobsbawn, dalle Origini del movimento femminile di Franca Pieroni Bortolotti all’Apologia della storia di Marc Bloc, senza dimenticare opere come la monumentale biografia di Pio IX, di Giacomo Martina, o la trentennale ricerca di Renzo De Felice su fascismo e dintorni. Queste e altre opere – non meno importanti – sono rivisitate nei contenuti, nel metodo, nel valore storiografico e nella “fortuna” presso i contemporanei (e i posteri), senza peraltro tralasciare la dimensione biografica e intellettuale dei rispettivi autori.

La S.V. è invitata.
Riccardo P. Uguccioni

martedì 26 novembre 2013

Pierfranco: una testimonianza dalla Sardegna.

Pierfranco Faedda: 150° Corso Montello Accademia Militare comunica così' ai suoi amici e colleghi di Corso sul dramma della Sardegna:

Carissimi, 
ho ricevuto in questi due giorni  tantissime vostre telefonate. Vi sentivo preoccupati per la Sardegna e per la mia  situazione , per la mia famiglia e per la mia città. Grazie a Dio, Sassari e la zona nordoccidentale dell'isola sono state risparmiate; di conseguenza io, la mia famiglia e la zona di Sassari non abbiamo subito alcun danno.
Insieme al grande dolore che le notizie sempre più allarmanti mi hanno dato, abbiamo sentito però il calore che il segno del vostro affetto, della vostra solidarietà, della vostra amicizia, della vostra fratellanza ci ha fatto sentire.

Nonostante sia ormai "vecchietto" e disabituato alle grandi fatiche (ammesso che mai tale "cattiva" abitudine mi abbia posseduto!), non ho potuto fare a meno di rispondere affermativamente ad una richiesta di recarmi in Gallura per "dare una mano" a chi non ha avuto la mia fortuna. Ho preparato il mio zaino, mi sono vestito adeguatamente e ... via. Ho aderito senza  razionalità (forse molti giovani hanno più capacità di me e sicuramente hanno più forza, mi dicevo), ma, d'istinto: pensando  che potessi essere utile, sono andato.
Già dalla partenza sono stato "aggregato" ai vigili del Fuoco di Sassari (o meglio ad una loro squadra).
Giunti all'estrema periferia di Olbia, le immagini che si sono presentate ai miei occhi sono state terrificanti: strade con voragini di decine di metri, vie trasformate in fiumi in piena, campagne circostanti trasformate in laghi profondi alcuni metri con decine di carcasse di bovini e ovini che galleggiavano inerti, uomini e donne che, come formiche, entravano e uscivano  con secchi e quant'altro pieni di fango e acqua dalle loro case ormai semi distrutte e inabitabili (almeno al piano terra). Ho assistito alla preziosa professionalità dei "pompieri" che in pochissimo tempo hanno aiutato a svuotare le cantine, "bonificare" piani terra e ammezzati, radunato gli abitanti e organizzato il loro trasferimento in un hotel (che però è avvenuto a tarda serata perché non si sapeva bene dove portarli). Intanto un camion civile, spuntato dal nulla, distribuiva a quelle famiglie, cibo e coperte: la magia della solidarietà! (ho poi scoperto che erano dei volontari di Ozieri, una cittadina a circa 50 km., che preservata dalla bomba d'acqua aveva pensato di correre in aiuto ad altri Sardi in difficoltà).

