LA CRISI ARMISTIZIALE DEL 1943
martedì 31 dicembre 2019
Il caso Vecchiarelli-. la Resa della 11a Armata 1
LA CRISI ARMISTIZIALE DEL 1943
Grecia Continentale
La
Grecia continentale era presidiata dalla 11a Armata al comando del generale
Carlo Vecchiarelli. In seguito ad accordi intercorsi tra il Comando Supremo
italiano e l’Alto Comando tedesco si era nella tarda primavera del 1943
trasformata in un armata italo-tedesca e sotto la data del 28 luglio 1943 era
passata alle dipendenze operative del comando tedesco del Gruppo Armate Est, al
comando del generale Alexander Lohr con sede a Salonicco. Una situazione
alquanto difficile in quanto i Comandi ed i reparti erano praticamente misti
con quelli tedeschi.
mercoledì 25 dicembre 2019
Il caso Rosi. Il problema della mancata Norimberga italiana
LA CRISI ARMISTIZIALE DEL 1943
Jugoslavia meridionale e Albania
Con la cattura del Comando gruppo Armate Est si ha la conferma che il Comando Supremo nell’abbandonare Roma, si guardò bene dal dare istruzioni o offrire risposte perfino a quel gruppo di Armate che aveva costituito appunto per averlo alle dipendenze dirette. Caviglia aveva espresso un severo giudizio su Rosi, ma la generale non accadde nulla, al contrario di molti suoi comandanti dipendenti da lui che nel dopo guerra subirono processi e provvedimenti disciplinari.
Il caso Gambara ed il caso Rosi nella loro dinamica sollevano una questione che sarà necessario riprendere in esame: perchè in Italia non ci fu un progresso al vertice politico-militare che portò alla guerra ed alla conduzione della guerra stessa fino ad arrivare alla crisi armistiziale.
Nel gennaio 1018 guerra durante si insediò a Roma una Commissione che giudicò il comportamento di Cadorna e dei suoi comandanti, commissione che terminò i suoi lavori nel 1920 con una relazione dettagliata. Caporetto aveva avuto delle spiegazioni. Perchè di tutta la second guerra mondiale non si ebbe una Commissione di inchiesta, ma solo processi e provvedimenti disciplinari per comandanti in sottordine che non avevano alcuna possibilità di prendere decisioni supreme?.
venerdì 20 dicembre 2019
Il caso Rosi. Un giudizio critico
LA CRISI ARMISTIZIALE DEL 1943
Jugoslavia Meridionale ed Albania
Gen. Ezio Rosi |
La Caduta del Gruppo Armate Est si consuma dall’8 all’11
settembre. Come quello della 2° Armata e
dell’ 8° Armata, anche questo Comando, alle dirette dipendenze del Comando
Supremo si sgretola in poche ore. Il comportamento del gen. Rosi, che
tentò di blandire i tedeschi, è stato stigmatizzato dal Maresciallo
Caviglia, che scrive nel suo Diario
“Il solo che meriti veramente una condanna sotto
qualsiasi governo è il generale Rosi che ha consegnate tutte le divisioni ai
tedeschi, perché le disarmassero e le portassero in Germania prigioniere. Egli
comandava un Gruppo di Armate ….. e aveva preteso quel comando sostituendosi
con abile intrigo al generale Geloso al quale il comando spettava. Rosi è un
burocrate, Geloso è altra tempra di soldato e di generale. Rosi ha tirato al
boccone grosso. Era Sottocapo di Stato Maggiore dell’Esercito, posto che
occupava senza le qualità necessarie. Si è promosso comandante di gruppo di
Armate comando non necessario. Ora avrà il fatto suo. Io l’avrei sottoposto ad
un tribunale di guerra. Questo pensai il 10 settembre quando telegrafò a Roma,
al Comando Supremo. Un generale tedesco gli aveva domandato che gli consegnasse
le sue divisioni. Rosi aveva venticinque divisioni, se non erro, e l’altro sei.
