giovedì 23 giugno 2016
.Decorati Marchigiani 1915. Dallalettera S alla lettera V
Bersagliere
Tenente
SABATUCCI MARIO, nato ad
Ostra Vetere
MA,
Valor Militare
Nell'attacco
di una trincea, alla testa del suo plotone, si slanciava arditamente fin sotto
i reticolati nemici, nonostante il vivo fuoco d'artiglieria e fucileria
avversaria. Ferito gravemente, rimaneva al posto di combattimento, dando
mirabile esempio di virtù militari ai dipendenti, che egli incitava ad andare
avanti e a non preoccuparsi di lui.
(Monte
Sleme, 14 agosto 1915)
Tenente
Colonnello Fanteria
SACCONI
GIACINTO, nato a Fermo
MA,
Valor Militare
In
ripetuti combattimenti dava elevate prove di intelligente iniziativa, sprezzo
del pericolo, risolutezza e tenacia di proposite. Sempre primo dove più cruenta
era la mischia, seppe, con l'esempio, infondere nei dipendenti le virtù
militari che in spiccato grado possiede, e che furono efficacissimo contributo
alla buona riuscita delle operazioni.
(Altipiano
Carsico, luglio 1915)
Bersagliere
S. Tenente
SALA UMBERTO, nato ad Ancona
MB,
Valor Militare
Prendeva
parte volontario, insieme ad altri due, ad una rischiosa impresa presso una
posizione nemica, e sotto l'accanito fuoco di fucileria e mitragliatrici, aiutò
a trarre in salvo un compagno ferito.
(Osteria
di Volzana, 26 maggio 1915)
Bersagliere
Capitano cpl.
SALADINI FRANCESCO, nato ad
Arquata del Tronto il 13.08.1879
MA,
Valor Militare
In
testa alla compagnia, sostenne arditamente una posizione assai importante già
conquistata al nemico e da questo fortemente contrastata. Caduto mortalmente
ferito da granata che gli asportò una gamba, noncurante di sé, continuò ad
incuorare i propri dipendenti col grido: "Coraggio, bersaglieri! Viva
la 5° Compagnia". Finché non fu trasportato al posto di medicazione,
non cessò di far sentire la sua voce incitatrice, e tentò stoicamente di
recidere da sé, con una sciabola baionetta, i pochi filamenti che ancor
legavano alla parte superiore della coscia il rimanente della gamba. Conscio
della sua prossima fine, conservò fino all'ultimo imperturbabile serenità di
animo.
(Altipiano
Carsico, 02 novembre 1915)
Fante
SAMPAOLO QUIRINO, nato a
Porto Recanati
MA,
Valor Militare
Nell'assalto
alla baionetta, giungeva tra i primi sulla posizione, e, visto che un nemico
stava per puntare il fucile contro il suo capitano, lo raggiungeva rapidamente
e lo abbatteva a colpi di baionetta, esponendo la vita per la salvezza del suo
superiore.
(Carso,
30 luglio 1915)
S.
Tenente Cappellano
SANTARELLI Mons. LEANDRO,
nato in Provincia di Pesaro
MB,
Valor Militare
In
aspro, violento combattimento, dava esempio di slancio e grande sprezzo del
pericolo. Riportava grave ferita rimanendo poi mutilato.
(Monte
Sei Busi, 25 – 26 luglio 1915)
Capitano
Rgt. Fanteria
SANTINI ALFREDO, nato a
Belforte del Chienti
MA,
Valor Militare
In
pieno giorno e sotto fuoco vicino di fucileria, conduceva quattro squadre
incaricate di posare e far brillare tubi di gelatina esplosiva, e, con mirabile
esempio, animava i suoi uomini fino a portare a felice compimento l'impresa,
nonostante che egli fosse rimasto gravemente ferito ad una gamba.
