1866 QUATTRO BATTAGLIE PER IL VENETO

1866 QUATTRO BATTAGLIE PER IL VENETO
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1866 Il Combattimento di Londrone

ORDINE MILITARE D'ITALIA

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CAVALIERE DI GRAN CROCE

Collana Storia in Laboratorio

Il piano editoriale per il 1917 è pubblicato con post in data 12 novembre 2016

Per i volumi pubblicati accedere al catalogo della Società Editrice Nuova Cultura con il seguente percorso:
www.nuovacultura.it/catalogo/collanescientifiche/storiainlaboratorio

.La collana Storia in Laboratorio 31 dicembre 2014

.La collana Storia in Laboratorio 31 dicembre 2014
Collana Storia in Laboratorio . Scorrendo il blog si trovano le indicazioni riportate sulla quarta di copertina di ogni volume. Ulteriori informazioni e notizie possono essere chieste a: ricerca23@libero.it

Testo Progetto Storia In Laboratorio

Il testo completo del Progetto Storia in Laboratorio è riportato su questo blog alla data del 10 gennaio 2009.

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La Collana Storia in Laboratorio al 31 dicembre 2011

La Collana Storia in Laboratorio al 31 dicembre 2011
Direttore della Collana: Massimo Coltrinari. (massimo.coltrinari@libero.it)
I testi di "Storia in Laboratorio"
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lunedì 31 maggio 2021

Cesare Pettorelli Lalatta: una voce inascoltata

 

Maria Luisa Suprani Querzoli

Cesare Pettorelli Lalatta: una voce inascoltata

 

 


Ricordare la figura del Generale Cesare Pettorelli Lalatta[1] permette di considerarne una costante che contrassegnò la sua esperienza nella Grande Guerra e che ebbe inoltre ripercussioni sulle sorti stesse del conflitto.

Proveniente da una famiglia di ferventi patrioti[2], entrò volontario nel Regio Esercito in giovanissima età ed ebbe in seguito modo di perfezionare la conoscenza di diverse lingue presso l’Ambasciata italiana a Berlino. Allo scoppio della guerra, le abilità maturate gli permisero di ricavare elementi di rara efficacia dai prigionieri[3]. Nonostante il ruolo di sostanziale rilievo ricoperto nel Servizio Informazioni  e, soprattutto,  l’apporto potenzialmente determinante sulle sorti della guerra, la portata dei riscontri ricevuti fu pressoché nulla rispetto alla validità del suo operato.

Le anticipazioni dettagliate circa la Strafexpedition non vennero valutate dal Capo di Stato Maggiore in ragione della loro attendibilità: fra i probabili motivi, possono essere ipotizzati i dissidi gravi sorti, per il modus operandi peculiare dell’Ufficio Informazioni della I Armata (presso cui Pettorelli Lalatta era in forze), fra quest’ultimo e  alcuni alti Comandi, tra i quali compariva una delle figure più influenti del Comando Supremo, l’allora Tenente Colonnello Ugo Cavallero[4].

Pettorelli Lalatta fu protagonista di un altro  episodio, noto come Sogno di Carzano, occorso a breve distanza dalla XII Battaglia dell’Isonzo: «[n]ella notte fra il 18 e il 19 settembre 1917, a Carzano, sul fronte del Trentino, fu incredibilmente perduta una grande occasione di irrompere di sorpresa nelle linee austriache, di conquistare d’impeto Trento e di minacciare quindi alle spalle tutto lo schieramento nemico, con conseguenze importantissime e forse decisive per le sorti della guerra»[5].  L’apporto del Maggiore Pettorelli Lalatta fu determinante nella costruzione di un disegno acutissimo e ponderato nei minimi dettagli.  L’efficacia del piano  venne però completamente vanificata da lentezze burocratiche, farragini e dalla scelta di figure inadeguate al compito.

Le sue memorie circa quell’episodio, pubblicate a guerra conclusa, furono censurate dal regime fascista e le copie sequestrate del libro vennero distrutte da un bombardamento alleato durante la Seconda Guerra Mondiale[6].