Al suo telegramma del 10 settembre fu risposto che il Comando Supremo non si
trovava a Roma. Così mi disse il generale Sogno.” [1]
domenica 15 dicembre 2019
Il caso Rosi. La caduta del Comando Gruppo Armate Est
LA CRISI ARMISTIZIALE DEL 1943
Jugoslavia Meridionale ed Albania
Alla mattina del 9 settembre il generale Rosi riprese le trattative con i
tedeschi, sottolineando che non poteva dare risposta prima del 13 in quando
attendeva istruzioni da Roma; non poteva peraltro accettare di collaborare con
le forze germaniche e vietò iniziative di comandanti subordinati senza un suo
specifico e noto ordine. Intanto doveva proseguire i movimenti di truppe
italiane verso i punti di radunata.
Alle 22 del 10
settembre il generale Rosi ricevette dai tedeschi un ultimatum con il quale gli
si imponeva la firma immediata dell’ordine di disarmo con in cambio la promessa
del rimpatrio via mare delle truppe italiane. Rosi cercò di prendere ancora
tempo ma la mattina dell’11 settembre i tedeschi circondarono con carri armati
ed autoblindo la sede del comando del Gruppo Armate Est Tirana, irruppero nei
locali, puntarono le armi contro il gen. Rosi e lo catturarono con tutti gli
ufficiali del comando.
lunedì 9 dicembre 2019
Il caso Rosi. Il Gruppo di Armate Est
LA CRISI ARMISTIZIALE DEL 1943
Jugoslavia meridionale ed Albania
Il Comando Gruppo Armate Est, sede a Tirana, dipendeva direttamente dal
Comando Supremo, era retto dal generale Ezio Rosi, ed aveva alle dipendenze la
9a Armata, di stanza in Albania, il VI Corpo d’Armata nella Erzegovina e nella
Dalmazia meridionale ed il XIV Corpo d’Armata in Montenegro ed il Comando delle
Forze Armate dell’Egeo. Uno degli errori che si commise nell’estate fu quello
di permettere a forze germaniche di occupare tutti gli aeroporti esistenti
nella giurisdizione del gruppo di Armate e di controllare il porto di Durazzo,
ponendo così di fatto sotto controllo tedesco tutta la rete stradale che ed il
maggior porto dell’Albania.
All’annuncio dell’armistizio, il gen. Rosi, che non aveva
avuto il promemoria n. 2 del Comando Supremo e quindi era all’oscuro di ogni
trattativa armistiziale, cercò di prendere tempo di fronte alla richiesta
tedesca che chiedeva il disarmo di tutte le unità italiane, rinviando la
trattativa all’indomani 9 settembre. Intanto emanava ordini che tendevano alla
riduzione dei presidi ed alla concentrazione delle forze nelle località
maggiori, evitando conflitti con le forze germaniche; ordinava il presidio e la
tenuta dei principali porti albanesi, Valona, Durazzo e Cattaro; la partenza
delle navi e dei velivoli per l’Italia o l loro distruzione in caso cadessero
in mano straniere.
giovedì 5 dicembre 2019
QUADERNI DEL NASTRO AZZURRO N. 1 DEL 2019 SOMMARIO E NOTA REDAZIONALE
Anno LXXX, Supplemento XI, 2019, n. 1,
11° della Rivista “Quaderni”
indirizzo:centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org
Editoriale del Presidente. Carlo Maria Magnani: ………………………………………………… ….Pag.5
In vista della Giornata del decorato. Torino 5-6 aprile 2019……………………………………………………Pag.5
IL MONDO DA CUI VENIAMO: LA MEMORIA
APPROFONDIMENTI
Alessia Biasolo, La causa dello sfacelo secondo Mussolini………………………………………………..…..Pag. 11
Massimo Coltrinari, La battaglia di Caporetto e la promessa del Re. La questione agraria
Una storia italiana…………………………………………………………………………..………….... Pag.15
DIBATTI
Marco Gioacchini, Considerazioni sul contributo degli I.M.I. all’industria tedesca:1943-1945 ……….... Pag.23
Giovanni Cecini, Il militare Alberto Sordi di celluloide. ”La Grande Guerra e “Tutti a casa”……………. Pag.49
ARCHIVIO
Massimo Baldoni, Manfredo Fanti, dalla congiura conto il Duca a fondatore del Regio Esercito Italiano.. Pag.61
MUSEI, ARCHIVI E BIBLIOTECHE
Chiara Mastrantonio, Il sacrario delle Fosse Ardeatine. Una lettera interessante.……………………….... Pag.73
