1866 QUATTRO BATTAGLIE PER IL VENETO

1866 QUATTRO BATTAGLIE PER IL VENETO
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1866 Il Combattimento di Londrone

ORDINE MILITARE D'ITALIA

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CAVALIERE DI GRAN CROCE

Collana Storia in Laboratorio

Il piano editoriale per il 1917 è pubblicato con post in data 12 novembre 2016

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.La collana Storia in Laboratorio 31 dicembre 2014

.La collana Storia in Laboratorio 31 dicembre 2014
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Testo Progetto Storia In Laboratorio

Il testo completo del Progetto Storia in Laboratorio è riportato su questo blog alla data del 10 gennaio 2009.

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La Collana Storia in Laboratorio al 31 dicembre 2011

La Collana Storia in Laboratorio al 31 dicembre 2011
Direttore della Collana: Massimo Coltrinari. (massimo.coltrinari@libero.it)
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domenica 17 gennaio 2010

Capitolo 7
Paolino Orlandini ".............................e si scatenò la Seconda Guerra Mondiale"

VERSO L’ISOLAMENTO DELL’URSS

Un reparto speciale composto da diplomatici, storici e giornalisti, venne formato per una missione segreta (non più tanto segreta) da svolgersi a Berlino appena gli alleati vi avrebbero messo piede. Protetto da un forte commando intervenne non appena fu possibile entrare nei labirinti delle cancellerie diplomatiche tedesche. Fecero una abbondante raccolta di documenti redatti dai funzionari diplomatici hitleriani.
Contemporaneamente un gruppo ben addestrato di funzionari sovietici avevano messo le mani sui documenti della cancelleria di stato tedesca. Sicuramente non ci fu alcun rapporto fra i due gruppi e probabilmente ciascuno ignorava l’esistenza dell’altro. Perché? Per come si svolsero i fatti successivi, sembra che le cose andessero in questo modo, salvo a ricomporsi in “colpi” di mano pacifici nella pubblicazione di una parte di questi documenti.
Vediamo come andarono le cose.
Alla fine di gennaio del 1947 il Dipartimento di Stato degli USA, in collaborazione con i Ministeri degli Affari Esteri britannico e francese, pubblicò una raccolta di documenti tratti dai diari dei funzionari hitleriani chiamandola “Rapporti nazisto-sovietici 1939-1941”. Questa iniziativa venne presa dai governi delle tre grandi potenze i quali nell’estate 1946 si erano accordati per pubblicare i materiali presi in Germania riguardanti il periodo 1918 – 1945. Se così si accordarono, perché vennero pubblicati soltanto quelli riguardanti il periodo 1939-1941? Ardua domanda.
Si è detto e scritto che avvenne così, perché “i russi avrebbero respinto la proposta dell’Occidente di pubblicare in comune un resoconto completo sulla diplomazia nazista”.
Questa dichiarazione dei circoli anglo-franco-americani non corrisponde alla realtà, perchè il governo sovietico venuto a conoscenza che alle notizie apparse sin dall’estate 1945 sulla stampa estera, secondo le quali in Gran Bretagna erano cominciati i preparativi per la pubblicazione dei materiali tedeschi considerati “documenti trofei”, si rivolse al governo della Gran Bretagna insistendo affinchè esperti sovietici partecipassero all’elaborazione dei materiali stessi. L’URSS riteneva inammissibile la pubblicazione di tali documenti senza un accordo comune e un controllo minuzioso e disattivo, affinchè la loro pubblicazione non avrebbe potuto che peggiorare i rapporti tra gli stati membri della coalizione anti-hitleriana. Il Ministero degli Affari Esteri respinse la proposta.
Il 6 settembre 1945 la delegazione americana nel Direttorio Politico del Consiglio di Controllo in Germania, presentò un progetto di direttive sulla modalità per la pubblicazione della documentazione.
La proposta della delegazione venne posta in discussione nel direttorio e proprio su proposta degli anglo-americani la richiesta venne rinviata con il pretesto che mancavano le direttive generali, per cui il delegato americano propose una riedizione del progetto presentato e la questione venne tolta dall’ordine del giorno del Direttorio stesso.
Quindi non ci fu alcun rifiuto del governo dell’URSS alla pubblicazione in comune dei documenti. Ma un atto ben calcolato per mettere, ancora una volta, in cattiva luce la nuova potenza emergente. A riprova, persino l’agenzia governativa francese, “France Presse”, è costretta a riconoscere che le modalità per la pubblicazione dei materiali, resi pubblici dai tre governi all’insaputa dell’Unione Sovietica, “non corrisponde in tutto alla procedura diplomatica normale”.
Di fronte a questa circostanza il governo sovietico si sentì in diritto di pubblicare quei documenti “segreti” sulle relazioni tra la Germania hitleriana e i governi di Gran Bretagna, Francia e Stati Uniti d’America caduti nelle mani dei sovietici, e che i governi suddetti avevano nascosti all’opinione pubblica mondiale. Da considerare, inoltre, che i sovietici erano venuti in possesso di tanta documentazione essendo stati i loro soldati ad entrare per primi nel palazzo della Cancelleria di Berlino.
E’ da questi documenti che anche noi abbiamo iniziato il nostro lavoro di ricerca storica. Continuiamolo.
Leggendo questa notevole documentazione si evidenzia che l’essenza della politica anglo-francese consisteva – come abbiamo già detto – nell’evitare di raggruppare le forze degli Stati amanti della pace per la lotta comune contro il potenziale aggressore, ma nell’isolare l’URSS e dirigere l’aggressione hitleriana verso Oriente, contro l’Unione Sovietica, servendosi di Hitler come strumento per i loro scopi soprattutto anticomunisti.