(Monte
Pevma, 19 luglio 1915)
Tenente
SAVARESE ALBERTO, nato a Jesi
MA,
Valor Militare
Attraverso
zona intensamente battuta, trascinava i resti del proprio plotone alla
conquista di una difficile posizione. Nel ricacciare un furioso attacco nemico,
benché gravemente ferito ad un braccio, continuava a combattere, dando ai suoi
dipendenti mirabile esempio di fermezza, coraggio ed alto senso del dovere.
(Monfalcone
quota 121, 10 agosto 1915)
Bersagliere
Caporale Maggiore
SAVELLI UMBERTO, nato a
Pergola il 18.02.1892
MB,
Valor Militare
In
attesa della motivazione richiesta al Ministero
(Deceduto
sul Campo di Battaglia, 16 settembre 1915)
Tenente
Fanteria
SCABANUCCI LUCIANO, nato ad
Ancona
MA,
Valor Militare
Comandante
di plotone, ferito, continuò a combattere, incitando con nobili parole i propri
dipendenti. Ritiratasi la compagnia alquanto indietro, impossibilitato a
muoversi per le ferite riportate, rimase per due giorni in una difficilissima
posizione, senza muovere un lamento, mostrando grande fermezza d'animo, finché
profittando dell'oscurità della notte e di un momento di tregua, venne da un
suo sergente trasportato ad un posto di medicazione.
(Podgora,
23 – 26 luglio 1915)
Bersagliere
SCIACCA PASQUALE, nato ad
Ancona
MB,
Valor Militare
Lanciatosi
animosamente sulla posizione nemica, dopo viva colluttazione, riusciva a
disarmare un avversario. Durante un contrattacco, eseguiva da una posizione
dominante e battuta violentemente dal fuoco, energico getto di bombe,
concorrendo efficacemente a respingere l'avversario.
(Monte
Merzli, 28 novembre 1915)
S.
Tenente Rgt. Artiglieria da Campagna
SCUTERINI EDGARDO, nato a
Macerata
MA,
Valor Militare
Sottocomandante
di batteria, col suo contegno fermo ed energico, seppe incitare i serventi dei
pezzi a compiere con calma e serenità il loro servizio, sotto l'azione del tiro
violento ed aggiustato di artiglierie nemiche. In una speciale circostanza,
ferito alla testa da scheggia di granata, rimase in batteria, finché non gli
vennero meno le forze. Recatosi a medicarsi, faceva prontamente ricosro al suo
posto di combattimento per prendere parte alla azioni della giornata e dei
giorni successivi.
(Ponte
Planina, 11 agosto 1915)
Bersagliere
Caporale
SERAFINI FERRUCCIO, nato a
Serrungarina, il 20.09.1893
MB,
Valor Militare (alla Memoria)
Con
grande coraggio, nonostante che fosse più volte fatto segno ai tiri avversari,
dirigeva il lancio delle bombe a mano nella trincea, finché cadde colpito a
morte.
(Deceduto
sul Monte Nero, 12 settembre 1915)
Soldato
SEVERINI PIETRO, nato a
Recanati il 13.02.1893
MA,
Valor Militare
Saputo
che l'ufficiale, di cui era attendente, aveva riportato grave ferita, in
assenza dei portaferiti, sotto un fuoco violento e micidiale, accorreva presso
il suo superiore e gli prestava amorevoli cure, finché anch'egli rimase ferito
gravemente.
(Globna,
23 giugno 1915)
Bersagliere
SGHERRI ESPOSITO, nato a
Novilara
MA,
Valor Militare
Per
coraggioso contegno tenuto nel combattimento, anche dopo essere rimasto ferito.
Ebbe,
dipoi, un'altra ferita.
(Cardasi,
29 aprile 1915)
Caporale
Fanteria
SGOLASTRA ORESTE, nato a
Montefano il 30.05.1893
MA,
Valor Militare
Capo
arma di una sezione mitragliatrici, dava esempio di mirabile calma e coraggio
con lo spostare l'arma pur essendo vicinissimo alla linea nemica, per renderne
più efficace il tiro, non preoccupandosi del pericolo al quale si esponeva.