Subito dopo (un paio d'ore prima del buio, intorno alle 15.30) i vigili del fuoco sono stati chiamati ad intervenire in una frazione di Olbia (credo Monte Telti) che era quasi del tutto isolata; infatti era accessibile solo da una strada  di non asfaltata che, forse, era ancora transitabile. I vigili insistevano nel dirmi che era troppo pericoloso portarmi con loro; ma io, nonostante avessi paura, insistevo, da buon masochista, per andare con loro. L'ho spuntata e con i loro mezzi, seguiti da una piccola colonna di camion carichi di coperte, bombole e cibo di prima necessità, siamo partiti. Per  fortuna la strada non presentava seri pericoli e siamo arrivati in pochissimo tempo. di nuovo uno spettacolo impressionante: la furia dell'acqua aveva devastato le case, ucciso il bestiame, sepolto le campagne, buttato a valle le vetture e i trattori, squartato alcune strade di quella frazione costituita da una decina di abitazioni e una quarantina di abitanti.
Naturalmente non c'era luce e c'era un freddo incredibile. Nessuno degli abitanti voleva muoversi dalla propria casa, nonostante tutti i nostri solleciti (e anche minacce di portarli via a forza!). Abbiamo distribuito tutto quello che avevamo, ripulito alla meno peggio le cantine e il piano basso delle loro abitazioni e constatato che tutto sommato il primo piano era ancora abitabile. Solo una famiglia possedeva una casetta fatta solo del piano terra, peraltro reso inabitabile. Marito, moglie e tre bambini in scala dai 5 agli 8 anni: avevano perso la casa, il bestiame (una cinquantina di pecore), e l'appezzamento di terra coltivato prevalentemente ad orto. L'uomo e la moglie, il cui motto pareva solo essere "dignità e dignità" si schernivano e non volevano muoversi da li. Forse avrei dovuto fare il mestiere di mediatore/imbonitore o di parroco, infatti li ho storditi con le chiacchiere; pian piano li ho convinti (per loro stessi, per i bambini) a trasformare il loro motto in "pane e dignità" poi, visto che li non c'era più pane, ad accettare con dignità il nostro aiuto.
Li ho portati a Sassari; hanno dormito a casa mia. Ieri notte poi è stata una processione di parenti e amici, con vestiti , giocattoli ed altro.
Stamattina mi ha telefonato zio Luigi Ledda (87 anni), uno dei miei nonnetti, che tutti chiamano "telegiornale" (perché segue tutte le notizie in TV e sui giornali e poi fa la conferenza stampa agli altri). Essendo, tra l'altro, Capo della Commissione "Cenone di Natale e Capodanno", mi ha "ordinato" di prendere i risparmi delle Feste Natalizie per darli a chi ne ha più bisogno e mi ha segnalato un caso che poi vi dirò.
«Tanto noi non abbiamo più i denti - mi ha detto - e possiamo anche mangiare una minestra di brodo!»
Stamattina ho saccheggiato" davvero i risparmi destinati a loro, per dare una quota di sopravvivenza a questa famiglia di miei nuovi amici.
Stamattina ho accompagnato la famigliola a San Teodoro, dove mia nipote ha messo a disposizione una casa che lei utilizza solo in estate. Non appena ci daranno il via (le strade sono ormai tornate quasi tutte agibili), un mio amico con la sua impresa edile rimetterà a nuovo la casetta di Pasquale e Rosa; successivamente, un altro mio amico sostituirà la mobilia (resa marcia dall'acqua e dal fango) sperando che nel frattempo la macchina degli aiuti ufficiali si metta in moto e arrivi a destinazione, non solo per loro ma per tutti.
Lo stesso lavoro questi miei amici (impresario e mobiliere) lo faranno a favore della famiglia di Fabrizio Pinna, un ragazzino di 15 anni che zio Luigi ("Telegiornale") mi ha segnalato. Anche Fabrizio, che vive ad Olbia, ha avuto la casa distrutta, ma non solo.
Circa otto anni fa è stato colpito da una rarissima malattia, a tutt'oggi ancora di natura ignota.
Prima era un bambino come tutti gli altri, con un sogno: giocare a calcio e magari un giorno far parte della sua squadra del cuore : La Juventus, ma purtroppo questa malattia gli impedisce di coordinare i movimenti. Fabrizio ha avuto tappe dello sviluppo normali sino all'età di 6 anni, dopo di che ha cominciato a soffrire di perdita di equilibrio, e a seguito di RMN (Risonanza Magnetica Nucleare) si è evidenziata una 
atrofia cerebellare, e diagnosticata una atassia di natura ignota. Dopo anni di sofferenza e di frustrazione finalmente la luce in fondo al tunnel, la possibilità di cura.
A Febbraio, Fabrizio dovrebbe recarsi negli Stati Uniti d’America -Maryland - dove è situato l’unico centro al mondo specializzato in malattie rare: il NIH, National Human Genoma Research Institute, di Bethesda. A tutt'oggi sono stati raccolti 84.000 Euro dei 120.000 necessari per il viaggio, il soggiorno, il ricovero e le cure complete.
Domani mattina mi recherò ad Olbia con l'impresario ed il mobiliere per un sopralluogo e porterò alla mamma di Fabrizio il contributo dei nostri nonnetti.

So di aver portato solo una goccia dall'oceano, so che non ho fatto niente niente di eroico, ma so anche che stasera mi sento meglio, sento il cuore colmo di pace e di buoni sentimenti.
Un abbraccio

Pierfranco

venerdì 22 novembre 2013

Cielo. Istruzione per l'uso.

POSTFAZIONE

            Il presente volume ha l’obiettivo di guidare il lettore attraverso un percorso di alfabetizzazione astronomica. Esso intende fornire i primi rudimenti a chi, digiuno di Astronomia, è desideroso di avvicinarsi alla materia. Può essere considerato sia un libro di lettura, da scorrere riga per riga la sera prima di coricarsi, sia di consultazione, da tirar fuori all’occorrenza per rispolverare concetti dimenticati o non chiariti.
            Già l’autore è una garanzia per il raggiungimento dell’obiettivo del libro. Egli non è un astronomo professionista, al quale a volte potrebbe capitare di ritenere scontate certe nozioni e superflue alcune spiegazioni, o al quale potrebbe sfuggire qualche parolone a complicare la comprensione del testo. L’autore è invece un astrofilo, un autodidatta appassionato di astronomia, che da decenni si dedica non solo allo studio e all’approfondimento di temi astronomici, ma anche alla loro divulgazione, cioè alla trasmissione ai “profani” di concetti compresi e assimilati autonomamente, senza avere dietro una preparazione accademica.
            Si potrebbe obiettare che pubblicazioni di caratteristiche analoghe già erano reperibili in libreria. In risposta a ciò, innanzitutto è doveroso far notare che l’esposizione di argomenti scientifici al grande pubblico non è mai sufficiente. L’Astronomia, pur essendo la scienza più antica e più affascinante, oltre che la disciplina che più di ogni altra tende ad intrecciarsi con i vari campi del sapere, è anche la più trascurata, soprattutto per quanto riguarda certi aspetti. Essendo spesso a contatto con il mondo della scuola, l’astrofilo divulgatore è consapevole del fatto che a volte gli stessi docenti di scienze, insegnamento nei cui programmi ministeriali rientra l’Astronomia, lamentano una scarsa preparazione in materia, non avendo effettuato tali studi nella loro carriera universitaria e non avendo magari avuto modo di approfondire da soli. È paradossale inoltre come molti ragazzi si mostrino pronti a parlare di argomenti sensazionalistici come supernovae, buchi neri o impatti asteroidali, ma non siano poi in grado di spiegare i moti della volta celeste, le fasi lunari, la dinamica di un’eclissi, né di individuare in cielo la Stella Polare e le costellazioni principali.
            Questo libro ha proprio il merito di trattare alcuni aspetti che i moderni testi di divulgazione tralasciano: per esempio il calcolo delle distanze, delle dimensioni e il peso dei corpi celesti, così come effettuato dagli astronomi nel corso della storia, e che può essere ripetuto dallo studente o dal semplice curioso solo con l’aiuto di carta, penna e un po’ di materia grigia. Si tratta di ragionamenti in cui vale la pena cimentarsi. Come del resto vale la pena conoscere il metodo di determinazione della posizione dei pianeti e della Luna in cielo, così come descritto nelle appendici e come riportato in testi datati ormai introvabili.
            Non bisogna poi dimenticare che l’inquinamento luminoso, cioè la dispersione della luce artificiale fuori dalle aree a cui essa è funzionalmente dedicata, sta privando le nuove generazioni del mondo ipertecnologico della possibilità di godere delle meraviglie celesti. Solo le stelle più brillanti sono visibili in prossimità dei centri abitati, dove si concentra la maggior parte della popolazione; moltissimi giovani non hanno neanche mai visto la Via Lattea solcare il firmamento. La situazione è destinata a peggiorare ulteriormente se non si prenderanno seri provvedimenti legislativi o se non si darà attuazione alle normative già esistenti. Molte regioni italiane, nell’ultimo decennio, hanno promulgato leggi in materia di risparmio energetico e inquinamento luminoso, ma sembrano essersene dimenticate. Non si può pensare che in futuro esisteranno gli astronomi professionisti, tra i principali protagonisti della ricerca scientifica, se nessuno sarà più cosciente dell’esistenza delle stelle. Il volumetto serve perciò a ricordare e a far comprendere a tutti noi quello che c’è sopra le nostre teste.