Prima di proseguire il nostro intervento dobbiamo ricordare che i circoli dirigenti anglo-francesi, con le loro concessioni a favore degli Stati fascisti – i quali nel 1936 formarono il blocco militare politico noto con la denominazione” Asse Berlino-Roma” - (13) non hanno fatto altro che incoraggiare e spingere la Germania sulla via della conquista.
I governanti anglo-francesi conoscevano perfettamente l’orientamento principale della politica estera di Hitler che era stata definita da Hitler stesso nel suo “Mein Kampf” (14) – stampato a Monaco nel 1936, alla pagina 742 scriveva: “… Noi, nazionale-socialisti”, facciamo punto scientemente con l’orientamento della nostra politica estera del periodo pre bellico. Noi cominciamo da dove ci siamo fermati sei secoli addietro. Tratteniamo le eterne aspirazioni germaniche verso il sud e l’ovest dell’Europa e rivolgiamo il nostro sguardo alle terre dell’oriente. Noi rompiamo finalmente con la politica coloniale e commerciale del periodo prebellico e passiamo alla politica territoriale del futuro. Ma quando ora in Europa parliamo di nuove terre, noi possiamo pensare in primo luogo soltanto alla Russia e agli stati limitrofi che si trovano sotto il suo dominio. Si direbbe che la sorte stessa ci addita la strada”.
E qui giungiamo a Monaco, al suo Trattato (15) la cui responsabilità ricade tutta sui governi anglo-francese. Pubblicando quei documenti storici tedeschi dal 1939 – 1941 e non quelli degli anni precedenti a quel periodo, fa ritenere che il governo americano si sia assunto l’iniziativa della pubblicazione dei documenti escludendo di proposito l’accordo di Monaco. Ciò dimostra che il governo degli USA si è assunto l’onere di discolpare i protagonisti dell’accordo stesso e, quindi, del tradimento perpetrato contro l’URSS, nel tentativo di far ricadere la colpa sull’URSS.
Qui diventa duro far capire il significato essenziale della politica di Monaco, perseguito dai governi francese e britannico.
I documenti degli archivi del Ministero tedesco degli Affari Esteri caduti in mano sovietica, offrono fatti complementari che ci indicano una strada ben precisa: quella di orientare l’aggressione verso est.
Un documento eloquente, è il verbale del colloquio tra Hitler e il ministro inglese Halifax (16), alla presenza del ministro tedesco degli Affari Esteri Von Neurath (17), che ebbe luogo a Obersalrberg il 19 novembre 1937.
“…. Egli (lord Halifax – n.d.a.) ed altri membri del governo inglese erano convinti che il Führer aveva raggiunto molto, non soltanto nella stessa Germania, ma che in seguito alla liquidazione del comunismo nel proprio paese, avrebbe sbarrato al comunismo la via dell’Europa Occidentale e perciò la Germania poteva essere considerata a giusta ragione il bastione dell’Occidente contro il bolscevismo”.
Lord Halifax voleva coinvolgere anche le grandi potenze di Francia e Italia, tanto che dichiarò, sempre allo stesso incontro:
“ …. Non si deve avere l’impressione che “ l’Asse Berlino-Roma” o le buone relazioni tra Londra e Parigi possano soffrire a causa dell’avvicinamento germano-inglese. Non appena, in seguito a questo avvicinamento germano-inglese, sarà preparato il terreno, le quattro grandi potenze dell’Europa occidentale dovranno creare insieme la base sulla quale potrà essere stabilita una pace duratura nell’Europa. Nessuna delle quattro potenze deve in nessun caso restare al di fuori di questa collaborazione, poiché in caso contrario, non sarà posto fine all’attuale situazione instabile.”