Cadeva mortalmente ferito alla testa.
(Podgora,
20 luglio 1915)
Fante
SGRECCIA ALGEMIRO, nato ad
Ostra il 04.12.1895
MB,
Valor Militare
In
attesa della motivazione richiesta al Ministero
(Deceduto
all'Ospedaletto da Campo n. 84, 08 novembre 1915)
Colonnello
Fanteria
SIMONCELLI ANTONIO, nato ad
Arcevia il 05.07.1864
MA,
Valor Militare (sul Campo)
Per
le belle prove di valore personale date alla testa del suo reggimento, in varie
circostanze, durante cinque giorni di continui combattimenti, spingendosi
ripetutamente sulle prime linee per rincuorare i soldati.
(Palazzo,
01 – 02 – 03 luglio – Monte Sei Busi, 04 – 05 luglio 1915)
S.
Tenente
SIMONELLI AMEDEO, nato ad
Ancona
MA,
Valor Militare
Comandante
di compagnia, la conduceva con molto slancio e coraggio. Ferito ad un braccio,
non desisteva dal suo compito e continuava, con la parola e con l'esempio, ad
incitare i suoi dipendenti nell'avanzata, sino a che, ferito più gravemente,
veniva raccolto dai portaferiti.
(Monte
San Michele, 25 luglio 1915)
Sergente
SOLUSTRI AMEDEO, nato a
Chiaravalle nel 1891
MA,
Valor Militare (alla Memoria)
Comandante
di una pattuglia incaricata di procedere in colonna d'attacco, per ricercare il
varco attraverso cui dovevasi effettuare l'irruzione nella posizione nemica,
cadde ucciso da pallottole in fronte, sotto i reticolati nemici, mentre con la
parola e con l'esempio incitava i suoi soldati, sorpresi da raffica improvvisa
di fucileria avversaria.
(Rocca
di Monfalcone, 30 giugno 1915)
S.
Tenente Artiglieria da Fortezza
SORDI
ALFREDO, nato ad Ancona
MA,
Valor Militare
Ferito
alla testa mentre osservava il tiro delle batterie del gruppo. Si ritirava al
posto di medicazione solo in seguito ad insistenze del comandante del gruppo.
Uscito dall'ospedale, sebbene non ancora completamente rimesso, volle
riprendere servizio in batteria, e cadeva mortalmente colpito in una azione di
fuoco, mentre verificava il puntamento dei suoi pezzi, già fatti segno ai colpi
avversari.
(Biasiol,
25 agosto 1915)
Sottotenente
SORGONI JAGO, nato a
Fossombrone il 20.12.1892
MB,
Valor Militare
Ferito
il proprio comandante di compagnia, lo sostituì immediatamente, disponendo con
grande calma, sotto l'intenso fuoco di mitragliatrici avversarie, la compagnia
all'assalto, incoraggiando ed incitando vivamente i suoi soldati. Mentre
compiva questa opera, all'inizio dell'assalto, mortalmente colpito, cadde da
prode sul campo.
(Monte
San Michele del Carso, 13 novembre 1915)
Tenente
Colonnello
SPADA ALBERTO, nato in
Provincia di Pesaro
MA,
Valor Militare (alla Memoria)
Nell'attacco
delle trincee nemiche, in terreno difficilissimo e insidioso si spingeva in
prima linea per riconoscere personalmente le posizioni e la situazione. Colpito
mortalmente al petto, dava gli ultimi ordini e spirava incitando le truppe alla
vittoria.
(Globna,
23 giugno 1915)
Capitano
SPAGNOLI ZOILO, nato a
Cingoli il 01.01.1891
MA,
Valor Militare
Comandante
interinale di un battaglione incaricato di attaccare una forte posizione
nemica, dirigeva con mirabile calma, sangue freddo e perizia le proprie
compagnie, sotto il fuoco violento della fucileria e artiglieria avversaria.