Alessandro Marini

Segretario dell'Associazione Marchigiana Astrofili - Ancona  

lunedì 28 ottobre 2013

Presentazione del Volume "Il Ritorno nel paese delle Aquile". Versione in Albanese


Aldo Renato Terrusi: la sua storia incredibile

Roma Campidoglio Lunedì 11 novembre 2013 ore 17.00

mercoledì 23 ottobre 2013

V. Zukovskij “italiano”. Incontro con A. Yanushkevich al Centro italo-russo di Cultura


Martedì 29 ottobre, ore 19:00, nel Centro Russo di Scienza e Cultura si terrà un incontro con eminente letterato russo, capo della scuola di filologia siberiana, uno dei dirigenti all’Università Statale di Tomsk, Prof. Alexander Yanushkevich. Parlerà del Vasilij Zukovskij “italiano”, delle sue passeggiate a Roma insieme con Gran Principe Alexander (futuro zar Alexander II) e Gogol, dell’ acquisto di capolavori, disegni, della poesia.
A.Yanushkevich è il massimo specialista su V. Zukovskij, fondatore del romanticismo russo, saggista, traduttore, artista, tutore di Alexander II. Laureato del Premio della Federazione Russa per la prima edizione completa delle opere del poeta in 20 volumi.
Più di quattro decenni sta studiando gli archivi e la biblioteca di eccezionale ricchezza, raccolta da V. Zukovskij e ritrovata per vicissitudini della vita nei pressi dell’Università di Tomsk. Li sono custoditi anche preziosi libri dall’Italia. Al fianco di A. Yanushkevich sta di solito la consorte Olga Lebedeva, Prof.ssa di filologia, laureato del Premio della Federazione Russa, con altri colleghi. Loro sforzi congiunti risultano nell’approfondire l’immagine contemporanea di V. Zukovskij, di cui opere sono conosciute sopra tutto in Germania e – oggi sempre di più - in Italia.

«Итальянский» В.А.Жуковский. Встреча с А.С.Янушкевичем в РЦНК

29 октября в 19:00 в Российском центре науки и культуры состоится выступление видного российского литературоведа, главы сибирской школы филологии, заведующего кафедрой Томского государственного университета Александра Янушкевича на тему: «Итальянский» Жуковский: прогулки по Риму с цесаревичем и Гоголем, покупки шедевров, рисунки, стихи».
А.С.Янушкевич является крупнейшим знатоком творчества выдающегося русского поэта, публициста, переводчика, воспитателя Александра II, художника В.А.Жуковского. Лауреат Государственной премии России за издание первого в России полного собрания сочинений Жуковского в 20 томах.
Почти сорок лет жизни А.Янушкевич отдал изучению уникальной библиотеки поэта, заброшенного судьбой в дальний Томск и хранящейся в ТГУ. Здесь много редких итальянских изданий, привезенных из Италии. Бок о бок с А.Янушкевичем трудится его супруга О.Б.Лебедева, профессор филологии ТГУ, лауреат Государственной премии России, а также редакционный коллектив.
А.С.Янушкевич
-- 

Centro Russo di Scienza e Cultura
Piazza Benedetto Cairoli, 6
00186 Roma
tel.39 0688816333
fax 39 0668300982