Nel 1967 egli decise di ridare alle stampe la sua testimonianza:

 

[p]oi, mi sono deciso a farlo, superando ogni residua incertezza, perché mi è sembrato che sull’argomento si sia voluto stendere un falsamente pietoso velo di silenzio e perché la verità – per quanto spiacevole – va sempre detta. […] Cadorna emerge nell’episodio come il personaggio – chiave, in quanto egli, il comandante supremo, accettò con entusiasmo il piano nel suo sviluppo strategico, dimostrando di avere completa fiducia nella sua riuscita, e preparò anche, con la consueta larghezza di vedute, i mezzi necessari per l’attuazione. Però, come spesso accade, per fatalità, non solo non volle invadere nello studio dei particolari i compiti degli esecutori operativi del piano, ma non intervenne neppure, quando si era ancora in tempo, per correggere disposizioni in assoluta discordanza con le finalità e gli obiettivi meno immediati dell’azione. È, quindi, nell’interesse della storia, quella vera, che ristampo oggi il libro distrutto: perché, tolti pochi italiani, e tutti del nostro Servizio Informazioni, gli attori di quell’episodio sono da anni scomparsi e, di conseguenza, tutta la documentazione annessa vuole unicamente conservare il proprio valore storico, non di polemica spicciola.[7]

 

Il Generale Cesare Pettorelli Lalatta riposa nel cimitero di Carzano.

 



[1] Cesare Pettorelli Lalatta Finzi, Milano, 6 giugno 1884 – Roma, 29 marzo 1969.

[2] «A mia madre Agnese Finzi, mantovana e dello stesso ceppo del grande patriota Giuseppe», dedica in C. Pettorelli Lalatta, L’occasione perduta. Carzano 1917,  Milano: Mursia, 1917.

[3] A. Vento, In silenzio gioite e soffrite. Storia dei servizi segreti italiani dal Risorgimento alla Guerra Fredda, Milano: Il Saggiatore, 2010, cfr. p. 129. Pettorelli Lalatta introdusse per primo «l’attività di infiltrare i suoi fiduciari, per lo più boemi o italiani dalla perfetta conoscenza del tedesco in divisa nemica tra i prigionieri austroungarici» (ivi, p. 130). Inoltre, azioni più rischiose vennero  organizzate dietro le linee nemiche (cfr. ibidem).

[4] Ibidem.

[5] C. Pettorelli Lalatta, L’occasione perduta. Carzano 1917, cit., aletta anteriore della sovraccoperta.

[6] Ivi, Prefazione a cura dell’Autore, p. 7.

[7] Ivi, Prefazione a cura dell’Autore, p. 8.

giovedì 20 maggio 2021

Un Museo per la Pace.

 


22 anni fa la scomparsa di Ostilio Bonacini

 

dalla collezione bellica al progetto “Museo per la Pace”

  l’appello alle Istituzioni : “Non può essere occultata la mostra donata alla cittadinanza”

 

 

 

19 maggio 1999, 22 fa, all’età di 44 anni ci lasciava Ostilio Bonacini. Grande passione per la storia ereditata dal nonno, il Maggiore dei Bersaglieri Giuseppe Bonacini, tra i Volontari Ciclisti Automobilisti agli esordi della Prima Guerra Mondiale. Mutilato di guerra, pluridecorato al Valor Militare e Comandante del Distretto militare di Reggio Emilia negli anni 40, Giuseppe aveva tramandato al nipote i ricordi di guerra nonché la triste storia del primogenito Dante morto sul fronte russo nel 1943; proprio lui ne aveva predisposto la partenza.

Grande intenditore di militaria di varie nazionalità ed amante di ogni reperto storico, Ostilio oltre a custodire i cimeli di famiglia, nel corso delle sue ricerche aveva collezionato centinaia di pezzi, in particolare strumentazioni ed equipaggiamento degli eserciti che hanno combattuto in Italia durante la seconda guerra mondiale.