Rimasto ferito, moriva qualche giorno dopo, in seguito alle ferite riportate.
(Monte
Mrzli, 28 ottobre 1915)
Caporale
84° Rgt. Fanteria
SPERANZA RAUL, nato a
Macerata
MA,
Valor Militare
Durante
l'assedio al ridotto di Zintan seppe dare mirabile esempio alla propria squadra
di coraggio e di serenità d'animo. Ferito gravemente, continuò a combattere,
finché colpito una seconda volta, spegnevasi eroicamente sul campo dell'onore.
(Zintan,
03 – 11 luglio 1915)
S.
Tenente
SPERANZINI LUIGI, nato ad
Arcevia il 01.10.1895
MA,
Valor Militare (alla Memoria)
Avuto
l'incarico di assalire le posizioni nemiche, alla testa dei suoi uomini si
portava con mirabile ardimento attraverso un terreno impraticabile fino a poca
distanza dalla cima della posizione stessa, ove cadeva colpito a morte.
(Col
di Lana, 07 novembre 1915)
Fante
SPITONI FRANCESCO, nato a
Sefro il 23.09.1889
MB,
Valor Militare
In
attesa della motivazione richiesta al Ministero
(Deceduto
ad Alessandria, 01 agosto 1915)
Maresciallo
STORARI PIETRO, nato a S.
Angelo il 27.03.1892
MB,
Valor Militare
In
aspro combattimento, rimasto ferito gravemente il Comandante della compagnia,
gli apprestava, con grande pericolo della propria vita, le prime cure e lo
trasportava al posto di medicazione, ritornando sollecitamente presso il
reparto ancora impegnato. Bello esempio di alto sentimento del dovere e di
abnegazione.
(Palazzo
quota 78 – 81, 26 luglio 1915)
Bersagliere
S. Tenente
STORTI PIO, nato a Mercatello
MA,
Valor Militare
Ferito
gravemente al torace, dopo una sommaria medicazione, tornava al comando del suo
plotone e non abbandonava il combattimento che in seguito ad ordine del
Comandante della compagnia.
(Case
Iesecciak di Tolmino, 02 giugno 1915)
S.
Tenente
TALE' GINO, nato ad Ancona
MA,
Valor Militare
Offertosi
di guidare una squadra per aprire un varco attraverso i reticolati nemici, di
pieno giorno e sotto vivo fuoco, adempì tale rischioso compito, rimanendo egli
stesso gravemente ferito ed i componenti della squadra tutti colpiti a morte.
(Peteano,
23 ottobre 1915)
Bersagliere
Caporale
TEMPERINI ATTILIO, nato a
Pergola
MB,
Valor Militare
Coraggiosamente
si slanciava all'assalto di una forte posizione nemica, trascinandosi
animosamente la propria squadra.
(Monte
Javorcek, 16 settembre 1915)
Fante
TESEI GIUSEPPE, nato a
Cupramontana il 15.02.1895
MA,
Valor Militare
Si
offriva, volontariamente, di far parte di una pattuglia esploratrice, e,
quantunque ferito una prima volta, riusciva a collocare e a far brillare un
tubo esplosivo sotto i reticolati avversari, finché, colpito una seconda volta,
cadeva eroicamente sul campo.
(Monte
Carso, 24 ottobre 1915)
Tenente
in Servizio Attivo
TETTAMANZI PIETRO, nato a
Pesaro il 12.06.1891
MB,
Valor Militare
Durante
un combattimento, mentre la batteria era fatta segno ad un vivissimo fuoco di
artiglieria avversaria di medio e grosso calibro, sprezzante del pericolo,
coadiuvava efficacemente il Comandante di batteria nella osservazione dei colpi
e nella ricognizione dei diversi obiettivi.
(Lucinico,
20 luglio 1915)
Capitano
di Fanteria
TIBERI ANGELO, nato a Sarnano
MA,
Valor Militare
Conduceva
brillantemente la sua compagnia all'attacco delle trincee nemiche. Ferito in
ben sette parti del corpo, non abbandonava il combattimento che dopo la
conquista della trincea stessa.