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sabato 19 ottobre 2013

Volume 19. Cielo: istruzioni per l'uso

                                                                     PRESENTAZIONE

            L’Astronomia è scienza assai complessa poiché compendia in sé tutta la scienza. Complessa sì, ma non difficile e tale da non poter essere compresa da tutti, per lo meno entro certi limiti. Esiste anche un’astronomia popolare egregiamente trattata da Flammarion.
            La maggior parte dei fenomeni che si verificano nell’Universo possono essere osservati e compresi da tutti con strumenti autocostruiti e spiegazioni abbastanza semplici. La comprensione di un argomento, oltre che dalla sua difficoltà intrinseca dipende da altri due fattori: chi spiega e chi apprende.
            In questo libro la spiegazione è fornita da un astrofilo, divulgatore di grande esperienza, Massimo Morroni; l’ascolto è costituito da tutti coloro che sentono il desiderio di esplorare le vie del firmamento, cioè i principianti di tutte le età.
            Acquisire conoscenze sull’Universo in cui siamo immersi attraverso le pagine di un libro è sempre cosa buona, anzi direi indispensabile, ma non basta. In questo campo accanto alle nozioni teoriche è richiesta la diretta osservazione. Ecco perché i padri fondatori dell’Associazione Marchigiana Astrofili  di Ancona (AMA), di cui l'autore fa parte, nello statuto costitutivo hanno voluto esplicitamente prevedere la realizzazione di un piccolo osservatorio dotato di strumenti di osservazione.
            Da questo punto di vista il volume che presentiamo è ricco di suggerimenti pratici per l’osservazione dei corpi celesti e dei fenomeni. Si può perciò chiamare anche “manualetto”. Le prime cinquanta pagine, ricche di grafici e figure, spiegano in un certo senso che cosa e come osservare. Nella parte centrale l'autore si sofferma sulla struttura dell’Universo. L’ultima parte è dedicata al Sistema Solare. Il manualetto si chiude con tre appendici nelle quali si illustra il calcolo (semplificato, naturalmente) delle posizioni dei corpi celesti a noi più vicini.
            L'autore evita di entrare in una trattazione teorica approfondita, senza tuttavia rinunciare al rigore scientifico. Ciò è perfettamente in linea con l’attività di divulgazione che l’AMA viene svolgendo attraverso cicli di lezioni, conferenze, osservazioni, autocostruzione di strumenti, pubblicazione del periodico Pulsar, dispense, sito Web.
            Ora si aggiunge questa pubblicazione che, in un certo senso, è frutto dell’intenso lavoro e della vivacità che l’AMA ha saputo mantenere in più di quarant’anni di attività. Di essa fra l'altro fanno parte Michele e Marco Bocchini, Stefano Rosoni, Marco Paolilli e il compianto Stefano Strologo, autori di diverse foto inserite nel testo.
                                                                                                                   Mario Veltri
                                                                                              Presidente onorario dell'AMA - Ancona

giovedì 3 ottobre 2013

Presentato a Spoleto il Volume Salvare il Salvabile, sesto della Collana Storia in Laboratorio


 Nella sede dell'UNUCI di Spoleto Il Presidente della Sezione UNUCI Gen. Ing. Anotonio Cuozzo ha promosso una conferenza durante la quale è stato presentato il volume "Salvare il Salvabile" , sesto della collana Storia in laboratorio. Per dettagli vds. www.unucispoleto.blogspot.com



Per  informazioni sul volume www.storiainlaboratorio.blogspot.com




L'autore in conversazione con alcuni partecipanti

martedì 16 luglio 2013

Volume 18 della Collana Storia In Laboratorio

Il volume qui presente è stat richiesto da studiosi delle vicende post belliche in quelle aree

martedì 25 giugno 2013

Carte come Armi di Edoardo Boria sulla stampa

N. 20 della Collana Storia in laboratorio

Da: Webmaster Nuova Cultura [mailto:webmaster@nuovacultura.it]
Inviato: lunedì 10 giugno 2013 13:15
A: 'Gennaro Guerriero'; mario traiano; Luigi Traiano; Redazione Nuova Cultura
Oggetto: "Carte come Armi" su Limes, Repubblica, Huffington Post e Il Manifesto

A tutti gli amici di Storia in Laboratorio

vi segnalo questo post dal nostro blog, (nuova cultura) con gli articoli dedicati al volume 

Edoardo Boria



-- 


Marco Esposito
Web & Social Media Manager @ Edizioni Nuova Cultura
Cell: 3407104957

domenica 23 giugno 2013

Storia del Commissariato: Alla scoperta delle nostre origini

Il Volume riporta la Storia dell'Amministrazione Militare dal 1559, quando Emanuele Filiberto, il vincitore di San Quintino, ritorna nei suoi Stati piemontesi e ricostruisce dal nulla il suo Ducato. Nascono in questi anni, ancorchè in embrione, le istituzioni che daranno vita all'Azienda Generale del Soldo, prime fra tutte il Veedore Generale e la Contaria, che si svilupperanno per tutto il seicento ed il settecento fino a giungere alla vigilia della rivoluzione francese 

martedì 18 giugno 2013

Museo delle Armi di terni

 Richiesta dell'Associazione Museo Internazionali delle Armi Leggere di Terni:


"Dopo 22 anni di insistenze, finalmente l'Associazione onlus Museo Internazionale delle Armi Leggere di Terni (MIALT) ha ottenuto dal Ministero della difesa l'autorizzazione ad aprire al pubblico la raccolta Tecnica di Armi Leggere dellla ex Règia fabbrica d'Armi dell'Esercito, oggi Polo di Mantenimento delle Armi Leggere e gestirla con scopi museali. Trattasi di una delle raccolte di armi più importanti del mondo, circa 7000 pezzi il 70% dei quali trovati dallo scrivente nei diciassette anni di servizio presso lo stabilimento ternano di cui 5000 restaurati ed esposti. Per celebrare l'evento il comitato di indirizzo dell'Associazione ha deciso di organizzare per il prossimo anno, nel mese di Maggio una mostra sulle armi della prima guerra mondiale; la presente è per chiedere la vostra collaborazione ; se avete cimeli, documenti attrezzature, fotografie e quant'altro o conoscete persone, associazioni, piccoli musei locali che ne siano in possesso e magari siano disposti a prestarle per un paio di settimane e me li indicate ve ne sarei grato. Non ho bisogno di armi, ce le ho quasi tutte, ma di munizionamento, mazze ferrate, attrezzature, cimeli anche personali, uniformi, ecc... Tutti i materiali saranno assicurati, prelevati e restituiti a cura dell'Associazione.
Nel ringraziarvi dell'attenzione vi rinnovo l'invito a venire a Terni a trovare me e visitare la Raccolta di Armi leggere dello stabilimento (visitabile l'ultimo sabato di ogni mese previo appuntamento da prenotare entro il 15).