Negli ultimi dieci anni si era avvicinato alle tematiche sociali e dedicato all’assistenza dei più poveri quale volontario presso la Caritas di Aprilia.

Alla morte la famiglia si impegnò affinché i materiali della collezione storica non venissero dispersi, ma messi a disposizione della cittadinanza in un progetto espositivo permanente. Un lungo e tortuoso iter attraverso le varie amministrazioni che pareva avviarsi a buon fine con il tentativo di realizzare un Centro Documentale della città presso l’I.I.S. “Giovanni Pascoli” ed il successivo trasferimento della mostra nel 2008 presso l’auditorium dell’I.I.S. Rosselli in via Carroceto ad Aprilia. Nel giugno 2012 il Comune di Aprilia, già affidatario di fatto di alcuni pezzi della collezione, deliberava l’accettazione in affidamento a titolo perenne e gratuito di oltre 300 pezzi della collezione Bonacini. Pochi mesi dopo, nell’aprile 2013, il Comune patrocinava la realizzazione di nuove teche ad ingrandire la piccola esposizione già presente presso il “Rosselli”. La sede dell’esposizione “Un ricordo per la pace” sul tema prioritario “Aprilia in guerra: la battaglia di Aprilia” ritenuta temporanea in attesa di reperire locali nel centro di Aprilia.

L’auditorium dal 2016 è divenuto di competenza del Liceo “A.Meucci” che ne ha chiesto inaspettatamente la rimozione adducendo tra le motivazioni esigenze di spazio “per opere legate ad attività teatrali degli studenti”.

Nessun riscontro nell’amministrazione comunale alla raccolta di firme per il trasferimento dell’esposizione nel centro storico di Aprilia, come era stato promesso in fase di accettazione del materiale. Alla petizione formalizzata al Comune in due blocchi nel 2017 avevano aderito centinaia di cittadini ed alcuni imprenditori apriliani. La mostra è quindi, salvo contrordini, in attesa di essere dismessa.

 

Nell’anniversario della morte Elisa, presidente di “Un ricordo per la pace” ricorda il fratello Ostilio ed esprime con rinnovata determinazione il massimo impegno per la realizzazione del progetto espositivo, che nel tempo è evoluto nel progetto di MUSEO PER LA PACE. Un obiettivo ambizioso che prevederebbe l’inserimento del museo apriliano nella rete internazionale dei Musei per la Pace. Oltre alla mostra in ricordo della guerra che ha duramente segnato il territorio pontino nel 1944 il progetto includerebbe una sezione riservata all’internamento ed alla deportazione nei campi nazisti, alla tragedia della Shoah, nonché costituirebbe vetrina divulgativa delle opere dei grandi pacifisti del mondo e delle iniziative per la pace di tutti i tempi. Finalità del progetto è promuovere la cultura della pace e della solidarietà tra i popoli, contro ogni forma di razzismo e discriminazione culturale, religiosa e di genere.

Elisa Bonacini : “È con grande amarezza che mi accingo a ricordare mio fratello Ostilio, a 22 anni dalla morte. Mi rammarico per non aver portato a termine ad oggi la mia missione, quello che avevo promesso ai miei genitori alla scomparsa di Ostilio.

Credo tuttavia che i tempi siano maturi per la piena realizzazione del progetto che da ormai 10 anni si è definito nel progetto di MUSEO PER LA PACE, ad oggi presente in una pagina web dedicata.

La nostra iniziativa ha una parola chiave: condivisione. Siamo aperti pertanto alla collaborazione con organizzazioni, associazioni e cittadini sulla nostra stessa lunghezza d’onda. Auspicando il coinvolgimento delle giovani generazioni cui passa necessariamente il testimonial di memoria e a cui affidiamo la speranza di un futuro di pace.