(Zagora,
28 ottobre 1915)
Capitano
di Fanteria
TINTORI FRANCESCO, nato ad
Urbino il 28.10.1884
MA,
Valor Militare
Mosso
da elevato sentimento del dovere, rifiutava di abbandonare il proprio posto di
combattimento, quantunquegià ferito due volte, e conduceva nuovamente le truppe
all'assalto, rimanendo colpito a morte.
(Castelnuovo,
14 novembre 1915)
Sergente
Maggiore
TOMASSONI ARGIMIRO, nato a Chiaravalle
il 11.04.1893
MB,
Valor Militare
Sprezzante
del pericolo, sotto il fuoco nemico, usciva dalla propria trincea per
rintracciare dei compagni feriti, che trasportava al sicuro.
(Monte
Sei Busi, 25 luglio 1915)
Fante
TOMASSINI MARINO, nato a
Mercatello sul Metauro
MA,
Valor Militare
Slanciavasi
animosamente all'assalto di una trincea nemica, giungendovi per primo, ed a
colpi di baionetta ne fugava un gruppo di avversari e traeva al sicuro il
proprio comandante di compagnia, che, rimasto ferito nella trincea stessa,
stava per esser fatto prigioniero.
(Monte
Sei Busi, 21 ottobre 1915)
Tenente
Rgt. Fanteria
TUCCI FERDINANDO, nato ad
Ascoli Piceno
MA,
Valor Militare
Durante
l'azione, si slanciava arditamente all'inseguimento del nemico. Ferito una prima
volta, continuava a combattere, finché veniva nuovamente e mortalmente colpito.
(Carso,
02 agosto 1915)
Maggiore
Rgt. Fanteria
UNGANIA GIACOMO, nato a
Pesaro
MA,
Valor Militare
Alla
testa di due compagnie del proprio battaglione, le conduceva brillantemente
all'assalto, trascinando con sé altri reparti e rimanendo gravemente ferito.
(Plava,
16 giugno 1915)
Bersagliere
Capitano
VALAZZI CARLO, nato in
Provincia di Pesaro
MA,
Valor Militare (alla Memoria)
Ricevuto
l'ordine di avanzare con la propria compagnia alla conquista di una trincea
nemica si portava risolutamente avanti in testa al reparto e, traversando un
passaggio obbligato, battuto intensamente dal fuoco di fucileria e
mitragliatrici avversarie, riusciva a condurre due plotoni sulla posizione
nemica, scacciandone il difensore; colpito all'addome, continuò ad incitare i
propri dipendenti. Soccombeva poi in seguito alla ferita.
(Pressi
di Valfonda, 08 ottobre 1915)
Maresciallo
Maggiore
VALENTI DOMENICO, nato a
Fabriano il 30.12.1893
MB,
Valor Militare
Concorreva
con slancio alla conquista di una forte posizione nemica, e, per vari giorni,
coadiuvava con gli ufficiali nel mantenere alto lo spirito della truppa
sottoposta ad intenso bombardamento e nel respingere violenti contrattacchi
avversari.
(Monte
S. Michele, 1915)
domenica 12 giugno 2016
Turchia: i rapporti con l'Europa sullo sfondo del genocidio armeno
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L'inattesa crisi politico-diplomatica tra Berlino e Ankara dopo la risoluzione del Bundestag che dichiara "genocidio" lo sterminio della popolazione armena in Turchia getta dubbi sulla tenuta dell’intesa con Erdogan per arginare la pressione dei migranti verso la Germania. È in gioco quindi una delle iniziative più impegnative messe in campo da Angela Merkel.