Per ulteriori informazioni mi.al@hotmail.com


sabato 25 maggio 2013

La resistenza a Roma. il dramma delle Fosse Ardeatine

23 marzo 1943, Via Rasella
Intervista a Mario Fiorentini e Lucia Ottobrini

 di Osvaldo Biribicchi

Il Professore Mario Fiorentini è stato uno dei protagonisti dell'atto di guerra condotto il 23 marzo 1943 a Roma, in via Rasella, dai GAP centrali contro una compagnia del Battaglione SS “BOZEN”. L'attacco rientrava nella più vasta campagna di lotta posta in essere dalla Resistenza romana all'indomani dell'8 settembre 1943 ed intensificata dopo lo sbarco degli Alleati, il 24 gennaio 1944, nel tratto di costa laziale a sud di Roma, tra Nettuno e Torvaianica. Gli anglo-americani, che secondo i piani del Generale Clark avrebbero dovuto raggiungere Roma in pochi giorni, furono invece inchiodati sulle spiagge e sul punto di essere rigettati in mare dai tedeschi del Generale Kesselring e da alcuni reparti italiani della Repubblica Sociale. Gli Alleati sarebbero entrati a Roma il 4 giugno 1944, quattro mesi dopo il cosiddetto sbarco di Anzio e due giorni prima dello sbarco in Normandia. In quel difficile frangente, al fine di alleggerire la pressione militare esercitata dai tedeschi partigiani ricevettero l'ordine di colpire duramente i tedeschi dietro le linee. E i partigiani, in quei quattro mesi, misero in atto centinaia di azioni di guerriglia sia nei centri laziali sia nelle campagne e montagne laziali. L'attacco di via Rasella si inseriva dunque in questo contesto.
Ho chiesto al Professor Mario Fiorentini di illustrare la preparazione di quell'azione di guerriglia urbana contro un reparto di SS, specializzato nei rastrellamenti di uomini da inviare in Germania come forza lavoro, sulla scelta della data, sul numero di gappisti, uomini e donne, che parteciparono all'azione. La nostra conversazione inizia proprio in via Rasella, all'incrocio con via delle Quattro Fontane.
Professore, i GAP centrali operavano nel cuore di una Roma occupata dai tedeschi. Può dirmi quali effetti le azioni di guerriglia producevano nei nazisti e nella popolazione?
“Le azioni dei GAP centrali impressionavano, avevano un grosso impatto sia sul piano militare sia su quello politico e psicologico perché avvenivano nel centro della città, dove i tedeschi si sentivano più sicuri, non nella periferia o lungo le strade consolari dove gli attacchi, portati da altre formazioni partigiane, erano dati per scontati o, quantomeno, più probabili. Tra i compiti dei GAP, oltre a quelli di creare insicurezza nelle retrovie tedesche ed alleggerire la pressione militare sul fronte di Anzio dove gli Alleati stavano per essere ricacciati in mare, c'era anche quello di liberare la popolazione dal terrore dei nazisti che impunemente usavano le armi per intimidire o, peggio, rastrellare inermi lavoratori ed inviarli in Germania. Far vedere che non erano invincibili.
Quante azioni avete compiuto nei nove mesi di occupazione nazista a Roma?
Ne abbiamo compiute una grande quantità, di ogni tipo, contro i nazisti ed i fascisti, anche se a me non piace parlare di quelle contro i fascisti. Potrebbe sembrare strano, ma le azioni contro i fascisti le ho vissute con una certa angoscia, forse per una sorta di nazionalismo, mentre contro i tedeschi no.
C'è un'azione, a parte quella di via Rasella, che ricorda in modo particolare?
L'azione contro la caserma in via Giulio Cesare, nel quartieri Prati, dove fu uccisa la Gullace. Noi contrattaccammo, fu un'azione spettacolare. Davanti alla caserma si erano riunite centinaia di donne che volevano la liberazione dei loro uomini, rastrellati dai nazisti. Rimasi impressionato dal fatto che le manifestanti erano donne di tutte le fasce sociali: popolane provenienti dai quartieri poveri e signore della borghesia romana, intellettuali e ballerine. L'azione, inoltre, fu importante in quanto sancì la saldatura tra i GAP centrali ed i GAP di zona.
Quanti e quali obiettivi da colpire avevate in programma?
Complessivamente avevamo pianificato di colpire più obiettivi. Al primo posto stavano le carceri, quello di via Tasso, in particolare. Quest'ultimo, però, era un obiettivo difficilissimo. L'azione l'abbiamo studiata a lungo, per settimane e settimane, il doppio di quella di via Rasella; più volte siamo stati sul punto di attaccarlo e ogni volta abbiamo dovuto desistere per la mancanza delle condizioni idonee.
Perché il 23 marzo?
“Il 23 marzo, quando abbiamo attaccato a via Rasella, c'erano sul terreno tre azioni importanti. Quella data era molto importante per i fascisti perché ricorreva l'anniversario della fondazione dei Fasci di Combattimento. In occasione di tale ricorrenza, le autorità fasciste della Repubblica Sociale organizzarono una manifestazione a Piazza Cavour. Noi dei GAP centrali decidemmo di sfidare apertamente, audacemente i fascisti in occasione del loro raduno, per far intendere loro che non li temevamo; volevamo castigarli. Preparai un piano di attacco. L'azione avrebbe avuto un significato prevalentemente dimostrativo. All'ultimo momento i fascisti, probabilmente su consiglio dei tedeschi, decisero di spostare la manifestazione in via Veneto, all'interno del Palazzo delle Corporazioni, una fortezza imprendibile. Fummo costretti pertanto a modificare il nostro obiettivo. Ne studiammo altri alternativi. La scelta cadde su via Rasella ove, di norma, anche se non tutti i giorni, transitava a piedi una compagnia del Battaglione SS “Bozen” di 165 uomini.
Chi ha avuto l'idea di colpire i tedeschi che passavano per via Rasella?
Io. Dalla finestra della mia stanza vedevo passare la colonna della polizia tedesca. Eravamo in sette: due donne, Lucia Ottobrini e Marina Cossu, e cinque uomini. Preparai l'attacco che avrebbe dovuto svolgersi in via delle Quattro Fontane; attaccare i tedeschi o meglio gli austriaci appena uscivano da via Rasella e svoltavano a destra, ma Salinari venne da me e mi disse che non dovevamo attaccare in Via delle Quattro Fontane.
Che cosa è stato l'attacco partigiano di via Rasella?                                                                  