Posteditoriale: Antonio Daniele, Il …………………………………..…………………………………………….Pag. 91
IL MONDO IN CUI VIVIAMO: LA REALTA’ DI OGGI
GEOPOLITICA DELLE PROSSIME SFIDE
Antonio Trogu, Civil-military cooperation: Definition. Purpose ad Situation…………………………………….……Pag. 95
SCENARI, REGIONI, QUADRANTI
Federico Salvati, Chi ha paura dell’orso Russo? (parte I)………………………...................................………………Pag. 103
Segnalazioni Librarie. ……………………………..…………………………………….……………...………... Pag.111
Autori. Hanno collaborato a questo numero.…………....…………………………………………………………..Pag.112
Articoli di Prossima Pubblicazione…………………..……………………………………………….…………… Pag.112
• CESVAM NOTIZIE
Centro Studi sul Valore Militare……………………………………………..…………………………..………………….Pag. 113
•
I “Quaderni on Line”, Supplemento on Line, Anno 6°, VIII, 2018, Settembre 2018, n. 33……………………… Pag.117
I “Quaderni on Line”, Supplemento on Line, Anno 6°, IX, 2018, Ottobre 2019, n. 34…………………….………..Pag.118
I “Quaderni on Line”, Supplemento on Line, Anno 6°, X, 2018, Novembre 2019, n. 35………………………….. Pag.121
PER FINIRE
Massimo Coltrinari, Il Valore Militare attraverso le Cartoline Militari ed oltre…...
Nota redazionale
L’inizio di ogni anno è sempre utile per tracciare un programma preventivo di quanto si vuole fare in merito alle attività editoriali del CESVAM. Iniziamo con la Rivista, questa rivista, QUADERNI del Nastro Azzurro che sta attraversando un momento di crescita tanto interessante quanto difficile. Si è adottata per lei una linea editoriale basata sui contributi dei frequentatori del Master di 1° Liv. in Storia Militare Contemporanea 1796 -1960. Il Master ha preso avvio in questi mesi e promette bene, ma ancora i frequentatori sono nella impossibilità di collaborare con la rivista. Si pensa che lo saranno al memento della richiesta della Tesi, che presumibilmente avverrà dopo l’estate prossima in quanto la sessione autunnale di discussione sarà a novembre. Per quella data forse avremo i primi contributi. Quindi fino al n. 4 del 2019 è difficilmente prevedibile contributi dei frequentatori. Quindi la line editoriale sarà quella fin qui adottata, volta a focalizzare alcuni aspetti del Valore Militare come fattore immateriale di ogni strategia. Nel frattempo è in pieno approntamento il n. 3 del 2019 che sarà dedicato completamente alla presentazione delle attività del CESVAM, che attualmente attivano quindici comparti.
Altra indicazione che si vuole fare è la partecipazione del CESVAM a due principali attività che la Presidenza del Nastro Azzurro ha in animo di attuare: La Giornata del Decorato a Torino il prossimo 5 aprile e il 6° Incontro “Avversari ieri, amici oggi” che si terrà in Italia nel mese di giugno. Il CESVAM vi parteciperà, a concorso delle attività con un convegno, come prassi, per la Giornata del decorato, che sarà la continuazione come tema scientifico di quello della Giornata del Decorato 2018, ovvero sarà dedicato allo studio del valore militare e la crisi armistiziale del settembre 1943. Per l’incontro con gli amici della Croce Nera d’Austria è in programma una conferenza dedicata all’opera di ricostruzione del Regio Esercito all’indomani della fine della grande guerra per il ripristino degli argini dei fiumi e delle strade e dei ponti, sia ordinari che ferroviari per riportare alla regolarità la viabilità sconvolta dalle operazioni di guerra.
Sotto il profilo della pubblicazione di volumi, in questa primavera dovrebbero vedere la luce il volume dedicato al 1866, dal titolo “Quattro Battaglie per il Veneto”, dedicato alla Storia del Risorgimento, il primo volume dedicato alle operazioni sul litorale laziale, ovvero allo sbarco di Anzio, e ai volumi dedicati alle leggi raziali del 1938, oltre al completamento del Dizionario minimo della Grande Guerra.
