1866 QUATTRO BATTAGLIE PER IL VENETO

1866 QUATTRO BATTAGLIE PER IL VENETO
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1866 Il Combattimento di Londrone

ORDINE MILITARE D'ITALIA

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CAVALIERE DI GRAN CROCE

Collana Storia in Laboratorio

Il piano editoriale per il 1917 è pubblicato con post in data 12 novembre 2016

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.La collana Storia in Laboratorio 31 dicembre 2014

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Testo Progetto Storia In Laboratorio

Il testo completo del Progetto Storia in Laboratorio è riportato su questo blog alla data del 10 gennaio 2009.

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La Collana Storia in Laboratorio al 31 dicembre 2011

La Collana Storia in Laboratorio al 31 dicembre 2011
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domenica 17 gennaio 2010

Capitolo 5
Paolino Orlandini "...................e si scatenò la Seconda Guerra Mondiale"

…… E ALLORA OCCORRE GUARDARE LA GERMANIA

Chi non sa che le banche e i trust americani agendo in pieno accordo con il governo tedesco, nel periodo succeduto al Trattato di Versailles, investirono nell’economia tedesca e concessero alla Germania tanti crediti ammontanti a miliardi di dollari e che furono impiegati per la ricostruzione e lo sviluppo del potenziale bellico industriale della Germania stessa?
Se sappiamo questo, capiamo anche che per prepararsi ad una nuova guerra, occorreva assicurarsi nuove armi moderne, per cui la Germania doveva ricostruire e sviluppare la sua industria pesante e innanzitutto l’industria metallurgica e quella bellica della Ruhr, che sotto il Trattato di Versailles non poteva più utilizzare.
Per fare ciò occorreva un intero sistema di provvedimenti destinati alla ricostruzione dell’industria pesante e del potenziale bellico-industriale tedesco.
Una funzione enorme in quest’opera lo ebbe il Piano Dawes concernente le riparazioni dalla Germania mediante il quale, gli Stati Uniti e la Gran Bretagna contavano di porre l’industria tedesca alle dipendenze dei monopoli americani e britannici.
Questo Piano spianò la strada all’afflusso di capitale straniero, soprattutto americano, per cui già dal 1925 cominciò l’ascesa economica e finanziaria dell’economia tedesca. Al tempo stesso aumentarono le esportazioni,le quali nel 1927 raggiunsero i valori del 1913, e per ciò che riguarda i manufatti aumentarono del 13% ai prezzi del 1913.
Nei sei anni trascorsi tra il 1924 e il 1929 l’afflusso di capitale straniero in Germania, è stato da 10 a 15 miliardi di marchi di investimenti a lunga scadenza e di 6 miliardi di investimenti a breve scadenza. Il capitale finanziario americano in questi investimenti ebbe una compartecipazione del 70%. I maggiori impegni nel finanziamento dell’industria pesante, facevano capo alle famiglie Dupont, Morgan, Rockefeller, Lamont ed altri magnati della finanza statunitense.
I monopoli americani più importanti legati strettamente ai consorzi militari e alle banche furono: il consorzio chimico americano “Dupont de Nemours”; il trust automobilistico “General Motors” e il trust chimico imperiale britannico “Imperial Chemical Industries” in stretta collaborazione con il consorzio chimico tedesco “I.G. Farbenindustrie”, con il quale nel 1926 avevano concluso un accordo per la ripartizione dei mercati mondiali per lo smercio delle materie esplosive.
Presidente della direzione della ditta “Rohm and Haas” a Filadelfia, negli Stati Uniti, prima della guerra, era socio e capo di questa industria a Darmstadt (Germania). L’ex direttore di questo consorzio, Rudolf Muller, operò nella “Bizonia” ed ha avuto una funzione di prim’ordine nei circoli dirigenti dell’unione cristiano-democratica. Nel periodo fra il 1931 e il 1939, il capitalista tedesco Schmitz, presidente del consorzio “I.G. Farbenindustrie” e membro del consiglio di amministrazione della “Deutsche Bank”, controllava la ditta americana “General Dyestuffs Corporation”.
Dopo la Conferenza di Monaco del 1938, il trust americano “Standards Oil” concluse un contratto con la “I.G. Farbenindustrie”, con il quale quest’ultima, partecipava agli utili ricavati dalla benzina per aerei prodotta negli Stati Uniti e, in compenso, rinunciava alla esportazione dalla Germania della sua benzina sintetica, le cui riserve venivano allora accumulate dalla Germania a scopi militari.