L'attacco partigiano di via Rasella è stata una battaglia a cui hanno partecipato una ventina di persone. Rosario Bentivegna ne ha indicate quindici-venti; lui però non conosceva l'intera pianificazione, lui aveva il suo compito da portare a termine. Una squadra comandata da Francesco Curreli, un sardo antifascista, attaccò con bombe da mortaio brixia modificate; in precedenza avevamo svitato i cappucci delle brixia ed inserito della balistite, quindi sapevamo esattamente quanto tempo avrebbero messo ad esplodere. Dopo l'attacco, alcuni si sarebbero ritirati nel tunnel, altri in via del Lavatore. Fu un'azione orchestrata molto bene. Le squadre  entrarono in azione dopo l'esplosione della bomba nel carretto della spazzatura.
Il piano originale non prevedeva il carretto ma due cassette, una in alto ed una in basso. Io e Lucia avremmo acceso la cassetta più alta in prossimità di via delle Quattro Fontane, poi saremmo fuggiti verso Santa Maria Maggiore. Marisa Mussu ed Ernesto Borghesi avrebbero acceso la cassetta in basso. La dinamica dell'azione è stata questa: prima l'esplosione del carretto, poi l'esplosione della cassetta in basso a sud del carretto, subito dopo l'attacco dalle vie laterali con le bombe brixia e, infine, l'esplosione della cassetta in alto per inviluppare la colonna tedesca in una serie di esplosioni che avrebbe disorientato i tedeschi. In un primo momento, questi pensarono di essere stati attaccati dalle finestre dei palazzi. Successivamente, pensarono di essere stati attaccati da mortai, poi credettero che l'attacco fosse stato lanciato da una piccola caserma di fascisti, che allora si trovava in via Rasella. Dopo la battaglia, la strada si presentò piena di cadaveri e feriti, i palazzi circostanti ricoperti di fori provocati dai proiettili e dalle schegge delle bombe. I tedeschi furono imbottigliati nella via. L'azione andò oltre le previsioni.
Kappler trovò 33 morti, frammenti di bombe da mortaio. Per molto tempo, credette di essere stato attaccato con i mortai; andò anche al Quirinale a cercarli. Naturalmente non c'erano. Fu Caruso, il Questore di Roma, a dire a Kappler che i mortai non c'entravano nulla, che erano stati dei giovani, ragazzi e ragazze, a portare l'attacco alla colonna di SS. A Caruso l'informazione era arrivata da un certo Guglielmo, uno che aveva tradito. Lucia era stata a casa di Guglielmo più volte, durante i continui spostamenti per non farsi sorprendere dai nazisti, ne aveva conosciuto la moglie ed i figli.  Kappler, fino a quel momento, non aveva mai lontanamente pensato alla presenza di ragazze; invece c'era Maria Teresa Regard, che era stata nel carcere di via Tasso con Don Pietro Pappagallo, c'era Carla Capponi, c'erano Lucia Ottobrini e Marisa Mussu. Il comandante delle SS andò su tutte le furie quando seppe poi che Lucia Ottobrini (nome di battaglia Maria) era di lingua tedesca.
Lucia, che parlava e parla tedesco, fece decine di missioni infiltrandosi tra i tedeschi, acquisendo informazioni di prima mano.
Ci troviamo nell'appartamento di Mario Fiorentini. Gli chiedo di dirmi dove nascondesse le armi.
Questo appartamento, che ho ereditato da mia madre, era di proprietà della sorella di mia madre, mia zia. In quel periodo cambiavo continuamente posto, andavo da una casa all'altra. Uno dei miei rifugi era qui; il salone in cui ora ci troviamo non era così grande, era suddiviso in stanzette separate. C'era una piccola stanzetta dove io avevo un lettino, avevo i libri e sotto il lettino avevo le bombe brixia, avevo le armi.
Cosa successe, dunque?
Successe che l'esplosione ebbe degli effetti che noi non avevamo previsto. L'immane esplosione fece esplodere le bombe che i tedeschi portavano indosso, due a testa; ebbe un effetto superiore a quello che immaginavamo; andò tutto storto. La tradizione diceva che il reparto attaccato avrebbe dovuto fare la rappresaglia. Il comandante, invece, un austriaco cattolico si rifiutò. Non se la sentì; avrebbe voluto prima far confessare quelli da passare per le armi, inviare dei preti a confessare i condannati. Questo paradossalmente fu una disgrazia, perché se avesse accettato non sarebbe stato in grado tecnicamente di farla nelle 24 ore successive all'attacco, come poi invece fece Kappler, il quale prese in mano la situazione e con una determinazione e ferocia diaboliche portò a termine la rappresaglia con inusitata rapidità il giorno successivo. Nel suo diario, Franco Calamandrei racconta che il 17 ci siamo riuniti con Salinari (Spartaco) per attaccare il 18. Quel giorno però la colonna tedesca non passò; il 19 lo stesso; i tedeschi passarono il 20 (non è vero che passavano tutti i giorni). Questo è scritto anche nel diario di Zazà (Rosario Bentivegna). Io ero contrario all'azione con il carretto però le cassette non erano pronte, perché non doveva vedersi il fumo che usciva dopo l'accensione della miccia. L'azione prevista per il 23 marzo, ricorrenza della rivoluzione fascista, era stata concepita, come detto, per colpire i fascisti che avevano portato la guerra, per vendetta contro i nazisti. C'è un aspetto, inoltre, a cui sono molto interessato ovvero all'uso strumentale della storia. Ci sono due interpretazioni: la prima dice che il Battaglione “Bozen” era formato da riservisti, truppe stanziali non combattenti, poco importante. La seconda sostiene, invece, che  l'azione di via Rasella ha comportato meno vittime di quelle che il Battaglione avrebbe provocato se non fosse stato neutralizzato. Inoltre, in quel periodo, a Roma era stato inviato dal Nord il Battaglione “Barbarigo”, da impiegare sul fronte di Anzio.
Il 10 marzo, anniversario della morte di Mazzini, attaccammo il Battaglione “Onore e Combattimento” in via Tomacelli. Questi tre attacchi avevano dato un segnale importante, a seguito dei quali i tedeschi avevano desistito dall'organizzare una difesa nella città di Roma, che avrebbe portato lutti e distruzione.
Cosa avete fatto dopo l'attacco e quando avete saputo dell'intenzione tedesca di compiere la rappresaglia?