Una prospettiva, quella descritta, estremamente impegnativa, che vede il CESVAM impegnato in tutte le sue risorse. E’ un aspetto, questo, di interpretazione operativa dell’Istituto del Nastro Azzurro come ente morale, ovvero come quel soggetto che si adopera per diffondere nella società i valori raccolti nello Statuto. Rimane sullo sfondo l’altro aspetto, quello associativo-combattentistico, che viene lasciato completamente in mano alle attività delle altre componenti dell’Istituto, prime fra tutte le Federazioni Regionali.
sabato 30 novembre 2019
sabato 23 novembre 2019
Il Caso Gambara. Le conseguenze
LA CRISI ARMISTIZIALE DEL 1943
Gen. Italo Gariboldi |
Non è questa la sede per approfondire
ulteriormente il perché i vertici dell’Esercito presero questa iniziativa. Il
caso Gambara è emblematico e, a prescindere dalle risposte, a messo le premesse
e le conseguenze del crollo delle nostre forze armate nell’area delle due
Armate, ovvero nell’Italia orientale ma soprattutto in Jugoslavia. La realtà
che si determinò per i soldati fu tragica.
.
”Le popolazioni o perché filo-tedesche o perché da anni impegnate nella guerra
partigiana, si misero anch’esse a dare la caccia ai soldati italiani, sbandati
e lasciati al loro destino dai Comandi centrali. Spesso i nostri soldati si
trovarono tra due fuochi, il tedesco ed il partigiano; a volte si trovarono
contro, uniti, tedeschi e partigiani di certe bande d ispirazione nazista come
quelle degli ustascia di Ante Pavelic; qualche volta poterono fare causa comune
con bande partigiane antitedesche; ma, non di rado, accadde perfino che, per
antichi rancori o motivi di diffidenza, anche queste li respinsero. Una miriade
di episodi diversi, contrastanti, impossibili a ricostruire, costituì lo
strascico, spesso lungo, sempre sanguinoso, della imprevidenza con cui gli alti
Comandi avevano lasciato che l’armistizio sorprendesse le truppe italiane
disseminate in quelle zone”[1]
domenica 17 novembre 2019
Il caso Gambara. Un colpo da Maestri
LA CRISI ARMISTIZIALE DEL 1943
Gen. Mario Roatta |
Le risposte all'interrogativo del perchè si volle costituire una Armata proprio l'8 settembre nell'Italia orientale devono essere basata sul fatto che lo Stato Maggiore Esercito, con l’avallo del
Comando Supremo, ovvero dei generali Roatta ed Ambrosio, nella sostanza “avevano
spedito il gen. Gambara alle 18 dell’8 settembre a destituire i Comandanti
della 2a e della 8a Armata per costituire una nuova Armata , che a quel punto
era impossibile formare (e dovevano saperlo anche se davvero avessero
creduto che mancavano quattro giorni e
non mezz’ora all’armistizio) portano essi la responsabilità di aver
contemporaneamente messo fuori combattimento i Comandi della 2° e della 8° Armata
e stornato il comandante più combattivo e già d’accordo con i partigiani della
possibilità di raggiungere la sede del Comando dell’ XI Corpo d’Armata, a
Lubiana, che disponeva di tre divisioni efficienti e dislocate in buona
posizione (Lubiana, Novo Mesto e Karlovac) con uno schieramento che sembrava
ideale per proteggere Gorizia, Trieste, Fiume e tutta la Venezia Giulia.
Riuscirono con il colpo solo a paralizzare due Armate che, forti di quattordici
divisioni avrebbero potuto dare del filo da torcere ai tedeschi dal Trentino
all’Istria, dalla Slovenia alla Dalmazia. Kesserling e Rommelnon sarebbero
stati capaci di far meglio.”[1]
martedì 12 novembre 2019
Il Caso Gambara. I tanti perchè di una assurdità
LA CRISI ARMISTIZIALE DEL 1943
Gen Mario Robotti |
Occorre riflettere e fare delle
considerazioni su tutta questa vicenda.
Scrive Filippo Stefani:
“La missione affidata al generale Gambara fu quanto di più illogico,
insensato e scorretto si potesse fare in quei giorni e neppure oggi, …..si
riesce a trovare non diciamo una giustificazione ma una motivazione od una
scusa che la renda comprensibile.