A questo punto Hitler chiese che la Germania non venisse considerata “come uno Stato che non portava più il marchio morale o materiale del Trattato di Versaglia”.
Lord Halifax lo rassicurò ricordandogli il comportamento inglese nella evacuazione anticipata della regione renana e il problema delle riparazioni di guerra. Dal colloquio risultò anche chiara l’attitudine inglese favorevole a risolvere i piani hitleriani per quanto riguardava Danzica, l’Austria e la Cecoslovacchia. Tanto che dichiarò: “Tutti gli altri problemi possono essere caratterizzati nel senso che essi riguardano mutamenti dell’ordine europeo che probabilmente avverranno presto o tardi. A questi problemi si riferiscono Danzica, l’Austria e la Cecoslovacchia. L’Inghilterra è interessata soltanto a che questi mutamenti siano operati mediante un’evoluzione pacifica e che possano evitare i metodi possibili di causare ulteriori sconvolgimenti che, né il Führer, né altri paesi vorrebbero”.
Leggendo questi passi del verbale dell’incontro di Obersalrberg, si evince chiaramente la ragione per cui la Gran Bretagna non avrebbe mai dato alcuna garanzia per l’indipendenza dell’Austria contrariamente a quelle date dai Trattati di Versailles e di Saint-Germain, tra l’Austria e le potenze dell’Intesa.
E Chamberlain (primo ministro inglese) (18) al tempo stesso, dichiarava che non poteva fare nulla per salvare l’Austria. Alla pag. 8 del “Times”, del 23 febbraio 1938, si legge una parte del suo discorso alla Società delle Nazioni. “Noi non dobbiamo tentare di ingannare noi stessi, e tanto meno dobbiamo trarre in inganno le nazioni piccole, deboli, infondendo loro la speranza che potranno essere difese dalla Società delle Nazioni contro l’aggressione e che sarà possibile agire in conformità, poiché sappiamo che nulla di simile potrà essere intrapreso”.
La politica inglese per placare Hitler attraverso accordi bilaterali fra Stati e non attraverso accordi per una difesa collettiva con dentro l’URSS, falliva agli occhi degli europei, ma raggiungeva lo scopo principale, quello cioè di isolare l’URSS al proprio destino. E …. l’Austria venne invasa dagli eserciti hitleriani il 12 marzo 1938 e proclamata provincia del “Reich”, senza incontrare nessuna opposizione da parte di Francia e Gran Bretagna.
Solo l’URSS elevò la sua voce ammonitrice rivolgendosi alle nazioni libere con un nuovo appello per organizzare una difesa collettiva. Già il 17 marzo 1938 inviò alle potenze una nota nella quale si dichiarava pronta ad esaminare, all’interno della Società delle Nazioni o fuori di essa, misure pratiche aventi “lo scopo di arginare l’ulteriore sviluppo dell’aggressione ed eliminare il pericolo sempre maggiore di un nuovo massacro mondiale” (Izvestia, 18/3/1938).
Con la nota del 24 marzo 1938 il Ministero britannico degli Affari Esteri rispondeva: “…. delle azioni concordate contro l’aggressione, non eserciterebbe immancabilmente, secondo il governo di Sua Maestà, un’influenza favorevole sulle prospettive della pace europea”.