Subito dopo l'azione fuggimmo e ci nascondemmo. I tedeschi erano furibondi. Dal punto di vista militare, il durissimo attacco subito nel cuore di Roma fu uno smacco umiliante, mai accaduto prima nelle città dell'Europa occupata. Il giorno dopo, mentre noi eravamo ancora nascosti, seguì la fulminea tremenda rappresaglia tedesca alle Fosse Ardeatine, ove vennero trucidate 335 persone di età compresa fra i 14 ed i 75 anni. Fra questi vi erano anche miei amici. Noi sapemmo della rappresaglia solo dopo l'esecuzione della stessa. Dopo l'azione di via Rasella, io e Lucia, ricercati dai nazisti, venimmo inviati dalla giunta militare del CLN a dirigere le operazioni nella zona di Tivoli e Castelmadama. 
(post su www.storiainlaboratorio.blogspot.com. per informazioni:studentiecultori2009@libero.it)

venerdì 10 maggio 2013

Attività nelle scuole. 25 Aprile al Circolo Germontari di Ancona


Si riporta l'articolo apparso sul Corriere Adriatico di Ancona il 26 aprile 2013 con la nota relativa alla Mostra organizzata dai ragazzi delle scuole delle Grazie in occasione della Festa del 25 Aprile, nei locali del circolo Germontari.
La brillante iniziativa, dovuta alla Vice Presidente del Circolo ed alle sue collaboratrici, Simonetta Gorga, merita che abbia una continuità didattica ed una ulteriore diffusione tramite la rete.
Da parte delle encomiabili professoresse che hanno guidato i ragazzi nelle tematiche della Guerra di Liberazione si è espresso il desiderio di ripetere il prossimo anno scolastico, nel solco dei lineamenti del progetto Storia in Laboratorio.

Il Progetto per il 70° della Guerra di Liberazione. Lineamenti generali

Progetto

2013-2015
70°ANNIVERSARIO DELLA GUERRA DI LIBERAZIONE
1943-1945
Lineamenti generali
 presente progetto raccoglie le idee e le intenzioni dei componenti della Sezione di Milano, tutti combattenti, che intendono dare una testimonianza ulteriore delle vicende che 70 anni fa li videro protagonisti di una delle pagine più difficili e controverse della storia d’Italia. Una testimonianza che viene dal cuore in questo segmento di tempo in cui la memoria deve essere assolutamente preservata per rafforzare il senso di identità e di appartenenza di noi Italiani.


I partecipanti al progetto, intendendosi come risorse umane, sono:
- tutti i soci (combattenti) della Sezione di Milano che intendono partecipare sotto qualsiasi forma
- i soci combattenti delle altre Sezioni della ANC che si identificano negli intendimenti della
Sezione di Milano
- i componenti del gruppo “Studenti e Cultori della Materia”, collegata alla Società di Storia
Militare
- quelle personalità che il Presidente della Sezione decide “motu proprio” di far partecipare.
Il presente progetto raccoglie quanto già esistente che le note vicende associative hanno impedito di realizzare in un contesto corale ed armonico. Quindi utilizzerà l’esperienza e i lavori già in essere.
Questo intendimento si può focalizzare con la individuazione di “pilatri”, i punti principali, su cui sviluppare i progetti collegati
Il progetto è, quindi articolato sui seguenti “pilastri”:
1. Attività di ricerca, studi e pubblicazione
2. Attività di presentazione e divulgazione
3. Attività di sostegno ed incoraggiamento verso le nuove generazioni
La durata del progetto è triennale
Lineamenti particolari dei singoli “pilastri”.