Perché
affidare al generale Gambara anziché al gen. Robotti o la generale Gariboldi,
che erano comandanti di armata, il comando di un raggruppamento di nove
divisioni?
Ancorché
l’annunzio dell’armistizio fosse stato dato il 12 settembre anziché il giorno
8, come fu possibile assicurare al generale Gambara che vi sarebbe stato il
tempo necessario per attuare il nuovo schieramento ed il nuovo ordinamento
tattico, ben conoscendo la dislocazione frazionatissima e la mancanza di
mobilità delle grandi unità?
Perché
si volle confermare alle 20 del giorno 8 sia pure in termini possibilisti, un
ordine la cui attuazione avrebbe probabilmente richiesto più dei 10 giorni
preventivati dal generale Gambara
Perché
il generale Robotti ed il generale Gariboldi lasciarono libero il generale
Gambara di qualsiasi decisione non ignorando che il mattino del 9 non vi
sarebbero stati né il tempo né il modo per sganciare e concentrare le gradi
unità designate e che un così vasto cambiamento di dipendenze in quella
situazione già tanto difficile e complesso, non avrebbe che aumentato la
confusione delle idee e l’incertezza delle azioni?”[1]
Oltre a questi perché, è già stato
segnalato che lo Stato Maggiore, nelle persone di Roatta e di Ambrosio, era
evidente che il piano era inattuabile, dato l’annuncio dell’armistizio
imminente.
[1] Filippo Stefani., Storia della Dottrina e degli Ordinamenti dell'Esercito Italiano,Roma, Ministero della Difesa, Stato Maggiore dell'Esercito, Ufficio Storico pag. 924
martedì 5 novembre 2019
Il Caso Gambara. Un viaggio nella tempesta
LA CRISI ARMISTIZIALE DEL 1943
Gen. Gastone Gambara |
Gambara, la sera dell'8 settembre ricevuto il piano e gli ordini, si mise subito in viaggio e giunto a Foligno apprese la notizia
dell’armistizio. Si mise in contatto con lo Stato Maggiore e chiese se il piano
consegnatogli doveva essere ancora attuato: la risposta fu che si, si doveva
attuare nel limite del possibile. Giunto a Padova prese contatto con il
Generale Gariboldi, a cui comunicò i contenuti di detto piano (Gariboldi doveva
cedere due divisioni) e poi proseguì per Susak, e conferì con il gen. Robotti,
alle 12 del 9 settembre. A quell’ora i tedeschi avevano già occupato Trieste e
Lubiana, i comandi della Sforzesca e della Lombardia erano stati catturati. E
vi era la presunzione che su tutto il territorio dell’Armata la situazione non
era più quella del giorno precedente. Come se non fosse accaduto nulla, il gen.
Robotti, che già doveva essere sulle difensive in quanto un piano di tale
portata era stato elaborato senza la sua partecipazione la cui attuazione
affidata ad un suo sottoposto, dispose che il gen. Gambara dalle ore 15 del 9
settembre assumesse il comando del raggruppamento di divisioni; inoltre dispose
per fornire il personale per detto comando e diede altre disposizioni
logistiche per il suo funzionamento. Poi dispose di trasferire il suo comando
prima a Lussimpiccolo, poi a Zara e di conservare alle sue dirette dipendenze
il solo XIII Corpo d’Armata; quindi vennero emanate le disposizioni, a firma
sempre del gen. Robotti, le disposizioni della Memoria 44, raccomandando di non
“ricorre a mezzi estremi” nella loro attuazione.