Ulteriore rammarico il fatto che una mostra straordinaria realizzata con denaro pubblico non possa essere visitata dalla cittadinanza. Ancor più in questi giorni che vedranno nel 28 maggio prossimo la celebrazione di una data importante nel percorso storico della nostra città, data che nel territorio pontino coincide con la liberazione dal nazifascismo. La giornata del ricordo “28 Maggio 1944 : la Battaglia di Aprilia” in memoria dei caduti, voglio ricordare, è stata istituita nel 2013 su iniziativa della nostra Associazione “Un ricordo per la Pace" e l'adesione delle Associazioni Combattentistiche e d'Arma di Aprilia ed altre Associazioni locali.

Voglio anche ricordare in questa occasione che il nome stesso della nostra associazione in cui sono ben esplicite le finalità deriva dal nome di una mostra /convegno di cui Ostilio fu tra gli organizzatori nel 1998, evento tenutosi presso la Sala Manzù della Biblioteca Comunale di Aprilia.

Spero che il Comune si mobiliti al più presto affinché la mostra ritorni visitabile in accordi con l’Istituto ospitante e nel rispetto delle attuali normative anti covid.

Rivolgo un ulteriore appello alle Istituzioni tutte, del territorio e non. Spero comprendano l’importanza del progetto di pace e forniscano subito una sede centrale e permanente per la mostra.

Non può essere occultato quanto la mia famiglia ha voluto donare alla cittadinanza di Aprilia, la vera affidataria della collezione di Ostilio.”

 


 

 

 

 

 

 

 

 

domenica 9 maggio 2021

Nicola della Volpe. I militari per la guerra partigiana 1943 - 1945

 


NICOLA DELLA VOLPE. I MILITARI PER LA GUERRA PAETIGIANA 1943 -1945, Roma, Società Editrice Nuova Cultura – Università Sapienza, Collana I Libri del Nastro Azzurro, Pag. 426, ISBN 978 88 61 344785, Euro 28,

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                             

Il Volume documenta, con ricchezza di particolari, il contributo dei militari italiani alla Guerra di Liberazione, guerra che si è combattuta sul territorio accanto alla Campagna d’Italia, come gli Alleati chiamavano il loro impegno sul fronte italiano, e guerra sul fronte meridionale, come i tedeschi chiamavano il loro impegno per la difesa dei confini del sud del loro Reich.  Aver tracciato le origini della Guerra di Liberazione, con note relative ai Partiti Politici sorti dopo la crisi armistiziale, il CLN, e la situazione nel Paese, un capitolo è dedicato all’addestramento ed alla logistica delle forze che sono a disposizione nel Regno del Sud. Indi si descrive le operazioni prima nell’Italia centrale e la progressione verso nord, indi le operazioni nell’Italia settentrionale. Segue un preciso e puntuale capitolo dedicato alle Missioni che unità scelte operano dietro le linee nemiche sia in modo autonomo che in collaborazione con le missioni alleate. Il volume si conclude con una parte dedicata ad aspetti particolari della Guerra di liberazione (la ferocia del nemico, i rastrellamenti, eccidi, rappresaglie, i rapporti con le bande, i patrioti, la propaganda)  e alcune considerazioni come l’analisi dei meriti e riconoscimenti, l’appropriazione della Resistenza, militari e vertici militari, e la questione della frontiera orientale. In copertina la foto della Medaglia d’Oro al Valor Militare ten. Renato Del Din della Brigata “Osoppo”.

 

 Nicola Della Volpe, generale, ha prestato servizio presso l’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito dal 1974 al 2001, dove è stato Vice Direttore e ha diretto l’Archivio. E’ autore di numerose opere di Storia e iconografia militare.

 


Il volume è acquistabile in tutte le librerie. Oppure

Presso la Casa Editrice, (Società Editrice Nuova Cultura attraverso la email:

ordini@nuovacultua.it o il sito: www.nuovacultura.it/ collane scientifiche)

Presso la Segreteria dell’Istituto del Nastro Azzurro (segrreteriagenerale@istitutonastroazzurro.org)

Informazioni e dettagli su www.cesvam.it