1866 QUATTRO BATTAGLIE PER IL VENETO

1866 QUATTRO BATTAGLIE PER IL VENETO
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1866 Il Combattimento di Londrone

ORDINE MILITARE D'ITALIA

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CAVALIERE DI GRAN CROCE

Collana Storia in Laboratorio

Il piano editoriale per il 1917 è pubblicato con post in data 12 novembre 2016

Per i volumi pubblicati accedere al catalogo della Società Editrice Nuova Cultura con il seguente percorso:
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.La collana Storia in Laboratorio 31 dicembre 2014

.La collana Storia in Laboratorio 31 dicembre 2014
Collana Storia in Laboratorio . Scorrendo il blog si trovano le indicazioni riportate sulla quarta di copertina di ogni volume. Ulteriori informazioni e notizie possono essere chieste a: ricerca23@libero.it

Testo Progetto Storia In Laboratorio

Il testo completo del Progetto Storia in Laboratorio è riportato su questo blog alla data del 10 gennaio 2009.

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La Collana Storia in Laboratorio al 31 dicembre 2011

La Collana Storia in Laboratorio al 31 dicembre 2011
Direttore della Collana: Massimo Coltrinari. (massimo.coltrinari@libero.it)
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domenica 17 gennaio 2010

Capitolo 4.
Paolino Orlandini "..................... e si scatenò la Seconda Guerra Mondiale"

NASCE IL PRIMO STATO SOCIALISTA

Dallo scoppio della guerra in avanti le cose in Russia non andavano bene da quando lo Zar Nicola II°, dominato dalla Zarina Alessandra e dal monaco Rasputin, non riusciva a condurre la guerra. Insufficienti erano i rifornimenti di viveri e munizioni per l’esercito; sospettata di tedescofilia l’intera cricca dirigente; demoralizzazione diffusa fra l’esercito per il protrarsi della guerra e le sconfitte patite: tutto contribuì alla crisi.
Il crearsi di una formazione progressista alla Duma (Camera dei Deputati) nell’agosto del 1915 e l’uccisione di Rasputin nel dicembre 1916, costituirono i primi tentativi degli elementi liberali per salvare il paese dal baratro cercando di rovesciare la cricca reazionaria al potere. E quando alcuni reggimenti, il 12 marzo 1917, si rivoltarono a Pietrogrado, la coalizione dei partiti progressisti assunse il potere, costituendo un governo sotto la presidenza del principe Lvov. Tre giorni dopo, lo Zar abdica a favore del fratello Michele, il quale rinuncia al trono; il potere resta nelle mani del governo provvisorio, che solo il 15 proclama la repubblica.
Invano il governo, a capo del quale, al principe Lvov (il 21 luglio) era succeduto il socialista Kerenskij, si sforza di contenere l’avanzata austro-ungarica e tedesca e la dissoluzione interna; i soldati disertano (è la Caporetto russa), gli elementi estremisti (bolscevichi e social rivoluzionari di sinistra), specialmente attraverso i neocostituiti Consigli (Soviet) degli operai, dei soldati e dei contadini, prendono sempre più mano al governo, e le nazionalità diverse della grande Russia mirano a darsi un’organizzazione autonoma.
In queste condizioni scoppia la rivoluzione bolscevica del 7 novembre 1917 che trasforma la repubblica in Repubblica Socialista dei Soviet di Russia con un governo presieduto da Vladimiro Ilic Ulianov (Nicola Lenin). Questo governo non domina da principio che su una parte della Russia, nelle altre zone resistono forze antibolsceviche, mentre le singole nazionalità approfittano per realizzare le loro mire indipendentizie.
Il governo bolscevico firma a Brest Litovsk (3) l’armistizio il 15 dicembre 1917 e il 3 marzo successivo, la pace con la Quadruplice nemica, a condizioni gravissime, che la successiva vittoria dell’Intesa annullerà e trasporta la capitale a Mosca il 14 marzo dello stesso anno.
Il governo bolscevico, va sempre più consolidandosi all’interno, riesce ad avere ragione di tutti gli eserciti antibolscevichi (tra il 1919 e il 1920) e, parte con la forza delle armi, parte suscitando all’interno di essi la rivolta degli elementi simpatizzanti, a ricondurre nel suo seno alcuni di quegli Stati indipendenti che si erano staccati tra il 1918 e 1922. Questa riunione dei piccoli Stati venne operata, prima attraverso trattati fra i singoli governi con quello centrale, poi con la ricostituzione anche formale di un unico Stato, a struttura federale che assunse il nome di Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS o CCCP).
Dal nuovo Stato restano staccate la Polonia, la Lituania, Lettonia, Estonia e Finlandia, di cui l’URSS riconobbe l’indipendenza. Inoltre, venne ceduto alla Turchia un tratto di territorio transcaucasico e la Bessarabia. Questi territori verranno rincorporati in gran parte nel 1939-40, con esclusione dei 7/8 della Finlandia, della Polonia Occidentale e del lembo di Transcaucasia, ma con l’aggiunta della Galizia orientale e della Bucovina settentrionale.
Variazioni avverranno ai confini con la Russia Bianca (uno degli Stati membri dell’URSS) e con la Russia sub carpatica o Rutenia.
Il trattato di Brest Litovsk verrà annullato con l’ingresso di quello di Versailles, meno rigido per i perdenti specie per quelle nazioni che non furono fra le provocatrici del conflitto.

D’altro canto, nel 1932, finiva anche il Piano Dawes (4) contro la Germania in quanto in Europa, la politica delle grandi potenze stava cambiando con l’ingresso nella ribalta storica dello Stato socialista nato dal disfacimento della Russia zarista. Politica doppia, coperta e meno coperta, in una parola: ambigua.
Ambigua, perché mentre le politiche ufficiali promuovevano questioni, quelle condotte da circoli finanziari internazionali puntavano agli business futuri, aggirando le questioni sollevando problemi. E qui diventa più difficile far capire le cose, perché subentra la “paura” del grande mondo economico finanziario: e se la rivoluzione russa si allargasse oltre i confini in cui si è maturata e realizzata, travalicando i confini degli stati “democratici” e capitalistici?
Le teorie di Carlo Marx e di Federico Engels fatte proprie da Vladimiro Ilic Ulianov (Lenin) e il libro scritto dal Primate della Chiesa anglicana di Canterbury “I 10 giorni che sconvolsero il mondo”, fecero aguzzare le orecchie a chi da subito voleva intervenire per bloccare sul nascere i loro effetti, chi, invece, intendeva magari approfittarne per opportune collaborazioni ed affari. Hitler e Mussolini erano ancora nella fase ascensionale per cui qualcuno già pensava a come utilizzarli contro il “nuovo” nemico. Dal punto di vista teorico sarebbe stata improbabile qualsiasi azione vittoriosa, occorreva pensare ad altro. Il piano Dawes non serve più. Allora?

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