Gianfranco Uber, www.gianfrancouber.eu
Per mesi, i critici della cancelliera hanno fatto del sarcasmo sul suo positivo motto, quasi ossessivo ("ce la faremo") a proposito della capacità di accoglienza da parte della Germania della massa dei migranti, rifugiati e richiedenti asilo alle sue porte. Poi, gli stessi critici sono rimasti spiazzati dalla decisione di coinvolgere la Turchia in funzione di contenimento dei profughi provenienti dalle aree mediorientali. Un'intesa - fatta propria dalla Commissione europea - gravosa sul piano finanziario e come legittimazione di fatto di un regime autoritario lesivo delle libertà democratiche. La nuova crisi, innescata dalla risoluzione del Bundestag, solleva nuove incognite sul senso e sui costi politici - interni ed esterni - dell'intera operazione della cancelliera. All'interno, dopo le recenti elezioni regionali che hanno visto l'avanzata di Alternative für Deutschland, l'equilibrio politico-partitico è scosso, anche se la Merkel sembra ipotecare il prossimo futuro con una più larga e diversificata coalizione che tenga lontano le destre estreme. Oscuro e drammatico, invece, è l'orizzonte esterno della pressione migratoria, allontanata dal centro dell'Europa con modalità tutt'altro che onorevoli da parte di Stati che si considerano discendenti della comune eredità europea. E nel Mediterraneo prosegue la tragedia dei naufragi senza che sia chiara la sua soluzione politica oltre che umanitaria. Geopolitica ed egemonia di Berlino Quali conseguenze avrà tutto questo sulla tenuta dell’intera Unione europea (Ue)? Ci sarà un mutamento del peso geopolitico della Germania sui confini dell'Unione? Quello delle “frontiere" interne ed esterne è sempre stato un concetto trasfigurato dalla retorica europeista. In alternativa, è stato semplicemente ignorato. Oggi è tornato d'attualità. L'episodio più significativo è stata la messa in scena della minacciata "chiusura del Brennero" da parte di Vienna, guardata inizialmente con qualche ambivalenza da Berlino, ma da ultimo stigmatizzata espressamente dalla cancelliera. L'esito finale tuttavia non è ancora definito. Al confine europeo "interno" italo-austriaco non si innalzerà nessun "muro" (altra figura retorica entrata a far parte del lessico europeista), ma nella sostanza diventerà un invisibile confine "esterno" - con l'Italia considerata dai paesi nordici come un partner inaffidabile. È una vecchia storia che rischia di incattivirsi. Qual è il ruolo della Germania in questa situazione? Nelle sue iniziative di fronte al fenomeno della migrazione, la Merkel continua a fare riferimento all'Europa, alle regole comuni e alle eventuali modifiche da concordare (accordi di Dublino, trattato di Schengen e la raccomandazione di un'equa distribuzione tra gli Stati membri dei migranti aventi diritto). Ma ha confessato pubblicamente: "Tutto quello che facciamo in Europa è infinitamente faticoso". È un’affermazione molto rivelatrice sulla bocca di una cancelliera che nel novembre 2015 l'Economist, in un momento particolarmente critico per lei, aveva definito "indispensabile per l'Europa”. L’accordo con Ankara Di fatto, tutte le iniziative più incisive targate Ue sono state suggerite, discusse e alla fine sostenute (talvolta con qualche riserva) dalla Germania. Potenza condizionante, dunque, quella tedesca, ma vulnerabile se e quando gli altri partner sono recalcitranti alle sue sollecitazioni, creando contraccolpi negativi talora in grado di esercitare forme di ricatto o rivalsa. Tanto più quando l'azione tedesca si presenta tanto dipendente da quella europea da risultare paralizzata o smentita se si verificano ripensamenti, dissensi o contrasti. Il caso dell'intesa con la Turchia conferma esattamente quello che stiamo dicendo. Dietro all'offerta del consistente contributo finanziario ad Ankara per la sua disponibilità a gestire a casa propria la migrazione proveniente dalla Siria e dai paesi limitrofi, c'è una decisione