martedì 29 ottobre 2019
Il Caso Gambara. Un pericolo potenziale
LA CRISI ARMISTIZIALE DEL 1943
La notizia che un corpo d’armata tedesco era
stato concentrato nella conca di Kaglenfurt, lo Sato Maggiore dell’Esercito
convocò a Roma un sottoposto di Robotti, il gen. Gambara. Per fronteggiare
questa esigenza era stato elaborato un piano basato sulla concentrazione del
maggior numero di forze possibili per concentrarle tra l’Isonzo ed il Piave a
ridosso del vecchio confine, mantenendo come avamposto la Slovenia fino al
Ruppa ed il territorio fiumano. Il piano prevedeva la costituzione di un
raggruppamento di ben nove divisioni e di supporti. Le divisioni erano:
Sforzesca, Cacciatori delle Alpi, Isonzo, Murge, Macerata, Lombardia, Julia,
Messina. 1a Celere; di queste, due erano della 8a Armata le altre sette della
2a Armata. Senza che i rispettivi comandi di Armata ne sapessero nulla, il
piano fu non solo approvato dal gen. Roatta, ma anche dal gen. Ambrosio, capo
delle forze armate italiane, che era ben al corrente di quanto si andava
maturando in termini di armistizio. Il piano fu consegnato alle ore 19 dell’8
settembre 1943 al gen. Gambara, il quale osservò che per la sua attuazione
sarebbero stati necessari almeno 10 giorni; la risposta di Roatta e dei suoi
ufficiali fu che “avrebbe avuto tutto il
tempo necessario” alla attuazione. [1]
45 minuti dopo Badoglio, tramite la radio, annunciava l’armistizio.
[1]
Questo stava a significare o che il gen. Roatta mentiva, oppure che era
all’oscuro di quanto andava maturando, oppure erano state fatte delle
considerazioni che al momento è difficile ipotizzare. In ogni caso erano
disposizioni, veramente illogiche.
lunedì 21 ottobre 2019
Il Caso Gambara.
LA CRISI ARMISTIZIALE DEL 1943
La giurisdizione della 2a Armata
La
Jugoslavia era occupata in parte dalla 2a Armata italiana, al comando del
generale Mario Robotti, che presidiava la Slovenia, una parte della Croazia, il
territorio fiumano, la Dalmazia. Fino al 25 luglio aveva avuto giurisdizione
anche sulla Erzegovina e sulla Dalmazia meridionale, che erano state passate
alla giurisdizione del Comando gruppo Armate Est, che aveva sede a Tirana, ed
aveva sede a Susak, località vicinissima a Fiume. La 2a Armata dipendeva
direttamente dall0 Stato Maggiore dell’Esercito, che, come noto, era retto dal
gen. Mario Roatta, che già aveva comandato la 2a Armata. Questa dipendenza
diretta fu una delle cause del destino triste di questa armata che fu
praticamente annienta nei primissimi giorni susseguenti all’armistizio. Al
momento di ricevere la Memoria 44, il gen. Robotti predispose un piano che
raggruppava le sue forze per fronteggiare la minaccia eventuale tedesca o ogni
altra possibile evenienza, che non era quella di presidiare il territorio con
un frazionamento di truppe eccessivo. Questo piano fu approvato da Roma.
mercoledì 16 ottobre 2019
QUADERNI DEL NASTRO AZZURRO n. 4 del 2019 Copertine
ANNO LXXX, Supplemento IX, 2018, n. 4
In Copertina
Medaglia della Vittoria coniata e firmata da Luciano Zaniella
prodotta in tiratura limitata
67 mm di diametro e pesa 140 grammi
Disponibile in bronzo similoro
E' possibile richiederla alla Presidenza dell'Istituto del Nastro Azzurro
(segreteriagenerale@istitutonastroazzurro.org)
mercoledì 9 ottobre 2019
QUADERNI DEL NASTRO AZZURRO Sommario e Nota Redazionale
SOMMARIO
Anno LXXIX, Supplemento IX, 2018, n. 4, 10° della Rivista “Quaderni” www.istitutodelnastroazzurro.it indirizzo:centrostudicesvam@istitutonastroaz zurro.org
Editoriale del Presidente. Carlo Maria Magnani:
APPROFONDIMENTI
AA.VV, La Battaglia di Vittorio Veneto. Ricostruzione ed Analisi.
Luigi Marsibilio, La Battaglia di Vittorio Veneto
Osvaldo Biribicchi, Comando Supremo Regio Esercito. Le truppe italiane negli altri campi della Grande Guerra
Massimo Coltrinari, Un elenco Glorioso. Le Armate Italiane a Vittorio Veneto nella versione del Comando Supremo.