Non soltanto i monopoli capitalistici americani avevano rapporti economici con la “nuova Germania”, ma esistevano rapporti non solo commerciali, ma anche militari, fino alla vigilia della guerra, tra la federazione dell’industria britannica e il gruppo industriale tedesco del Reich. I rappresentanti di questi due monopoli hanno pubblicato nel 1939 a Düsseldorf una dichiarazione comune, nella quale, fra l’altro, si diceva che lo scopo dell’accordo era “il desiderio di garantire la collaborazione più completa possibile dei sistemi industriali dei loro Paesi”.
E ciò avvenne nei giorni in cui la Germania Hitleriana inghiottiva la Cecoslovacchia! Non c’è da meravigliarsi se a questo proposito la rivista londinese “Economist” scrisse: “Non v’è forse, nell’atmosfera di Düsseldorf qualche cosa che fa perdere la ragione agli uomini sensati? (Corwin D. Edwards, “Economic and Political Aspects of Internationale Cartels” – 1947).
Un esempio caratteristico del legame fra capitali americani, inglesi e tedeschi, viene data dalla nota Banca “Schröder” nella quale aveva una funzione dirigente il trust tedesco dell’acciaio “Vereinigte Stahlwerke A.G.” organizzato da Stinnes Thyssen, ed altri magnati dell’industria della Ruhr con centri a New York e a Londra. Negli affari di questa banca esercitava una funzione dirigente Allen Dulles, direttore a New York degli Schröder di Londra, di Colonia e di Amburgo, della ditta “J.H. Schröder Banting Corporation”. Nel centro di questa banca a New York aveva una parte importante lo studio forense degli avvocati “Sullivan and Cromwell” diretta John Foster Dulles, (5) strettamente legato al trust petrolifero mondiale dei Rockefeller, lo “Standard Oil Company”, come della più potente banca d’America “Chase National Bank”, che hanno investito enormi capitali nell’industria tedesca del primo dopoguerra.
Nel libro di Richard Sasuly, “I. G. Farben, Boni and Gaer, NewYork, 1947”, si sottolinea il fatto che non appena al periodo successivo al Trattato di Versailles, in Germania l’inflazione fu arrestata e consolidato il marco, con i prestiti che tra il 1924 e 1930, inondarono la Germania. Il debito estero della nazione era aumentato di oltre 30 miliardi di marchi.
Contemporaneamente alla banca anglo-tedesco-americana Schröder, nel finanziamento del trust tedesco dell’acciaio “Vereinigte” ebbe in quegli anni la funzione principale una delle più grandi banche di New York, la “Dillon Read and Company”, fra i cui direttori per diversi anni figurava James Vincent Forrestal, ministro della guerra degli Stati Uniti fino al 1947. (6)
Questa pioggia d’oro di dollari americani, fecondò l’industria pesante della Germania hitleriana ed in particolare la sua industria bellica. Fu, quindi, la rinascita tedesca la premessa all’aggressione hitleriana. Fu questa situazione economico-finanziaria e politica a produrre enormi quantità di armamenti di prim’ordine, molte migliaia di carri armati, di aeroplani, di pezzi di artiglieria e di navi da guerra modernissime, e altri tipi di armamenti.
Un altro fattore decisivo che contribuì a scatenare la rivalsa tedesca e l’aggressione hitleriana, fu la politica dei circoli dirigenti della Gran Bretagna e della Francia, nota come politica di “pacificazione” della Germania hitleriana, politica di rinuncia alla sicurezza collettiva. Fu questa rinuncia alla sicurezza collettiva che permise l’aggressione tedesca, l’aggressione di Hitler. (7)
All’aggressione, Hitler si era preparato sin dal 1934 da quando incrementò la produzione di armi.
Solo in quell’anno la sua industria di guerra aveva costruito 840 aerei di ogni tipo; nel 1936 ne costruì 2530; nel 1938, 3350 e nel 1939, 4733.
Con estrema rapidità aumentarono anche le forze armate: nel 1936 la Germania aveva 31 divisioni, alla fine del 1938 ne aveva 52 e verso la fine del 1939, ne aveva 103. Gli effettivi dell’esercito dal 1932 al 1939 crebbero da 104.218 a 3.734.104.
Il 22 agosto 1939, una settimana prima dello scoppio della 2^ guerra mondiale, Adolfo Hitler nel corso di una riunione a Berghof, pronunciò uno dei suoi discorsi programmatici, nel quale, tra l’altro dichiarò: “La Polonia verrà spopolata e vi saranno insediati i tedeschi (…) Alla Russia, signori, accadrà altrettanto (…) Sconfiggeremo l’Unione Sovietica. Allora, verrà l’epoca del dominio mondiale tedesco”.
(….) “I tedeschi sono una razza superiore e hanno il diritto di dominare il mondo!” – affermerà in un discorso successivo.

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