politica assai rischiosa. È pesante infatti la contropartita che Ankara avanza: non solo chiede la liberalizzazione dei visti dei cittadini turchi per la Germania, la ripresa dei contatti per una possibile entrata nell'Ue e altre facilitazioni economiche, ma esige la non interferenza negli "affari interni" del paese in un momento di manifesta limitazione e violazione delle libertà politiche e dei diritti umani. La cancelliera, da sempre contraria a facilitare l'ingresso della Turchia nell'Unione, perché priva dei requisiti etico-politici e istituzionali indispensabili, si dichiarata ora disposta a sacrificare i suoi convincimenti ad un obiettivo considerato di valore superiore. È segno di una Realpolitik e di una ritrovata sicurezza di sé o al contrario è una implicita ammissione della propria debolezza e vulnerabilità? La risoluzione sul genocidio armeno In questo contesto la questione del genocidio degli armeni assume un significato specifico. Da tempo, il Bundestag aveva intenzione di prendere posizione, preceduto del resto da analoghi pronunciamenti di altri Parlamenti (compreso quello italiano), da dichiarazioni di altissime personalità (compreso Papa Francesco) oltre che da una approfondita riflessione storica. In più, nelle dichiarazioni dei parlamentari tedeschi, c'è la piena consapevolezza di avere sulle proprie spalle il genocidio degli ebrei. C'è la consapevolezza di essere vulnerabili su questo punto. Ripensando agli anni del genocidio armeno (1915/16) avanzano addirittura un'autocritica riferita a quel tempo, quando l'impero ottomano era stretto alleato del Reich guglielmino, assumendosi quindi una certa "corresponsabilità", perché, sapendo cosa stava accadendo, Berlino "non provò a fermare questi crimini contro l’umanità". A partire da qui, i parlamentari tedeschi intendono paradossalmente trasformare la loro dichiarazione in motivo di amichevole raccomandazione ai turchi, perché diventino anch'essi capaci di autocritica e di riconciliazione. "La nostra intenzione non è mettere la Turchia sotto accusa, ma riconoscere che la riconciliazione è possibile solamente se i fatti vengono messi sul tavolo", ha detto il capogruppo dei cristiano-democratici, il partito della Merkel. Ma forse lo stanno facendo con una qualche inconsapevole ingenuità, che può essere facilmente fraintesa. Un esponente del governo turco ha infatti ribattuto senza mezzi termini: “Il modo per chiudere pagine oscure della propria storia (tedesca) non è infangare quella di altri paesi con decisioni parlamentari irresponsabili e infondate". Rimane l'interrogativo sul perché il Bundestag abbia preso questa decisione proprio ora, in un momento delicatissimo del rapporto di Ankara con Berlino e Bruxelles. L'atteggiamento riservato della cancelliera Merkel, che aveva evidentemente approvato l'iniziativa del Parlamento, ma era assente in aula al momento dell’approvazione della risoluzione, ci riporta allo stile cauto e allo stesso tempo capace di rischio della cancelliera. Alla sua abilità nel combinare pragmatismo e fedeltà ai valori. Adesso farà il possibile per ristabilire i buoni rapporti turco-tedeschi. Ma le mosse decisive le dovrà fare Erdogan. Approfittando della reazione d'orgoglio nazionale ferito, dovrà scegliere se spingersi ulteriormente sulla strada del rafforzamento del suo potere autocratico, a costo di guastare i rapporti con la Germania e l'Europa. O, viceversa, limitarsi ad alzare la voce e la posta in gioco, mantenendo aperta la porta europea. Gian Enrico Rusconi è professore emerito di Scienza politica dell’Università di Torino. Per alcuni anni Gastprofessor presso la Freie Universitaet di Berlino. Tra le sue pubblicazioni: Germania Italia Europa. Dallo Stato di potenza alla ‘potenza civile’ (Einaudi 2003, trad. tedesca, 2006); Berlino. La reinvenzione della Germania (Laterza 2009). Cavour e Bismarck (il Mulino 2011; trad. tedesca 2013). |
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