Alessia Biasiolo, L’Impero italiano in epoca fascista
DIBATTITI
Giovan Battista Birotti, Soldati e contadini. L’Esercito giapponese nel periodo Meiji (1868-1912)
ARCHIVIO
Redazionale, Chiara Mastroantonio, Lo Statuto della Legione AzzurraPag.00
MUSEI,ARCHIVI E BIBLIOTECHE
Alessio Pecce, Giulio Moresi, aspirante ufficiale, bersagliere, caduto il 17 agosto 1917 sull’Hermada, sul Carso. Il Ricordo
Posteditoriale: Antonio Daniele, Il Calendario azzurro per il 2019
IL MONDO IN CUI VIVIAMO: LA REALTA’ DI OGGI
UNA FINESTRA SUL MONDO Sandra Milani, L’uso delle sostanze stupefacenti come strategia nella guerra e nel terrorismo islamico
GEOPOLITICA DELLE PROSSIME SFIDE Luca Bordini, Riflessioni sulla comunicazione digitale delle Forze Armate
Autori. Hanno collaborato a questo numero.
Articoli di Prossima Pubblicazione
Segnalazioni Librarie.
CESVAM NOTIZIE Centro Studi sul Valore Militare
I “Quaderni on Line”, Supplemento on Line, Anno 5°, V, 2018, Maggio 2018, n. 30
I “Quaderni on Line”, Supplemento on Line, Anno 5°, VI, 2018 Giugno 2018, n.31.
I “Quaderni on Line”, Supplemento on Line, Anno 5°, VII, 2018, Luglio 2018, n. 32
“Quaderni” on line sono su: www.valoremilitare.blogspot.com
PER FINIRE Massimo Coltrinari, Il Valore Militare attraverso le Cartoline Militari ed oltre
Nota redazionale: Il seguito di riflessioni in questo fine anno non può portare che ad aggiustamenti sulla attività del CESVAM. Si dovrà porre maggiore attenzione alle attività esterne del CESVAM stesso e porre delle pregiudiziali di collaborazione che siano allineate al livello di ambizione del CESVAM. Il dibattito che necessariamente deve esistere all’interno deve passare attraverso una distinzione. L’Istituto del Nastro Azzurro ha due componenti che lo distinguono dalle altre Associazioni
Combattentistiche. La prima. È quella dell’associazionismo combattentistico” in cui è necessario porre alla base la componente militare, quella di chi ha mostrato il proprio valore militare e gli è stato riconosciuto, quella associativa e in parte reducistica. Tutti elementi che fanno capo, almeno per i militari, alla legge dei Principi del 1977 che deve animare ogni militare della Repubblica se si vuole definire tale. In pratica è una funzione verso l’interno dell’Istituto, nelle sue componenti ed articolazioni. La seconda. Quella di Ente Morale, che deve ispirare l’azione dell’Istituto del Nastro Azzurro al pari dei suoi similari (Istituto della Previdenza Sociale, Istituto per la Storia del Risorgimento, Croce Rossa, ecc.) in cui la componente militare è sempre presente, in cui emerge quella di chi ha mostrato il proprio valore militare, ma non gli è stato riconosciuto ufficialmente con le previste decorazioni e modalità, in cui emergono in oltre misura la disponibilità, l’altruismo, il senso di appartenenza, le tradizione militari dei Corpi e delle Unità, il senso del servizio, e soprattutto la volontà di portare i principi statutari anche verso l’esterno, verso le componenti della società civile, le nuove e le vecchie generazioni, nelle forme più efficaci. In pratica è una funzione verso l’esterno dell’Istituto. Fra le due componenti vi deve essere sinergia, armonia, collaborazione. Occorre in tutti i modi che non emergano contrasti, invidie, contrapposizioni, prese di posizioni imposte, intolleranza. Qualora queste emergessero sarebbe un gravissimo errore quello di affrontarle di petto, con ”fieri ed animati accenti”; più opportuno ed intelligente sarebbe la soluzione che adotti pazienza, silenzio, comprensione e soprattutto mettere spazio e tempo per spegnere ogni fuoco o fuocarello. A questo proposito viene in aiuto Italo Calvino, il quale scrive in “Le città invisibili”
L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se n’è uno, è quelle che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne: il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione ed apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e che cosa, in merito all’inferno, non è l’inferno, e farlo durare, e dargli spazio.”