Arriviamo così alla sorte della Cecoslovacchia e qui c’è un evidente “appoggio” diretto della Gran Bretagna e della Francia ad Hitler. Non sembra vero, ma fu così. E ciò è chiaro dal rapporto politico, 10 luglio 1938, complemento al rapporto A.N. 2589 del 10 luglio c.a. – Archivi del ministero tedesco degli Affari Esteri, dell’ambasciatore tedesco a Londra, Dirksen, che già lo stesso giorno, il 10 luglio, informava Berlino che per il governo inglese “…. i tentativi di compromesso, con la Germania erano diventati uno dei punti sostanziali del suo programma”, e che “detto governo dà prova nei confronti della Germania di una comprensione massima, quale potrebbe manifestare una qualsiasi combinazione possibile di uomini politici inglesi”.
Dirksen scrisse che il governo inglese “si era avvicinato alla comprensione dei punti più essenziali delle principali esigenze della Germania, per ciò che riguardava l’esclusione dell’Unione Sovietica dal partecipare alle soluzioni delle sorti dell’Europa, l’esclusione, nello stesso tempo, della Società delle Nazioni, l’opportunità di trattative e accordi bilaterali”. Concludeva il suo complemento al rapporto, informando Berlino che il governo inglese era pronto a fare grandi sacrifici per “soddisfare altre giuste esigenze della Germania”.
Quali erano le altre giuste esigenze germaniche? Evidentemente la regione dei Sudeti, abitata prevalentemente da tedeschi.
A nulla valse la risposta del governo cecoslovacco a quelli anglo-francesi. Da una corrispondenza dalla Cecoslovacchia datata a Londra settembre 1938, catalogata cmd 5847, pagg. 8 e 9, è scritto che i protettori anglo-francesi dell’aggressione hitleriana tentarono di coprire il tradimento con la promessa di una garanzia internazionale delle nuove frontiere dello Stato Cecoslovacco come “contributo alla causa di pacificazione dell’Europa”.
Il governo cecoslovacco rispose alle proposte anglo-francesi, il 20 settembre che “l’accettazione delle proposte in genere equivarrebbero alla volontaria e completa mutilazione dello Stato sotto ogni rapporto”, e avvertiva che “l’equilibrio delle forze dell’Europa centrale e nell’Europa in generale, sarebbe spezzato e ciò avrebbe avuto delle gravi conseguenze per tutti gli altri Stati e soprattutto per la Francia” (…) e per “tutta la causa della pace e del sano sviluppo dell’Europa”.
Non ci fu nulla da fare, per convincere i sottoscrittori del Trattato di Monaco: la sorte della Cecoslovacchia era stata decisa senza alcuna sua partecipazione.
E Stalin denunciò in quegli stessi giorni che “si sono cedute ai tedeschi le regioni della Cecoslovacchia come compenso per l’impegno assunto di iniziare la guerra contro l’Unione Sovietica” (dal resoconto stenografico del XVIII Congresso del Partito Comunista (bolscevico) dell’URSS, Edizioni di Stato, 1939, pag. 14).
Chiarissimi sono stati gli storici americani M. Sayers e A. Kahn, nel loro libro edito a Boston nel 1946 “The Great Conspiracy. The Secret War Against Soviet Russia” (La guerra segreta contro la Russia Sovietica) alle pagg. 324 – 325.
“ I governi della Germania nazista, dell’Italia fascista, dell’Inghilterra e della Francia hanno firmato l’accordo di Monaco, si è avverato il sogno della “Santa Alleanza” antisovietica, che la reazione mondiale cullava fin dal 1918. L’accordo ha lasciato la Russia senza alleati. Il patto franco-sovietico, pietra angolare della sicurezza collettiva in Europa, è stato sepolto. I Sudeti della Cecoslovacchia sono diventati parte della Germania nazista. Davanti alle orde hitleriane si sono spalancate le porte verso oriente”.
L’isolamento dell’URSS era compiuto. Ma i governi di Francia e di Gran Bretagna, ne erano soddisfatti? Almeno qualche anno dopo, hanno fatto autocritica? E se Hitler non si fosse rivolto verso oriente, come sarebbero finite tutte le nazioni europee? Ce lo possiamo porre questo dilemma? O tutto deve essere lasciato così come è stato creato dalla storia e dagli storici orientati tutti (o quasi) da una sola parte?

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