1. Attività di ricerca, studio e pubblicazione
Il progetto sarà redatto nello sviluppo delle seguenti linee fondamentali
a. Attività di ricerca
Saranno presi contatti con gli enti preposti (Es. Uffici storici di Forza Armata) al fine di organizzare degli “stage di ricerca sulla guerra di Liberazione.
progetto Collegato da sviluppare
b. Attività di studio
Qualora esistessero delle risorse finanziare, si possono assegnare borse di studio, assegni di studio ai dottori laureandi o a studenti universitari intitolate a Combattenti della Guerra di Liberazione
Progetto Collegato da sviluppare
c. Attività di pubblicazione
Sviluppo ulteriore della già esistente Collana Storia in Laboratorio (Università La Sapienza di Roma e Società editrice Nuova Cultura), con la pubblicazione di volumi dedicati anche alla guerra di liberazione.
In allegato “A” lo sviluppo primario del progetto
2. Attività di presentazione e divulgazione
Il progetto sarà redatto nello sviluppo delle seguenti linee fondamentali
a. Attività di presentazione
Organizzazione di giornate di studi, convegni presentazioni di libri presso la sede di Milano o in altre sedi ritenute idonee non solo a Milano ma anche in altre parti d’Italia
Progetto Collegato da sviluppare
b. Attività di divulgazione
Alimentazione di Blog già esistenti (www.corpoitalianodiliberazione.blogspot.com), www.storiainlaboratorio. blogspot.com) con inserimento di post settimanali.
Pubblicazione di un manifesto poster sulla guerra di liberazione
Calendario della Sezione di Milano sul 1944
Progetto collegato già in essere
3. Attività di sostegno ed incoraggiamento verso le nuove generazioni
Al fine di raccogliere quello che si è fatto negli ultimi 10 anni, e riassumere le attività, e per agevolare la Memoria, favorire la diffusione della storia della guerra di liberazione con momenti particolari. Idea base da approvare e la seguente
a. Creazione del premio “Luigi Poli” concernente una pubblicazione o più pubblicazioni di carattere storico, meglio sulla guerra di liberazione, da assegnare ad un giova laureato, specializzato, per incoraggiarlo nella prosecuzione degli studi. Il premio non deve consistere in somme di danaro, ma con la pubblicazione del proprio lavoro, che deve essere il frutto di personali ricerche.
Consiste in un diploma e di una targa.
Progetto Collegato da sviluppare
Saranno stilati al più presto gli sviluppi primario del progetto (entro la fine di aprile) alfine di poter sottoporre alla assemblea di sezione il programma di larga massima entro la prima decade di maggio2013

( L'Allegato A sarà pubblicato a giorni. Per informazioni via e mail: studentiecultori2009@libero.it)




martedì 19 marzo 2013

Cenacolo marchigiano di Roma.


Presentato


 al Cenacolo Marchigiano di Roma, lo scorso 16 marzo 2013, il volume di Massimo Coltrinari, 
L'ULTIMA DIFESA PONTIFICIA DI ANCONA
7-29 SETTEMBRE 1860
La fine del potere temporale dei Papi nelle marche.
 Tomo I La piazzaforte
Roma, Editrice Nuova Cultura, 2012, pag. 346

giovedì 14 febbraio 2013

Fondazione Centro Culturale Valdese


                     Seminario-laboratorio
"Gli archivi fotografici”
Torre Pellice, 4-5 marzo 2013
presso Fondazione Centro Culturale Valdese
Via Beckwith, 3
ore 9.30
Elvira Tonelli
(restauratrice, Bologna)
Materiali fotografi ci: identifi cazione, manipolazione, conservazione e restauro
Prevenire è meglio che curare! Conoscere, riconoscere, manipolare e mettere in sicurezza
i materiali per assicurare loro la migliore conservazione e garantirne la fruibilità.ore 13.00
Pranzo a buffet
ore 14.30
Barbara Bergaglio
(esperta di fotografia, Torino)
Materiali fotografici: descrizione e catalogazione
Descrizione delle modalità di approccio all’archivio fotografi co dalla prima analisi
alla catalogazione fi nale con particolare attenzione agli standard di catalogazione
ministeriale e brevi cenni sui software attualmente in uso.
A seguire
visita guidata presso il Museo Valdese di Torre Pellice.
PROGRAMMA MARTEDÌ 5 MARZO
ore 9.30
Enrico Demaria
(esperto progetti digitali, Torino)
“Imago ante speculum”: progettare la digitalizzazione di immagini
Le attività di riproduzione digitale di materiale fotografi co richiedono processi
progettuali ed operativi adeguati. Per garantire interoperatività, accessibilità,
conservazione a lungo termine, sicurezza ed autenticità, saranno presi in considerazione
gli aspetti infrastrutturali e le competenze essenziali per garantire le scelte più
appropriate in questo ambito tecnologico.
ore 13.00
Pranzo
ore 14.00
Tavola rotonda:
I fondi fotografi ci all’interno degli archivi: descrizione d’insieme e
schedatura puntiforme
Confronto fra le istituzioni che si occupano di tutela e valorizzazione dei beni
fotografi ci:
Micaela Procaccia
(Dirigente DGA-Direzione Generale per gli Archivi Servizio II Tutela e
Soprintendente Archivistico per il Piemonte e la Valle d’Aosta)
ICCD
- Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione Servizi e laboratori per la
raccolta, la conservazione e la produzione delle documentazioni
Dimitri Brunetti
(Regione Piemonte-Settore Biblioteche, Archivi e Istituti Culturali)
L’ingresso alla tavola rotonda è aperto anche ai non iscritti al seminario fi no
ad esaurimento dei posti disponibili.
Numero massimo di partecipanti al seminario: 25 persone

Per aiutare l’organizzazione, si prega di compilare e inviare la scheda di partecipazione
entro il 28 febbraio all’indirizzo e-mail della segreteria:
info@anaipiemonte.org.
Possibilità di pernottamento presso la Foresteria Valdese, via Arnaud 34, Torre Pellice -
tel. 0121.91801
www.anaipiemonte.org - info@anaipiemonte.org