mercoledì 25 settembre 2019
Riflessioni sulla Grande Guerra Indice Volume II La vittoria ed i suoi artefici
Volume
III - I generali Italiani della Grande Guerra
Parte
Terza – La Vittoria ed i suoi artefici
Capitolo 1 –
1.1. La “debellatio” austro-ungarica
1.2. Si decompone l’impero Austro-Ungarico
1.3. La Germania invitta chiede l’armistizio
1.4. L vittoria italiana è inaccettabile per l’Intesa
1.5. Diaz continuatore dell’azione di Cadorna
Capitolo 2. I
Generali della Grande Guerra Incarichi e Comandi
2.3
Capitolo 2a
2.1
Casa Reale
2.2
Comando Supremo. Riparti ed Uffici
2.3
Capitolo 2b
2.3
Livello Armata
2.3.1.
1a Armata
2.3.2.
2a Armata
2.3.3.
3a Armata
2.3.4.
4a Armata
2.3.5.
5a Armata
2.3.6.
6a Armata
2.3.7.
Comando truppe Altipiani
2.3.8.
7a Armata
2.3.9.
8a Armata
2.3.10.
9a Armata
2.3.11.
10a Armata
2.3.12.
12a Armata
2.3.13.
Zona Carnia
2.3.14.
Zona di Gorizia
2.3.15.
Zona avanzata Frontiera Nord
2.3.16.
Comando superiore forze italiane nei Balcani, poi
Comando truppe Albania
2.3
Capitolo 2c
2.4.
Livello Corpo d’Armata
2.4.1.
I Corpo d’Armata
2.4.2.
II Corpo d’Armata
2.4.3.
III Corpo d’Armata
2.4.4.
IV Corpo d’Armata
2.4.5.
V Corpo d’Armata
2.4.6.
VI Corpo d’Armata
2.4.7.
VII Corpo d’Armata
2.4.8.
VIII Corpo d’Armata
2.4.9.
IX Corpo d’Armata
2.4.10.
X Corpo d’Armata
2.4.11.
XI Corpo d’Armata
2.4.12.
XII Corpo d’Armata
2.4.13.
XIII Corpo d’Armata
2.4.14.
XIV Corpo d’Armata
2.4.15.
XV Corpo d’Armata
2.4.16.
XVI Corpo d’Armata
2.4.17.
XVII Corpo d’Armata
2.4.18.
XVIII Corpo d’Armata
2.4.19.
XIX Corpo d’Armata
2.4.20.
XX Corpo d’Armata
2.4.21.
XXI Corpo d’Armata
2.4.22.
XXII Corpo d’Armata
2.4.23.
XXIII Corpo d’Armata
2.4.24.
XXIV Corpo d’Armata
2.4.25.
XXV Corpo d’Armata
2.4.26.
XXVI Corpo d’Armata
2.4.27.
XXVII Corpo d’Armata
2.4.28.
XXVIII Corpo d’Armata
2.4.29.
XXIX Corpo d’Armata
2.4.30.
XXX Corpo d’Armata
2.3
Capitolo 2d
2.5.
Corpi Speciali e Corpi di Spedizione
2.5.1.
Corpo d’ Armata Speciale
2.5.2.
Corpo d’ Armata d’assalto
2.5.3.
Comando Corpo di Cavalleria
2.5.4.
Corpo d’ occupazione di Fiume
2.5.5.
Corpo Czeco slovacco in Italia
2.5.6.
Corpo di spedizione d’oltremare’ Armata
2.5.7.
Corpo di spedizione italiano per la Siria e la Palestina
2.5.8.
Regie truppe italiane in Estremo Oriente
2.5.9.Corpo
di spedizione italiana in Murmania Armata
Capitolo
3 Ordinamento delle Forze
3.1
Regio Esercito .
. Al 24 maggio 1915 .
. Al 4 novembre 1918.
3.2
Regia Marina
. Al 24 maggio 1915 .
. Al 4 novembre 1918.
Conclusione.
Postfazione. .
Abbreviazioni.
Bibliografia
Indice dei nomi propri
Indice dei nomi geografici
Indice de dei Corpi, Unità e Reparti militari
Indice delle Illustrazioni
I Libri del Nastro Azzurro
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